Prove col testosterone

Prove col testosterone Prove col testosterone Iniezioni di un derivato sintetico QUESTA volta forse ci siamo. Parlo della contraccezione maschile a base di ormoni, equiparabile a quella femminile della «pillola». Da almeno trent'anni si studiano seriamente metodi contraccettivi capaci di ridurre la produzione di spermatozoi in misura tale da determinare infertilità. Per citarne qualcuno ecco verso il 1970 il gossypol, un pigmento fenohco giallo isolato dai semi di cotone, proposto con entusiasmo dai medici cinesi, ma del quale non si è più avuto notizia. Verso il 1980 si parlò di Lh-Rh, un ormone cerebrale; più tardi dell'inibina, fattore proteico testicolare, e via dicendo. Occuperemo un'intera colonna se volessimo ricordare tutti i tentativi della contraccezione maschile. Gli spermatozoi sono prodotti nei testicoli, e successivamente percorrono i condotti deferenti per depositarsi nelle vescichette seminali dalle quali lo sperma viene eiaculato. Questa funzione testicolare è sotto il controllo delle gonadotropine ipofisarie, Lh o Icsh, o Fsh. Sinteticamente la secrezione di Lh è controllata dal testosterone, il più importante ormone testicolare: se aumenta il tasso di testosterone dimmuisce il tasso di Lh. Ecco perché si pensa soprattutto al testosterone come possibile contraccettivo maschile, limitato fino ad oggi al profilattico o alla vasectomia (recisione dei condotti deferenti), il controllo della fertilità maschile mediante farmaci avendo sempre presentato difficoltà molto superiori al controllo della fertilità femminile, per varie ragioni. Ora, nel numero 65 di quest'anno della rivista Fertilùy and Sterility, l'Organizzazione mondiale della sanità (Gruppo speciale dei mezzi di regolazione della fecondità maschile) pubblica uno studio effettuato per due anni in quattro continenti, i cui risultati prospettano la messa a punto d'un metodo adottabile, come ha dichiarato il dottor Giuseppe Benagiano, direttore del Programma speciale Oms di ricerca sulla riproduzione umana. Hanno partecipato allo studio 401 coppie in 15 centri di 9 Paesi (Australia, Cina, Stati Uniti, Francia, Ungheria, Regno Unito, Singapore, Svezia, Thailandia). Gli uomini, di età da 21 a 45 anni vivevano in relazione stabile con le compagne e si sono offerti volontariamente in quanto, e anche le compagne stesse, non soddisfatti di altri metodi contraccettivi. Il trattamento, consistente in iniezioni settimanali d'un derivato sintetico del testosterone, ha avuto come risultato azoospermia ovvero assenza di spermatozoi dimostrabile, oppure oligozoospermia ovvero numero di spermatozoi inferiore a 3 milioni per mi (normalmente 250-300 milioni). Nessuna gravidanza nel caso di azoospermia, 4 gravidanze nel caso di oligozoospermia. A partire dalla prima iniezione sono occorsi in media 70-100 giorni per avere i suddetti risultati. Il trattamento è privo di pericoli e reversibile: sospendendolo passano in media 110-200 giorni per riottenere la fertilità. I 33 nati successivamente dalle coppie partecipanti allo studio erano in buone salute e di peso normale. Che si può dire in proposito? Certo le iniezioni settimanali rappresentano un inconveniente, e pertanto l'Oms sta studiando derivati del testosterone ad azione prolungata, che abbiano il duplice vantaggio d'un intervallo di 3-4 mesi fra le iniezioni, e d'una dose ormonica ridotta. Secondo Benagiano il fatto che degli uomini si siano offerti volontariamente per lo studio ed abbiano avuto la motivazione e la volontà necessarie per rispettare il programma di iniezioni settimanali dimostra che un metodo di contraccezione maschile di questo tipo suscita interesse e viene richiesto. Ulrico di Aichelburg

Persone citate: Benagiano, Giuseppe Benagiano, Ulrico Di Aichelburg

Luoghi citati: Australia, Cina, Francia, Regno Unito, Singapore, Stati Uniti, Svezia, Thailandia, Ungheria