La favola dei delfini salvatori di Anna Zafesova

La favola dei delfini salvatori La favola dei delfini salvatori Cacciano lo squalo che aveva attaccato un turista Spina staccata alla Transiberiana 7/ mitico treno è fermo, non paga la bolletta LONDRA NOSTRO SERVIZIO versità di Haifa. Oz Goffman è il direttore dell'«Israel Marine Mammal Research and Assistance Centre», che studia il braccio di mare al largo di Marsa Bareika (Sinai egiziano) dove è avvenuto l'incidente. Ha ricostruito così il fatto per il «Daily Express»: «I tre amici di Martin avevano notato cinque delfini "a naso di bottiglia" e si erano tuffati dalla barca per nuotare con loro. Dani Hermon, il proprietario, e Harry Hayward, l'istruttore subacqueo, sono ritornati sull'imbarcazione dopo pochi minuti, ma Martin continuava a nuotare con i delfini. A un certo punto l'equipaggio ha udito un urlo terribile e Dani ha visto Martin che veniva gettato in aria». Gli amici hanno assistito impotenti alla scena, mentre il sangue di Martin intorbidava l'acqua lìmpida. «Si sono resi conto che era stato attaccato da uno o più squali, probabilmente della grande specie bianca - ha proseguito Goffman -. Harry è accorso in suo Martin Richardson, un turista inglese che nuotava beato con i delfini nelle acque del Mar Rosso, si è visto perduto quando un grosso squalo gli ha affondato le zanne in una spalla e gli ha mozzato un pezzo di braccio. Il mostro ha mollato la presa per un memento quando l'uomo gli ha assestato un pugno sul naso, ma è tornato subito all'attacco: gli ha perforato un polmone e trinciato una costola. A quel punto, i delfini sono corsi in suo aiuto: hanno accerchiato il predatore e hanno cominciato a sbattere pinne e coda per scacciarlo. Il pescecane, vistosi a mal partito, se l'è filata. I delfini hanno trattato il signor Richardson come un figlio. «E' un comportamento comune alle mamme delfino quando si tratta di proteggere i piccoli», ha detto un etologo del «Recanati Centre for Maritime Studies» dell'Unit aiuto, e, mentre si avvicinava, ha visto tre delfini che gli nuotavano attorno in cerchio. Facevano un gran rumore sulla superficie dell'acqua con coda e pinne. Lo squalo si è spaventato ed è fuggito. Non ha fatto ritorno». Frattanto, il povero turista veniva tirato a bordo. «Le sue ferite erano così gravi, che senza l'intervento dei delfini sarebbe senz'altro morto». I medici egiziani di El-Tur che hanno ricucito i terribili squarci nel suo corpo hanno detto di avere smesso di contare i punti quando sono arrivati a 200. L'esperto di delfini Mark Simmonds, capo dei progetti speciali presso la «Whale and Dolphin Conservation Society», non si sorprende. Dice che i mammiferi, i quali avevano certamente avvertito il pericolo da lontano, si sono comportati secondo natura perché considerano gli esseri umani come alleati. «Questo è un caso raro, ma rientra nel loro comportamento verso di noi. I Era il treno più celebre dell'ex Urss, ha ispirato libri e film, è stato gloria e fiore all'occhiello delle ferrovie sovietiche, il tragitto più lungo della Russia e forse del mondo. Prenderlo e attraversare mezza Europa e tutta l'Asia era un po' come assaggiare la sensazione di far parte di una grande potenza: Mosca-Vladivostok, 10 mila chilometri, una settimana di viaggio e si sbarcava all'altra estremità del mondo, sul Pacifico. Ora chi ha voglia di rivivere questo brivido, di vedere dal finestrino un susseguirsi di paesaggi dalla steppa alla taigà, si sentirà dire alla cassa: «I biglietti per la Transiberiana non si vendono». 11 pellegrinaggio alla periferia dell'impero non è più possibile per una ragione molto banale: manca l'elettricità. All'altezza di Cita, in Siberia, la ferrovia si è vista tagliare il rifornimento d'energia, Due delfìni delfini ci accettano come parte della loro tribù e ci proteggono come si proteggerebbero a vicenda. Ecco perché è comune per loro venire in soccorso di esseri umani che stanno annegando. In questo caso, la risposta naturale è stata quella di scacciare lo squalo, il loro eterno nemico. Devono averlo colpito con il becco. I delfini non mordono ma nella loro bocca chiusa c'è una forza enorme». Come la forza della loro solidarietà verso di noi. Maria Chiara Bonazzi MOSCA NOSTRO SERVIZIO perché indebitata fino al collo. L'ente elettrico locale sembra immune al fascino del mito ed è stato categorico: pagate i 50 miliardi di rubli (circa 16 miliardi di lire) di bollette e faremo ripartire i treni. Ma il ministero dei Trasporti tutti questi soldi non ce li ha e non si sa quando li avrà. La Transiberiana è da qualche anno con il bilancio in rosso. Il biglietto costa una cifra inabbordabile per la maggioranza dei russi e quelli che i soldi ce li hanno, preferiscono l'aereo che gli evita una settimana stretti nella cuccetta. Il treno simbolo dell'ex Urss viaggia con le carrozze mezze vuote. Fino a qualche tempo fa i passeggeri più fedeli erano i militari, che avevano il biglietto pagato dall'esercito. Ma ora anche l'ex Armata Rossa è sull'orlo della rovina. E' una catena di bancarotte, lunga quanto la Transiberiana. L'indebitamento delle imprese ha ormai raggiunto cifre astronomi¬ che e i più colpiti sono i settori statali, come appunto la ferrovia. E del resto, a che scopo andare a Vladivostok? Nella meta della Transiberiana nell'Estremo Oriente russo da due settimane si vive a lume di candela: manca la luce perché non ci sono più soldi per il combustibile delle centrali elettriche. L'elettricità è stata staccata perfino ai reggimenti militari, inclusi i centri strategici che devono segnalare e prevenire un eventuale attacco missilistico. Se la crisi non verrà risolta prima che arrivi il freddo, mancherà anche il riscaldamento. E gli operatori delle centrali minacciano lo sciopero della fame (quello normale gli è proibito dalla legge) perché da più di sei mesi non ricevono i loro salari. In realtà, non sentono più nemmeno la rinuncia al cibo come un sacrificio in nome della protesta: non mangiano comunque. Anna Zafesova

Persone citate: Dani Hermon, Goffman, Harry Hayward, Maria Chiara Bonazzi, Mark Simmonds, Martin Richardson, Richardson, Whale