Magli «non si adora la biologia»

Magli Magli «Non si adora la biologia» ROMA. Non si può amare un embrione: Ida Magli, antropologa, è d'accordo con Gianni Vattimo, e giudica che nella questione degli embrioni congelati ci si trova di fronte a «una radicalizzazione, una forma di fanatismo» da parte della Chiesa cattolica. «C'è una contraddizione: la Chiesa condanna tutte le forme di tecnologia per la fecondazione assistita, e adesso chiede di usarle per forza. Diventano strumenti sia gli embrioni che le donne. Mi sembra il massimo della follia, puro delirio». E ironicamente l'antropologa ricorda che in India esistono gruppi religiosi che coprono il naso e la bocca con garze per non respirare moscerini: «A lungo andare arriveremo a questo. Nell'ambito anche cristiano, dell'Occidente, il rispetto è per la persona umana. Ora lì, sinceramente, nell'embrione la persona non c'è, salvo che una voglia ridefinire che cos'è la persona. Mi sembrano veramente fanatismi nel senso tecnico del termine, cioè una perdita del principio di realtà». Secondo Ida Magli, il cristianesimo, e in particolare la Chiesa cattolica, «hanno perso in Occidente la visione della vita nell'aldilà». Questa perdita di controllo sulla trascendenza ha fatto sì, secondo Ida Magli, che la Chiesa trasferisse «l'assolutizzazione dei valori nella vita di qua, cioè nella vita biologica». Siamo di fronte a «un'elementare adorazione della vita biologica. A me pare che la Chiesa cattolica, in Occidente, sia ormai attestata a questo livello, e cioè all'adorazione della santità della vita biologica», [m. tos.] «Se non lo faccio sarò incriminato il centro verrà chiuso e 60 perderanno il posto» cora 256 le coppie di Bourn Hall che sono passate attraverso questi solenni corridoi stuccati e poi si sono dileguate senza lasciar traccia. «Abbiamo pazienti di 50 o 60 Paesi, che dopo la cura tornano a casa e talora cambiano indirizzo più volto - spiega il primario -. Rappresentano oltre la metà delle persone con cui abbiamo perso i contatti. Ho tentato di trovarli con le lettere, la televisione e i giornali. Molti di coloro che abbiamo rintracciato hanno risposto tra ieri e oggi, all'ultimo momento: ma non riusciamo a capire perché altre coppie non si siano fatte vive». Non è logico interpretare questo silenzio come il tacito consenso a sbarazzarsi degli embrioni avanzati dalla terapia? «Io lo interpreto come incapacità di affrontare la situazione - dice Brinsden -.E' una decisione molto difficile da prendere, dal punto di vista etico c personale. Ma una cosa vorrei che fosse ben chiara: tutti i giorni nelle cliniche di fecondazione artificiale si distruggono degli embrioni non sufficientemente buoni da essere impiantati. In alcuni Paesi cattolici, ci sono medici che eliminano alcuni embrioni avanzati introducendoli in vagina o nella cervice. In effetti, li buttano via. A mio parere non c'è differenza tra fare questo e scongelarli. La differenza stavolta è che è la prima volta ir. assoluto che buttiamo via gli embrioni senza il consenso delle coppie: e questa è una cosa che, eticamente, mi crea dei problemi». Il professor Brinsden si liscia la barba ed estrae calmo dal taschino una penna stilografica. «Molta gente, quando dice "embrione", pensa erroneamente a un feto». Traccia un puntino impercettibile sulla carta e dice: «Un embrione è grande così, spesso ha una sola cellula, ma è comunque qualcosa di molto speciale. Ad ogni modo credo che la reazione pubblica sia stata esagerata». Maria Chiara Bonazzi

Persone citate: Brinsden, Gianni Vattimo, Ida Magli, Maria Chiara Bonazzi

Luoghi citati: India, Roma