L'Italia della pagaia vuol vendicare i canottieri

Dopo le batoste e le polemiche nel remo, si spera in tre medaglie d'oro dai campioni del mondo di kayak Dopo le batoste e le polemiche nel remo, si spera in tre medaglie d'oro dai campioni del mondo di kayak L'Italia della pagaia vuol vendicare i canottieri Rossi e Scarpa nelK2 e Bonomi nelKl già in semifinale nei 1000 ATLANTA DAL NOSTRO INVIATO Cambiano le barche, sul lago Lanier, e dopo il canottaggio che ha rotto i remi adesso è la volta della canoa di velocità, alla quale auguriamo un viaggio felice dopo la sconfitta nello slalom. Facendo i conti in base ai risultati degli ultimi Mondiali, e sperando che non capiti la stessa cosa capitata ai vogatori, i quali sono scoppiati di testa o di braccia, particolare ancora avvolto nel mistero, tre kayak scendono in acqua per salire sul podio. «Non possiamo nasconderci nemmeno a volerlo: abbiamo tre campioni del mondo, e se consideriamo anche la Idem le medaglie devono essere tre», ha detto Oreste Peni, il boss azzurro, uno che sa quel che dice. Più che un giudizio sembrava quasi un ordine. Tre medaglie. Sabato e "nenica le finali. La canoa si prtr.ra a chiudere con un gran botto, assieme alla pallavolo, magari, questi Giochi finora fortemente tinti d'azzurro. E tre campioni del mondo: Beniamino Bonomi, Antonio Rossi e, dulcis in fundo, Daniele Scarpa, il gigante veneziano che aspetta con la pagaia sguainata, cioè pronto a tutto, il suo appuntamento con la gloria dopo tre Olimpiadi ai piedi del podio. Scarpa è un grande personaggio, vulcanico e un po' folle, generoso e ribelle, per tanti versi scomodo, ma sui suoi muscoli e sulla sua volontà d'acciaio poggiano i destini di due barche campioni del mondo l'anno scorso a Duisburg, il K2 500, nel quale fa coppia con Bonomi, e il K2 1000, dove ha per compagno Rossi, bronzo a Barcellona nel K2 500 assieme a Dreossi. Ieri nelle qualificazioni il K2 1000 non ha avuto problemi a guadagnarsi un posto per la semifinale in programma domani. Rossi e Scarpa hanno vinto la loro batteria, come del resto ha fatto Bonomi nel Kl 1000. In scioltezza, senza nemmeno forzare, ma in acqua con loro non c'erano ungheresi e tedeschi, che sono sulla carta i rivali più tosti. Oggi toccherà invece a Bonomi e Scarpa nel K2 500 e a Josepha Idem nel Kl 500. L'Italia della pagaia sta calando i suoi assi e da quel che abbiamo visto può essere una buona partita. Daniele Scarpa di questa squadra è l'uomo di punta. Ha 32 anni, è biondo e stempiato, è alto 191 centimetri e pesa 94 chili. Di professione fa l'assistente di polizia e come hobby, pare, a parte la canoa, pratica uno sport pericoloso: quello di sfidare continuamente il Palazzo. Il suo braccio di ferro con la federazione sul tema della pre- CANOA CANADESE La differenza sostanziale t 6,50 70 c llilii®!:: 20 k Nella canoa canadese gli atleti usa una sola pala e stanno inginocc Le pale so parazione e dei finanziamenti dura ormai da una vita. Come i dispetti reciproci, le ripicche, i colpi bassi, le polemiche. E i compromessi per quanto riguarda i raduni collegiali e l'autonomia della preparazione che hanno reso possibile la presenza qui ad Atlanta del poliziotto in canoa. Ora le cose sembrano essersi un poco appianate: LE ©UE SPECIALITÀ" A CONFRONTO ra le canoe canadesi e i kayak è che le prime non possono essere dotate di timone direzionale m** lunghm* larghkg* pes ano pagaie hiati. ono sempre a forma di cucchiaio per «Lottiamo tutti con lo stesso obiettivo, anche per questo la barca fila come il vento», ha detto Perri firmando una specie di armistizio. «Sono stato battezzato da papa Luciani quando era ancora Patriarca di Venezia», ha detto ancora Daniele raccontando un po' della sua vita, delle sue avventure in barca, di quando per esempio par¬ KAYAK KAYAK ezza 6,50 m** ezza 55 cm* o ifu ; >.18 kg* Nel kayak gli atleti hanno pagaie a doppia pala, • minimo permettere un' entrata in acqua più precisa. ** massimo tecipò ad Hong Kong al mondiale Dragon Boat, con venti vogatori, timoniere e tamburo, oppure di quando vinse alle Hawaii una gara di canoe polinesiane. L'avventura, certo, la curiosità per nuove esperienze, la passione e l'impegno. Ma anche lo studio scientifico dei particolari, come quel computer fissato sulla canoa per registrare l'an¬ damento della pagaiata, la fermezza nel voler scegliere da solo il team medico e i metodi di preparazione, che secondo lui devono essere diversi per ciascun atleta e sempre diversi perché l'organismo, parole sue, reagisce meglio sotto nuovi stimoli. Anche Josepha Idem detta Sefi, che da quando gareggia per l'Italia GIOCHI E SPONSOR Il ritorno di immagine per i finanziatori è stato già

Luoghi citati: Atlanta, Barcellona, Hawaii, Hong Kong, Italia, Josepha Idem, Venezia