Caccia a 300 galeoni pieni d'oro

Caccia a300galeoni pieni d'oro Caccia a300galeoni pieni d'oro Nella baia di Cadice, una zona marina di 70 chilometri che va dall'omonima e bellissima città andalusa a San Lucar de Barameda, a una profondità media di appena 30 metri, ci sarebbe un «Eldorado» sottomarino. Almeno 300 galeoni (le navi da carico dei tempi di Carlo V e di Fibppo II) pieni zeppi d'oro, argento e pietre preziose, destinate, se le navi non fossero naufragate, alla famosa «Torre d'Oro» di Siviglia, collegata con la baia di Cadice dal fiume Guadalquivir. Secondo studi realizzati dalla «Asociación de Rescate de Galeones Espanoles» l'affondamento delle navi, naufragate nella baia (famosa per i suoi venti tempestosi e le forti maree) dal 1500 fino al 1820, è documentato nell' ((Archivio delle Indie» di Siviglia. L'associazione, che non ha scopi di lucro, vorrebbe recuperare i tesori sommersi, che calcola ammontino addirittura a 2 milioni di miliardi di pesetas, qualcosa come 20 milioni di miliardi di lire. «Abc» riferisce che uno dei ricercatori dell'associazione, l'italiano Claudio Bonifacio, stima che, solo in oro ed argento, sarebbe sommerso un patrimonio pari ad un quinto di quello prima citato. Ma, a differenza di quanto succede nelle Azzorre portoghesi, o di una legge approvata nel giugno del '95 che permette ai «cazatesoros» di recuperare il bottino dei galeoni spagnoli sommersi (almeno 274) ed intascarsi dal 30 al 70 per cento del bottino, la regione Andalusia ed il ministero della Cultura di Madrid impediscono di far riaffiorare i tesori, in quanto temono che l'unica cosa che interessa agli archeologi sottomarini sia rubare. Che nella baia di Cadice, adesso una delle zone più povere di Spagna ma una volta ricchissima (non a caso venne saccheggiata due volte, prima dai pirati olandesi e poi da quel gran corsaro inglese che fu il conte di Essex nel 1600), vi siano un sacco di navi non v'è dubbio. Il «cacciatesori» statunitense Mei Fischer, con una speciale imbarcazione munita di sonar, scandagliò il tratto di mare nel '92 e dai risultati, scientifici, appare in tutta evidenza che sotto le acque vi sia un cimitero di galeoni. E Fischer, di tesori, se ne intende. Nel 1971 recuperò tutto quanto era nelle stive della «Nuestra Senora de Atocha», affondata al largo della Florida (una volta possedimento dell'impero spagnolo) nel 1622. E s'intascò tra oro, argento e gioielli ben 300 milioni di dollari. Nei pressi di Cadice si troverebbe, sempre secondo quanto è scritto nell'«Archivio delle Indie» di Siviglia, la «Alzola», un galeone che affondò nel 1551 con un gigantesco bottino che gli spagnoli, come sempre, avevano rubato agli indigeni del Centro-Sud America (15 tonnellate d'oro e d'argento). A Cadice, un porto fondato nel 1100 a.C. dai Fenici, sono però scettici. «E' vero che ci sono sott'acqua centinaia di navi, ma, visto che la profondità non supera i 30 metri, se ci fossero dei tesori, già li avrebbero portati via - dicevano ieri sera al "Diario de Cadiz", il principale quotidiano della zona -. La Asociación de Rescate, che ha sede a Toledo, sono almeno 4 mesi che IL CALDO RITARDA. L'alta pressione, presente sul Mediterraneo centrale, genera condizioni meteorologiche di stabilità. Quest'anno tuttavia la situazione è più frastagliata, ne consegue un certo rimescolamento dell'aria che genera la formazione di temporali. Le temperaturt. pur essendo abbastanza alte, sono leggermente al di sotto dei valori medi del periodo. Tendenza per dopodomani. Sulle regioni settentrionali e su quelle centrali tirreniche avremo una certa instabilità che sarà causa di locali piovaschi; sulle rimanenti regioni condizioni di tempo buono. MADRID NOSTRO SERVIZIO IL TEMPO continua a credere di aver trovato un nuovo Eldorado. Le prove, però, non ci sono. Le cifre iperboliche che maneggiano sono frutto di un calcolo matematico che consiste nel moltiplicare per 300 quanto Fischer trovò nel galeone al largo della Florida». «E poi, fin dal XVI secolo, l'impero spagnolo faceva immergere dei pescatori provetti per cercare di recuperare il possibile - continua il giornale -. La regione Andalusia, comunque, fa molto bene a vietare i cacciatesori. Succederebbe come da voi a Pompei, ruberebbero tutto». Però l'«Archivio delle Indie» di Siviglia, riferisce l'agenzia «Europa Press», indica che sotto la baia di Cadice c'è un vero e proprio immenso tesoro: dal 1496 al 1822 sono naufragati 788 galeoni, il cui carico stimato è di 800 tonnellate d'oro e 12 mila tonnellate d'argento. L'Associazione della Rescate vorrebbe ripescare i galeoni con fondi pubblici. E l'Andalusia non ha una peseta. Ma, forse, con fondi privati, i tesori potrebbero tornare alla luce. E, come se non bastasse, c'è pure da scandagliare il Guadalquivir, il fiume navigabile che va da Cadice a Siviglia. Anche qui, di navi affondate, ce ne sono centinaia. Gian Antonio Orighi LONDRA. Duecento anni dopo l'impiccagione di Francesco Caracciolo, un discendente del patriota napoletano chiede che il governo britannico si scusi per quell'oltraggiosa morte ordinata dall'ammiraglio Horace Nelson. «Sono disponibile a una riconciliazione e anche a stringere la mano all'attuale Lord Nelson, a condizione però che i britannici facciano la prima mossa», ha detto al «Daily Telegraph» il duca Giuseppe Caracciolo. La richiesta, però, non sembra essere stata presa sul serio da Londra. «La storia è piena di questo tipo di incidenti. Se si dovesse fare qualcosa per ognuno, passeremmo tutto il nostro tempo a scusarci uno con l'altro», ha fatto sapere il ministero degli Esteri. Il duca Francesco Caracciolo (1752-1799) fu un servitore di re Ferdinando I e nel 1798 comandò con Nelson la divisione navale che scortò i reali in Sicilia per sfuggire ai francesi. Ma fu durante quel viaggio che cominciarono i dissapori con l'ammiraglio inglese che lo avrebbero portato l'anno dopo sul patibolo. Offeso perché Ferdinando aveva scelto la nave di Nelson per la traversata, rientrò a Napoli. Caracciolo ci arrivò poco dopo la proclamazione della Repubblica (23 gennaio 1799) e accettò di comandare la marina repubblicana. Restaurata la monarchia, fu condannato a morte. Avrebbe avuto diritto a essere fucilato, ma Nelson gli volle infliggere l'umiliazione dell'impiccagione. [Ansa] 1 NAPOLI: NAVE CARICA DI 300 MILA DUCATI (AFFONDATA NEL 1646)1 SIRACUSA: DUE GALEE CRISTIANE CARICHE DI PREZIOSI (AFFONDATE NEL 1625) SI 25) AVOLA: GALEONE INGLESE CARICO D'ORO E ARGENTO (AFFONDATO NEL 1590) Il tesoro nascosto ammonterebbe a venti milioni di miliardi Le navi sarebbero affondate in un tratto di mare profondo una trentina di metri