Un inferno d'acqua sulla Valle d'Aosta di Enrico Martinet

Le piogge hanno fatto straripare i torrenti. Distrutti alcuni edifìci, paura per una diga Le piogge hanno fatto straripare i torrenti. Distrutti alcuni edifìci, paura per una diga Un inferno d'acqua sulla Valle d'Aosta Emergenza a Courmayeur, 3 tedeschi muoiono sul'Bianco mata in neve, e il vento ha abbassato la temperatura a meno 15. Quattro tedeschi di due cordate diverse erano quasi in vetta. Erano al colle Major, a 4747 metri, in una sella della cupola ghiacciata che divide le due vette, quella di Courmayeur e quella di Chamonix. Si sono trovati lì in quattro nella bufera: tre sono morti, uno è riuscito a sopravvivere, ora è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Chamonix. Le vittime sono una guida alpina, Falle Rai- TM Cuneese) devono la vita a un crepaccio e alla sfortunata guida tedesca che aveva lanciato un segnale radio captato dai gendarmi di Chamonix: avevano concluso una delle vie più difficili delle Alpi, il Pilastro centrale del Frèney, quando la bufera li ha sorpresi. Spirito Pettavino, 58 anni, Roberto Fantino e Roberto Ravera, entrambi di 28, hanno cominciato a scendere lungo la cresta della parete Ovest. Ma la neve e il vento impedivano loro di continuare, ner Krause, 50 anni, Franz Mummert, 38, e Franz Schriefl, di 40. Il ferito è Thomas Merkel, 32 anni: era il cliente di Krause. Nella sua tasca i soccorritori hanno trovato un biglietto della funivia dell'Aiguille du Midi. Erano partiti lunedì da Chamonix per scalare la cresta di Peuterey. Gli altri due erano saliti sul versante italiano. Altri alpinisti sono riusciti a raggiungere rifugi e bivacchi prima che la bufera infuriasse e si sono messi in salvo. Tre italiani (del Un gruppo di alpinisti italiani si è salvato dalla bufera trascorrendo la notte in un crepaccio TUNNEL OR MONTE B B Fronda Chamonix: 1.000 persone evacuate. Bourg-Saint-Maurice: 1.000 persona evacuale, 5 campeggi distrutti, 20.000 tonnellate di fango si sono abbattute sulla tiltodino A sinistra, il torrente in piena nella valle di Rhèmes. A destra, il fango sulle strade di Bourg-StMaurice così si sono riparati in un grande crepaccio. E ieri mattina hanno sentito l'elicottero della protezione civile di Aosta che perlustrava il Bianco alla ricerca degli alpinisti tedeschi. Qualche minuto dopo i tre erano in salvo. All'ospedale di Aosta i medici hanno loro diagnosticato un principio di congelamento a mani e piedi. Niente di grave, sono già ritornati a casa. La Dora Baltea, ai piedi del Bianco, è rientrata ieri mattina TUNNEL DEL Val d'Aosta Ira Rhemes-Saint-Georges e Rhemes-Notre-Dante: camaegqio distrutto, svacuate 300 persone. Strada interrotta in località Carré. Valtavarendie: pericoli di frane e smottamenti. Valgrisenche: La diga sarà svuotola| Courmayeur: Morti 3 tedeschi sul bianco, salvi 3 cuneesi. Distrutto il piazzale delle Funivie Val Veny, spazzato via un bar, allagato l'angor dello protezione civile negli argini. Ma il «ramo» della Val Veny segue ora il suo vecchio letto, che passava dove è stato costruito il piazzale della funivia di Val Veny, a poco più di un chilometro dal traforo con la Francia. L'asfalto è stato inghiottito, lo chalet-bar trasportato via e fracassato. La stazione di partenza della grande funivia ha resistito, ora è piantata proprio sulla Dora, prima era distante cento metri. L'acqua si è presa anche il deposito di sci (150 milioni di danni) e ha invaso hangar e uffici della protezione civile. Era tutto costruito dove fino a poco meno di un secolo fa scorreva il ramo destro della Dora Baltea. La pioggia che si è arrampicata fino sui ghiacciai e ci è rimasta per parecchie ore ha dilavato i versanti, aperto seracchi, fatto svuotare enormi pozze d'acqua che si sono riversate in Dora. E il fiume ha ripreso la sua antica via, divorando miliardi. Il sindaco Derriard chiede lo «stato di calamità naturale». Ma alla festa patronale di domani, San Pantaleone, annuncia «non rinunciamo». E' la terza alluvione in quattro anni in Valle d'Aosta, dopo quelle ancora più disastrose del 1993 e 1994: vi furono miliardi di danni anche nei paesi tra Aosta e Ivrea. Enrico Martinet