Argentina, meravigliosa sprecona

Argentina, meravigliosa sprecone Argentina, meravigliosa sprecone Ortega è la stella, Crespo (Parma) promette bene ATLANTA DAL NOSTRO INVIATO dietro le punte: le affianca, le rifornisce, le scavalca. Crespo, in compenso, è la torre che il Parma ha acquisito (dal River, anche lui) per rifornire di chili e centimetri la ditta Chiesa-Zola. Un gol e un assist la prima partita, un rigore parato e una rete clamorosamente fallita, nella seconda. Per la cronaca, a procurare il rigore e a dettare il lancio smarcante era stato Ortega, il migliore in campo. Crespo (21 anni) è ancora grezzo. Si muove molto, non è egoista, crea vortici, promuove varchi. Sotto porta, è dispersivo. Trucchi, malizie e sangue freddo verranno col tempo. Il River Piate deve a una sua doppietta, contro i colombiani dell'America di Cali, il visto per la Coppa Intercontinentale di Tokyo (rivale di turno, la Juventus). Così, a occhio, Tanzi non ha investito male i suoi soldi. L'Argentina è stata raggiunta nella ripresa, su autogol di Ayala, propiziato da una topica del portiere Bossio. Il risultato è bugiardo, ove si pensi alla traversa di un rinfrancato Almeyda, gran tiratore, al rigore di Crespo, alle occasioni di Zanetti, Claudio Lopez e dello stesso Crespo. Piuttosto, sul piano tattico e strategico, non abbiamo capito l'atteggiamento di Passarella. Niente da dire sui due cambi iniziali rispetto alla precedente formazione; molto da eccepire, viceversa, sul fatto che, pure in vantaggio e alle prese con un calendario asfissiante, tre partite in cinque giorni, abbia atteso il 31 ' della ripresa (sulT 1 1) per farne uno. L'Argentina ha speso molto. E, alla lunga, potrebbe risentirne. Da Sacchi a Passarella, da un eccesso (di staffette) all'altro. I et «normali» sono merce sempre più rara. [ro. be.] Innamorarsi di una cicala argentina. Succede, a furia di frequentare la periferia dei Giochi. Trascurato dai giornali, coccolato dal popolo, il calcio si ciba di briciole olimpiche e vegeta lontano dal cuore, in un mondo tutto suo, fra l'Alabama, la Florida e Washington. L'ora e il fuso ci impediscono di raccontarvi la sfida tra Italia e Ghana, disputata nella notte fra ieri e oggi, mercoledì. Per questo, vi diremo molto, se non tutto, della nostra cotta per l'Argentina di Daniel Passarella, rimorchiata al debutto (Birmingham, 3-1 agli Usa) e accompagnata, lunedì sera a Washington, a un rocambolesco 1-1 col Portogallo. L'Argentina è ritmo esplosivo, flessibilità tattica, spreco assoluto, da Brasile dei tempi d'oro. Da formica che era, ringhiosa, biliosa, spilorcia, si è trasformata in impenitente cicala, godereccia al punto da dilapidare tesori e risorse a più non posso. Ariel Ortega e Hernan Crespo ne costituiscono i simboli, gli estremi. Diego Simeone, l'ago della bilancia: ma farà bene a darsi una calmata, lunedì ne ha fatti fuori due, Peixe con una bullonata al ginocchio, Costinha, il portiere, con una spallata all'anca. E' stato ammonito, rischia grosso. Ortega ha 22 anni. Gioca nel River Piate, allenato da Ramon Diaz. Numero dieci: di ruolo, e di fatto. Ai Mondiali, rimpiazzò Maradona subito dopo la squalifica per doping. Contro il Portogallo, ha realizzato un gol da favola, al 45': non Del Piero, ma quasi. Ortega è fantasia, dribbling, trasgressione. Si imbosca □ V ....