Troppo facile e Romiti se ne va dopo un solo set
Troppo facile e Romiti se ne va dopo un solo set Troppo facile e Romiti se ne va dopo un solo set ATLANTA. Ci sono partite che si giocano per dovere e Italia-Jugoslavia è stata una di queste. Sotto tono, al punto che Cesare Romiti, in tribuna con Pescante, Pagnozzi e alti dirigenti del Coni, alla fine del primo set se n'è andato a pranzo. L'Italia aveva conquistato matematicamente il primo posto nel girone e per conoscere l'avversaria di domani nei quarti si sarebbe dovuto attendere la notte. Insomma non c'era ragione per restare. L'Italia di Velasco ci ha abituati bene. Quando l'avversario la stimola inventa partite come quella con l'Olanda, altrimenti è un rito al quale si partecipa sapendo già come andrà a finire: anche ieri un 3-0, come nelle quattro gare precedenti. La Jugoslavia ha tenuto il campo nel primo set. Velasco ha utilizzato una formazione inedita, col ritorno di Tofoli in regia, Gravina centrale al posto di Bovolenta (la frattura al naso non gli impedirà di giocare già il prossimo match, se serve), la coppia di schiacciatoli Bracci-Papi al posto di Cantagalli e Bernardi. Confermati solo Giani e Gardini. L'Italia è partita sotto tono, la difesa soprattutto non ha contenuto le conclusioni di Duric, Taraskovic e Kovac. Un set a inseguire dall'8-8, con un 10-12 per gli slavi. Bernardi ha sostituito Papi, ma più del veneto è stata la concentrazione a entrare in campo: 15-12 il risultato. La Jugoslavia non è stata mai schiacciata, tuttavia si capiva che non poteva fermare gli azzurri. Anche nel terzo set, quando sul 12 pari c'è stato un momento di indecisione, il rientro di Giani e Tofoli ha ristabilito i valori, un ace di Cantagalli e un muro di Gravina hanno dato la vittoria. Ora ci sono i quarti, ad eliminazione diretta: il nodo che a Barcellona '92 risultò insolubile. «C'è emozione - ha ammesso Velasco - ma semplicemente perché capiamo che la nostra Olimpiade comincia adesso e le cinque vittorie sono da dimenticare. Essere stati eliminati l'altra volta non mi condiziona. E non siamo un Dream Team, definizione che non mi piace perché sa di asservimento culturale agli Usa. Inoltre mi sembra un limite del basket, avere una squadra tanto più forte delle altre che non la può battere nessuno». Prima che venisse definita l'avversaria, Velasco ha svelato di essersi preparato mentalmente ad affrontare il Brasile: «Perché è la più forte». [m. ans.] Italia-Jugoslavia 3-0 Parziali: 15-12, 15-8,15-12. Italia: Tofoli 1 + 1, Bracci 5+9, Gravina 4+9, Giani 5+19, Papi + 10, Gardini 1+9, Meoni 2+0, Sartoretti 3+2, Bernardi 2+0, Cantagalli 1+0. Jugoslavia: N. Grbic 4+0, Kovac 3+10, Tanaskovic 4+6, Duric 2+17, V. Grbic 5+14, Petrovic 0+3, Batez 1+4, Mester 1+3, Vujevic 0+6.
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