Terra bruciata intorno alla Pivetti

«Mi sono mossa in maniera leale. La gente vuole la libertà, non la secessione» «Mi sono mossa in maniera leale. La gente vuole la libertà, non la secessione» Terra bruciata intorno alla Pivetti «La Lega è la mia casa, ma devo farmi sentire» facciamo martiri. Quando ti sentirai completamente sola sarai tu ad andartene". Ma lei dovrebbe ben sapere che fuori dalla Lega è zero, resterebbe comunque sola». Ma a questo Pivetti non si rassegna. L'altra settimana era a Mandello, vicino a Lecco. Festa leghista, comizio federalista, attacco all'indipendentismo spinto fino alla secessione. Poi, prima di andare a bissare il tutto in Valsassina, il segretario della sezione la avvisa: «Guarda che là sono tutti secessionisti». Ma Pivetti ripete distinguo e attacchi e si prende applausi, e tanti. Morale? «Il problema - dice lei - non è Pivetti. E' che la nostra gente non vuole la secessione, vuole la libertà». E l'altro problema, quello che si scontra con il silenzio di Bossi, è che la Lega, il congresso della Lega, non ha mai deciso la linea della secessione, ma quella del federalismo. Quindi o federalismo, oppure nella mia casa leghista sono costretta ad alzare la voce. A sostenere Pivetti c'è solo il «Comitato per Irene», inventato dallo scrittore e regista mantovano Pier Carpi: ma nulla ha a che LA PADANIA «LIBERA» VTORINO ENERDI' 13 settembre salirà a Pian del Re e riempirà un'ampolla di acqua della sorgente del Po. Due giorni dopo, domenica, discenderà il fiume a bordo di un'imbarcazione e andrà a versare l'acqua nella laguna di Venezia. In serata l'ultimo atto, con l'annunciata proclamazione della «dichiarazione d'indipendenza della Padania», e 15 minuti di silenzio. «Lo stesso silenzio del Po, come una preghiera», l'ha definita l'altra sera il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, in un comizio nel Bresciano. Ieri, a un mese e mezzo dall'appuntamento con la secessione, sono apparsi a Torino i primi manifesti del cip, comitato per la liberazione ZZO * *^ "'T' * ~ '" ^ " * di Augusta Minwlini L'ex presidente della Rai Letizia Moratti In basso: la giornalista televisiva Carmen Lasorella dini di gerarchie aziendali. Chi è la superfortunata? Carmen Lasorella, inviata del Tg2 e testimonial dell'Ulivo nelle ultime elezioni. Racconta di lei agli amici uno come Antonio Ghirelli, già portavoce di Sandro Pertini e Bettino Craxi: «Sono stato io ad assumerla al tg quando ero vicedirettore per il personale. In quell'occasione prendemmo due annunciatrici, lei e la Gruber. Quest'ultima passò al primo provino. Per Lasorella ce ne vollero 26. E in quei mesi ci furono tante telefonate di e ci. a to aun ni lesionidi Monultimere: que, p segnato a non rispondere ai cretini e alle cretine». E con il numero 2: «... e alle cretinate democristiane». fare con la Lega. E a ribattere alle sue dichiarazioni ci pensa un vecchio amico come Roberto Maroni. «Anch'io è da tempo che non la capisco più. Posso ammettere tutto, compreso il disorientamento dopo i due anni alla presidenza della Camera. Ma ora si lascia andare anche ad attacchi personali, sembra che faccia l'impossibile per farsi buttar fuori». Pivetti aveva detto che Maroni, dopo il suo sbandamento post Viminale, «sembra un rieducato di Poi Pot». Maroni emette il comunicato numero 1 : «Poi Pot mi ha in- Maroni, che la conosce bene, dice che Pivetti non fa mai nulla per caso. Lei ribatte: «Roberto sa tutto, perché anche con lui ho parlato. Mi sono mossa nella maniera più leale». Una pausa: «e autolesionista». Forse, nel suo ufficio di Montecitorio, sta rivedendo le ultime giornate e magari un errore: quello di pensare che nella Lega di Umberto Bossi sia possibile ottenere uno spazio proprio, avere un seguito nel movimento, e uno spazio all'esterno, senza il consenso del Capo. «Pivetti , - diceva Bossi durante ■ una delle sue tante sfuriate - non la caccio, se .;: vuole se ne vada. Ma se : è in televisione, nei titoli di giornale, è solo p| perché la usano per at- Irene Pivetti A sinistra: Umberto Bossi Qui sopra: il leghista Roberto Maroni taccare la Lega. Per me faccia quello che vuole, vada pure a cercare il federalismo con i democristiani, o con Dini, o con Di Pietro...». I sospetti nella Lega corrono veloci, e Pivetti lo sa bene. Chi c'è dietro? Il Vaticano e la presidenza di una commissione parlamentare?, come solfeggia Boso. O un accordo con Dini e Di Pietro?, come dicono altri. «Uffa - risponde lei sono tutte cose che leggo sui giornali. Dietro di me non c'è nessuno, Dini e Di Pietro non li vedo da mesi. E poi che io sia contro il segretario federale Bossi lo dicono i titoli, io no, non sono contro Bossi». Ma nella Lega c'è chi comincia ad essere contro di lei, a partire dal lombardo Calderoli che la invita a star lontana dal Po quando il 15 settembre Umberto Bossi chiamerà tutti sul fiume, con un nastro rosa in mano, ad aspettare la nascita di Padania. Pivetti non ha ancora cambiato idea: «Sul Po, quel giorno di settembre, ci sarò anch'io». Forse da sola, già lontana dalla Lega. Giovanni Cerniti Maroni: da tempo non la capisco più Boso: se ne vada pure ma dovrebbe sapere che fuori dal Carroccio vale meno di zero

Luoghi citati: Augusta, Lecco, Pian Del Re, Torino, Venezia