Due stelle fatte a uovo

Due stelle fatte a uovo Due stelle fatte a uovo IL telescopio «Hubble» in orbita a 500 chilometri di quota è riuscito a misurare il diametro delle stelle pulsanti «di tipo Mira», che variano periodicamente e con una certa regolarità il loro diametro, e quindi la loro luminosità. I risultati ottenuti portano alla conclusione che queste stelle vecchie e gigantesche non siano rotonde ma a forma di uovo! Conoscere meglio queste stelle enigmatiche è importante per capire come le stelle si evolvano e per sapere quale sarà il destino del nostro Sole fra 5 miliardi di anni. A causa della distanza, le stelle sono troppo piccole per mostrare i loro dischi con metodi tradizionali in luce visibile, ma gli astronomi hanno usato i sensori a guida fine dell'Hubble (Fgs) per raggiungere in luce visibile i diametri angolari (uria misura della larghezza apparente) di due variabili del tipo Mira, R Leonis e W Hydrae. Le osservazioni sono state effettuate da Mario G. Lattanzi dell'Osservatorio Astronomico di Torino, e Ulisse Munari dell'Osservatorio di Padova insieme a M. Feast e P. Whitelock dell'Osservatorio Astronomico del Sud Africa. I risultati saranno pubblicati nella rivista «Astrophysical Journal». I sensori a guida fine dell'Hubble sono normalmente usati per seguire i corpi celesti che vengono osservati dal telescopio spaziale. Anziché ottenere immagini, l'Fgs, dalla luce in arrivo, produce delle frange di interferenza. Le zone brillanti e oscure create dalla figura di interferenza, che ricorda le increspature di un laghetto, possono essere usate per rnisurare angoli estremamente piccoli, fino a 1/100 di secondo d'arco, come dire un oggetto da 18 metri sulla Luna;- -•• ■-- — Le misure effettuate dall'Fgs hanno mostrato con sorprendente chiarezza che le atmosfere delle due stelle non sono perfettamente rotonde, ma piuttosto leggermente elongate, come un uovo. Questa strana forma potrebbe essere stata prodotta da diverse cause. Una possibilità è che la stella, pulsando, non si espanda ugualmente in tutte le direzioni. Oppure sul disco della stella potrebbero esservi delle grandi macchie scure che danno l'illusione di una forma non sferica. Lattanzi dice: «Questa è probabilmente una conferma indiretta di ricerche precedenti, secondo le quali le fotosfere delle stelle tipo Mira non sono perfettamente sferiche. Una tale evidenza è fondamentale per una migliore comprensione dei fenomeni fisici che causano la pulsazione di queste stelle e dell'interazione delle loro fotosfere con l'atmosfera circostante». Le misure mostrano che R Leonis ha un diametro apparente (in luce visibile) di 70x78 millisecondi, ovvero 1,3 x 1,4 miliardi di km assumendo come distanza 390 anni-luce. Questi valori sono invece di 76x91 millisecondi per W Hydrae, con dimensioni lineari simili a quelle di R Leonis. Se fossero al posto del Sole, entrambe queste stelle si estenderebbero ben oltre l'orbita della Terra, fino quasi a giungere a quella di Giove! Le stelle come il Sole alla fine si trasformano in giganti rosse. Uno stadio cruciale in questo processo, durante il quale le stelle proiettano i loro strati esterni nello spazio producendo le nebulose planetarie, è occupato dalle variabili tipo Mira. La loro pulsazione, con un periodo di circa un anno, e la loro forte variazione in luminosità (di un fattore di alcune migliaia) distingue le stelle tipo Mira dalle altre e le rende importanti indicatori del processo di evoluzione stellare. Queste nuove osservazioni del telescopio spaziale, coadiuvate da altre fotometriche fatte da terra ùi luce visibile e infrarossa, sono le prime di un programma della durata di un anno per controllare le variazioni nei diametri e nelle forme di queste stelle mentre pulsano. Walter Ferreri COME VARIA LA LUMINOSITÀ' DELLA STELLA MIRA GIORNI 50 100 150 200 250 300 350 VENEZIA, 26 maggio 1759. L'ambasciatore piemontese Giulio Vittorio Incisa di Camerana scrive un dispaccio alla segreteria di Stato per gli Affari stranieri a Torino. Dopo aver riferito della salute del Papa e dei fatti accaduti ai gesuiti in Spagna e in Portogallo e alle conseguenti reazioni della Santa Sede, racconta che in quei giorni è venuto a trovarlo un giovane sui trent'anni, di corporatura asciutta e statura media, che si fa chiamare Eugenio Brunetto, o Brunetta, torinese, commerciante di professione e da molto tempo abitante a Lione. Ha mostrato un passaporto francese che lo qualifica come lionese e afferma di essere a Venezia per esigere certe somme rilevanti da un gentiluomo veneziano di nome Marco Barbaro. Le merci in questione, racconta Brunetta all'ambasciatore, sono state sequestrate dal magistrato perché di contrabbando e il gentiluomo veneziano è scappato. Ma egli non sapeva che quelle merci fossero proibite nella Repubblica di Venezia. All'ambasciatore Incisa la questione appare poco chiara e domanda al mercante perché