Erano 300, sono rimaste 99: per molte esiste addirittura il pericolo di crollo

Erano 300, sono rimaste 99: per molte esiste addirittura il pericolo di crollo Erano 300, sono rimaste 99: per molte esiste addirittura il pericolo di crollo Due immagini delle cascine torinesi: la Marchesa nel parco della Pellerina verrà utilizzata per attività didattiche e sarà data in uso alle associazioni. La Continassa, nella zona dello Stadio, doveva diventare un albergo, ma il progetto è fallito Nel 1791 gli edifici rurali torinesi erano 300, adesso ne sono rimasti in piedi novantanove disseminati nella città con una maggiore concentrazione, ovviamente, nei quartieri periferici, ma non solo: in pochi sanno che l'elegante, armoniosa Villa Amoretti, altro non era che l'edificio civile di un ampio complesso rurale. Una dettagliata ricerca condotta dal Dipartimento di progettazione architettonica del Politecnico (finanziata dall'Assessorato comunale all'ambiente con 20 milioni) e intitolata «Il sistema agricolo nell'area torinese» ha censito con certosina attenzione e particolare amore il patrimonio residuo, in gran parte ancora oggi di proprietà privata; solo una decina sono della città che già ha realizzato alcune opere di recupero. Il quartiere più ricco è Madonna di Campagna con 20 insediamenti, mentre nei quartieri Centro e San Salvarlo non si conserva alcun edificio rurale. Lo stato di conservazione - come spiega la professoressa Chiara Ronchetta che con gli architetti Mauro Silvio Ainardi, Daniela Ienna e Marcella Tisi ha condotto la ricerca - «è nel complesso mediocre, alcuni edifici sono ormai prossimi al crollo delle strutture come le cascine Fossata in Borgo Vittoria e Airale in Vanchiglia». La professoressa Ronchetta spiega: «Si tratta di un patrimonio importante che, al pari degli edifici aulici, possiede a pieno titolo dignità architettonica, storica e sociale. E' indispensabile far conoscere le cascine; la quasi totalità dei cittadini non considera tale oggetto come bene da salvaguardare perché non ne conosce la storia e le origini». Aggiunge: «Quando sono restaurate, penso ad esempio al Giaione, diventano edifici splendidi. Al Giaione l'ex aia è stata trasformata in una piazza usatissima dagli anziani delia zona come luogo d'incontro. E sotto l'attuale sezione dei vigili abbiamo ritrovato l'antica ghiacciaia che veniva riempita di neve in inverno e fino a primavera conservava i cibi. Quasi ogni edificio nasconde piccoli tesori quali forni e torri colombaie». Per alcune si è vagheggiato a

Persone citate: Airale, Chiara Ronchetta, Daniela Ienna, Marcella Tisi, Mauro Silvio Ainardi, Ronchetta