LA JIHAD IN CASA

Estero LA STAMPA WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Le numerose e ricorrenti voci sul ritrovamento da parte degli investigatori di prime prove di un atto di sabotaggio ai danni del Jumbo della Twa sono state ieri indirettamente confermate dallo spostamento di ulteriori, specializzatissime unità della Marina sul luogo dell'incidente. Da Norfolk, in Virginia, sta muovendosi la nuovissima Uss Oak Hill, dotata di elicotteri e meccanismi sofisticati. Nel largo specchio d'acqua antistante Long Island, dove si stanno concentrando gli sforzi delle squadre di intervento, è atteso l'arrivo di uno straordinario robot, chiamato «Mini Rover One», dotato di sonar e telecamera subacquea, oltre che della capacità di bloccare, tenendolo fermo, un relitto in modo che i sommozzatori possano intervenire ed esaminarlo. Ma le polemiche sulla lentezza delle operazioni continuano, alimentate anche da un persistente e diffuso sentimento di panico. Le voci su nuove, più decisive prove sono rimbalzate ieri attraverso le televisioni «Cnn» e «Abc». Fanno riferimento a tracce di esplosivo che sarebbero state trovate su una parte di un'ala, accompagnate da alcuni intacchi che potrebbero far pensare a schegge o frammenti di un ordigno esplosivo. Nessuno ha confermato e, anzi, qualcuno ha precisato che, sul pezzo in questione, sono stati compiuti in realtà finora due rilevamenti, il primo positivo e il secondo negativo. Ma altre voci parlano di altri frammenti dell'aereo che sarebbero stati mandati negli attrezzati laboratori di Washington per essere esaminati. Contrariamente a quanto era sembrato in un primo mo- RETROSCENA ELLA tempesta di rivelazioni, smentite e supposizioni che rimbalzano tra la stampa, la televisione e l'Fbi, una delle ipotesi più nuove e inquietanti sull'esplosione del Boeing della Twa, è quella che punta nella direzione dell'islamismo autoctono. Il New York Post scrive ieri che l'inchiesta si è decisamente concentrata sui seguaci dello sceicco cieco egiziano Omar Abdel-Rahman, condannato all'ergastolo a New York per il suo ruolo nell'attacco terroristico al World Trade Center nel 1993. Lo sceicco è un riconosciuto leader spirituale e politico nelle moschee di Brooklyn e New Jersey, e alla sua condanna hanno fatto eco giuramenti di vendetta e rappresaglia. i ii l LAJIHAD IN CASA gUn'ennesima pista ipotetica, oltre a quella dell'iracheno Ramzi Yousef, noto esperto di esplosivi, le cui ricette alla nitroglicerina sono state pubblicizzate nel corso del processo in corso in questi giorni a New York? Pare ci siano seri elementi a confermare la solidità dei sospetti dell'Fbi. Osama Bin Ladin, seguace dello sceicco, è legato a una organizzazione terrorista che poco prima dell'esplosione ha inviato una lettera di avvertimento a un giornale arabo. Riemerge la preoccupante consapevolezza che il nemico è già dentro la casa americana. E non si tratta solo delle moschee newyorkesi, ma di una rete politica e finanziaria elaborata di militanti islamici in tutto il territorio nazionale. E' una rete che si estende da costa a costa, ha punti di riferimento anche nelle città di quello che si chiama «il cuore» del Paese sia geograficamente che culturalmente, e invoca la diffusione del terrore in una «Jihad» contro l'America e l'Occidente. Steve Emerson, un giornalista e documentarista basato a Washington che ha studiato la crescita dell'islamismo militante negli Stati Uniti per due anni, ne ha composto una mappa interessante e istruttiva. Magari avranno poco a che fare con l'esplosione del Boeing della Twa. Ma la loro esistenza è l'incubo nel I Estero All'indice Iran e tibia

Persone citate: Norfolk, Omar Abdel-rahman, Osama Bin Ladin, Ramzi, Steve Emerson, Yousef

Luoghi citati: America, Iran, New Jersey, New York, Stati Uniti, Virginia, Washington