Tre ortopedici a giudizio

Accusati di inviare i pazienti nella ditta di cui erano soci Accusati di inviare i pazienti nella ditta di cui erano soci Tre ortopedici a giudizio //processo a settembre Tragedia ieri in corso Regina Margherita Rapinatore si ammazza con un colpo alla tempia Aveva precedenti per tentato omicidio Ora era distrutto dal vizio dell'alcol Secondo il pm Francesco Fassio, indirizzavano i pazienti ospedalieri a una struttura privata di cui erano soci, o nella quale lavoravano loro parenti. Per questa ragione tre ortopedici sono stati rinviati a giudizio per abuso d'ufficio dal gip Dolores Grillo: saranno processati in tribunale il 24 settembre. Sono Valentino Calcagni, 71 anni, libero docente in clinica ortopedica e traumatologica, difeso da Alberto Piccatti; l'ortopedico del Cto Maurizio Tarello (assistito dagli avvocati Maurizio Irrera e Guido Giacomo Vignoli) e il collega Enrico Pelilli, 44 anni, difeso da Nicola Lauro. Inizialmente, gli ortopedici per i quali il pm Fassio aveva chiesto il rinvio a giudizio erano sei: De Guidi e Parenti hanno però patteggiato davanti al gip; IL PERICOLO NASCOSTO PARLANO i parenti delle vittime dell'amianto all'Officina Grandi Riparazioni delle Ferrovie in via Pier Carlo Boggio. Sette morti e tre malati gravissimi tra i lavoratori addetti alla coibentazione delle carrozze. Alla sbarra, per quei morti, sono i vertici delle Ferrovie degli Anni Settanta e i medici che in quegli stessi anni avrebbero dovuto preoccuparsi della salute dei lavoratori. In tutto dodici persone, imputate di omicidio colposo e lesioni personali gravissime: ex dirigenti ormai avanti con gli anni, alcuni sulla soglia dei novanta. A sostenere l'accusa davanti al pretore Bruno Giordano, è il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, titolare di tante inchieste sul minerale killer. Nella scorsa udienza, un ex ■ e Pier Luigi SiUquini (che aveva chiesto il rito abbreviato) è stato assolto (la procura generale ha però impugnato la sentenza). L'inchiesta di Fassio è nata nell'ambito di «Stampellopoli», la maxi-indagine che aveva condotto, un paio d'anni fa, a scoprire un giro di mazzette intascate da alcuni ortopedici in cambio dell'invio dei pazienti nelle officine in cui i malati acquistavano (rimborsati dall'usi) busti, protesi o plantari. Per i tre che saranno processati a settembre, non si parla assolutamente di mazzette. Avrebbero indirizzato alcuni malati all'officina ortopedica «Sto», nella quale - secondo l'accusa - avevano interessi personali in quanto soci della ditta o presenti in essa con dei prestanome. L'inchiesta è però partita Uccisa dall'amianto-killer. Il marito: «Lavava le mie tute dopo il lavoro Nessuno ci aveva detto che c'era pericolo. E' morta dopo tre anni d'inferno» anche in questo caso, come per l'intera «Stampellopoli», dall'esposto del titolare dell'officina ortopedica «Cellini-Cto» Annibale Solimando (parte civile anche in questo processo con l'avvocato Vittorio Nizza) che presentò un esposto in procura lamentando la concorrenza sleale dei colleghi. I difensori dei tre sostengono che la «Sto» non trasse vantaggi patrimoniali dall'invio dei malati: «Si tratta di pochissimi casi - spiega Maurizio Irrera -: a Tarello vengono contestati 4 pazienti (dei quali uno soltanto si presentò alla Sto); gli altri due colleghi avrebbero inviato meno di 10 malati ciascuno. Il guadagno contestato è di poche lire. I malati, poi, non furono costretti a rivolgersi a quell'officina: furono loro a domandare ■ VIBERTI. Accordo raggiunto alla Viberti di Nichelino, tra i sindacati e i dirigenti, per il riavvio produttivo dello stabilimento. A ottobre usciranno i primi rimorchi prodotti dalla nuova società Viberti SpA (formata dal gruppo Acerbi e dalla Gepi), che prende il posto della fallita Viberti Veicoli Industriali srl. ■ IDENTIFICATO. Ha un nome il giovane morto sabato sulle sponde del Sangone. Si chiamava Sergio Taricco, 31 anni, residente a Racconigi: a riconoscerlo è stato il padre. Alla sua identità si era giunti anche grazie alle impronte papillari. Taricco sarebbe stato ucciso da overdose, ma saranno i risultati dell'autopsia a dare la risposta definitiva. ■ CERIMONIA. La cerimonia di chiusura dell'Anno Accademico 1995-'96 della Scuola di Applicazione dell'Esercito si tiene oggi alle 21,15, nel Palazzo dell'Arsenale, in via Arsenale 22. ■ CONSUMATORI. La Federconsumatori ha istituito un osservatorio per segnalare i disservizi che, come ogni anno, nel periodo estivo, si verifichino nel funzionamento dei servizi pubblici e degli esercizi commerciali. «Disservizi penalizzanti per i cittadini più deboli che trascorrono l'estate in città, in particolare per gli anziani», spiega un comunicato. «Attivato nello scorso mese di giugno, resterà a disposizione dei rilievi dei consumatori sino a fine settembre. Un servizio volto a risolvere eventuali controversie che possono nascere sia per chi rimane in città, ma pure per chi trascorre le ferie in luoghi di villeggiatura». Il servizio sarà attivo, nel mese di agosto, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 16, con il numero telefonico 011/2442.390. ■ EMERGENZA SANGUE. La Fidas, Federazione italiana delle associazioni donatori di sangue, anche quest'anno lancia l'appello: «Prima di partire per le vacanze o al vostro rientro, fate una donazione di sangue, può contribuire a salvare una vita». Chi vuole può prendere contatto con la sede della Fidas, via Ponza 2 (tel. 53.11.66 - 53.45.58). I prelievi si effettuano presso la Banca del Sangue dell'ospedale Molinette (dal lunedì al sabato, dalle ore 8 alle 12) e alia Fidas il venerdì dalle ore 9 alle 12. Si è ucciso ieri verso le 14 davanti a casa di un amico, in corso Regina Margherita 175. Un col-, po di calibro 38 alla tempia sinistra. Giovanni Candriili, 39 anni, precedenti per tentato omicidio e rapina, era da tempo in crisi economica e col vizio del bere: da un passato di fuorilegge a uno di disperato, non ha più sopportato la vita e ieri ha deciso di farla finita. «L'ho notato seduto da mezz'ora davanti al nostro portone» racconta Giuseppe Fasone, che abita al primo piano di un palazzo al numero 175 di corso Regina. «Siccome tempo fa qualcuno appostato come lui mi aveva rubato il furgone - prosegue - mi sono avvicinato e gli ho chiesto che cosa facesse lì». Candriili ha Giovanni Candriili Francesco Fassio agli ortopedici dove acquistare i busti. Fu loro fatto presente che in tutte le Usi c'erano elenchi delle officine autorizzate». Per Tarello, Irrera aggiunge: «Il padre amministrava la Sto prima che l'ortopedico si laureasse, dunque non ne era certo un prestanome», [g. fav.] risposto: «Aspetto un amico». E poi: «Torni in casa, che quello che devo fare adesso, lei non deve vederlo». Un istante, Fasone è rientrato, «e appena chiuso il portone ho sentito lo sparo».

Luoghi citati: Nichelino, Racconigi