Ipermercati polemiche sul mini-blocco regionale

Ipermercati, polemiche sul mini-blocco regionale Ipermercati, polemiche sul mini-blocco regionale | L'Ascom: arriva quando è troppo tardi Ed è battaglia sulla promozione turistica Ricompare il fantasma dell'ipermercato di corso Umbria. Questa volta a Palazzo Lascaris, dove il Consiglio regionale, da ieri, ha all'ordine del giorno l'approvazione di una delibera «per il rilascio dei nullaosta per grandi strutture di vendita». La proposta dell'assessore Matteo Viglietta è di restringere le autorizzazioni al 20-30 per cento e di ridurre gli ampliamenti al 10 per cento (contro il raddoppio consentito dalle leggi vigenti). Ma questo non varrà per le domande in essere, e queste riguardano 61 mila metri quadrati, di cui 24 mila in Torino e provincia, compresi i 15 mila di corso Umbria. Protestano i commercianti. Il presidente dell'Ascom, Giuseppe De Maria, ieri, ha presentato alla giunta un emendamento per «impedire che ■buona parte delle domande presentate prima dell'eventuale nuovo provvedimento vengano accolte». De Maria sostanzialmente dice che sarà inutile chiudere la stalla quando i buoi sono già in fuga. Siamo ancora in tempo? «E' una strada impraticabile - dice Viglietta -, lo ha stabilito il Tar bocciando l'iter tentato dalle Regioni Lombardia e Veneto. Il provvedimento non è retroattivo». De Maria insiste: «In Francia lo è. Il Parlamento ha bloccato il rilascio delle nuove autorizzazioni e la decadenza delle domande di nuove aperture anche se presentate prima della data di pubblicazione della nuova legge». Viglietta è perplesso. Ribadisce, mvece, quanto già detto al sindaco Castellani: «Il Comune non può riservare il 3 per cento di quell'area solo alla grande distribuzione, deve limitarsi al 2, il restante 1, per legge, va ai commercianti». Da 15 mila metri quadrati, quindi, si dovrebbe scendere a 10 mila per l'ipermercato. «E' già così», obietta il capogruppo in Comune di Alleanza per Torino, Mauro Marino. C'è un balletto an- L'assessore Ma L'assessore Ma teo Viglietta che sui numeri? «C'è un rimpallo tra Regione e Comune - dice De Maria -, ci sono state operazioni immobiliari, legittime certo, ma di noi chi si preoccupa?». Seduta caldissima, anche per i 500 emendamenti annunciati dal consigliere dei verdi Pasquale Cavaliere contro le agenzie per la promozione turistica (apt), previste dalla legge proposta dall'assessore al turismo, Antonello Angeleri. Anche Rifondazione, pds e popolari annunciano battaglia. Su un punto, in particolare, le opposizioni si dicono d'accordo: «Bisogna dare le deleghe alla Province. Si parla tanto di federalismo. Facciamolo». Se non ci saranno disponibilità da parte della giunta, la seduta odierna durerà fino a notte, e non basterà. Angeleri crede nello spirito della proposta volta anche a coinvolgere i privati nei consorzi. Si parlerà anche di caccia: c'è l'accordo politico sulle restrizioni, ma la Federcaccia è critica. Ieri, intanto, è stato deciso di finanziare (con 5 miliardi) i privati che contribuiranno a costruire posti letto per anziani. Contrari i consiglieri di Rifondazione: «E' un'iniziativa ai limiti della costituzionalità. Le strutture sanitarie private possono lavorare anche a discapito del livello delle prestazioni». L'assessore regionale alla Sanità, Antonio D'ambrosio, ha ribattuto che il rispetto dei requisiti richiesti ai privati sarà controllato in maniera ferrea e che «senza l'intervento privato il Piemonte non arriverà mai ad avere i 17 mila posti letto per anziani di cui necessita, oggi i posti sono 4 mila». Sempre ieri, infine, è stato approvato - su proposta del consigliere Pino Chiezzi - che le reti telematiche siano considerate opere di urbanizzazione, quindi non optional ma servizi, e toccherà ai Comuni decidere a chi affidarli. tteo Viglietta Luciano Borghesan viene riaperto al pubblico, anche se una minima parte soltanto, ma è già molto per chi vuole assaporare ancora un po' d'aria pulita. «Novembre 1994: la tremenda esondazione del torrente Banna, oltre ad arrecare danni enormi alla cittadina, rovina le precarie condizioni di alcune piante secolari del Parco Cavour con la violenza delle sue acque. «Luglio 1996: dopo ripetuti colloqui con il sindaco, dopo molte petizioni, il parco è tutto chiuso, sommerso da erbacce. In Comune ci hanno per l'ennesima volta assicurato che il Comune ha fatto tutto ciò che era in suo potere per riaprire il Parco, ma che dipende tutto dal Comune di Torino, e dall'Assessore incaricato di provvedere alla manutenzione delle piante. «Ora mi rivolgo quindi a questa rubrica, sperando che si risponda a me ed alle centinaia di famiglie che non possono usufruire di questo polmone verde. In un'epoca in cui si parla solo di buchi nell'ozono, inquina¬ mento ed ecologia, ritengo che sia una cosa irragionevole trascurare in questo modo parte del nostro ricco patrimonio verde». Tiziana Benedetto

Luoghi citati: Comune Di Torino, Francia, Lombardia, Piemonte, Torino, Veneto