La grande e classica pittura civile e collettiva d'un sognatore
Polemiche e sorprese per il ritorno di Guttuso da Londra a Ferrara Polemiche e sorprese per il ritorno di Guttuso da Londra a Ferrara La grande e classica pittura civile e collettiva d'un sognatore 1FERRARA. Palazzo Massari, fino all'8 settembre, Guttuso «Retour de Londres», dopo le polemichette sugli echi italiani alle critiche apparse sui quotidiani inglesi, che davano maggior risalto a qualche voce negativa rispetto alle positive. La vitalità ài questo tenace sognatore di una classica pittura civile e collettiva riesce a essere una pietra dello scandalo anche quarant'anni dopo le dispute sul realismo, e quasi un decennio dopo la conclamata morte delle ideologie, e la caduta dei muri. Che questa vitalità, nuda e violenta, che non ha paura di confrontarsi con la realtà dell'uomo, con il suo tempo, con la passione civile - anche nella quotidianità intesa come motore della storia -, sia intrinseca alla materia stessa della sua pittura, al di là delle immagini, mi sembra un dato di fondo. E' vero però che qui a Ferrara, rispetto a Londra, è venuto a mancare proprio il grande quadro più ideologicamente scoperto, La discussione della Tate Gallery: un'antitesi espressivamente brutale, nelle trincee della guerra fredda, rispetto alla mummificazione stalinista del realismo socialista imperiale che, con curioso contrappasso, oggi l'Occidente capitalista acquista a peso e a metriquadri. Le «grandi opere», che continuo a ritenere, con tutti i loro discussi limiti comizianti e retorici, l'orma fondamentale impressa dal testimone Guttuso sulla seconda metà del secolo, hanno avuto la loro parata undici anni fa al Palazzo Reale di Milano. Qui sono sufficienti il prototipo, Fuga dall'Etna e la Crocifissione scandalosa del Premio Bergamo, mentre in una vetrina sono esposti, per questa edizione, alcuni fogli caricaturali alla Galantara del 1949 con preti che si schermiscono e fanno gesti d'anatema, e un grande, singolarissimo quadro del 1973: Carretto con cavoli. In esso un forte primo piano di cavoli, cordame, particolare della ruota, circonda e incornicia la fiancata dipinta con una versione raffinatamente «naive», fra mistica e nazional popolare, dei funerali di Togliatti in una marea di bandiere rosso sangue. In un'opera come questa, così come nell'enorme Vucciria compressa in una saletta finale, ma senza perdita di valori ottici, emerge tutta la complessità dell'incontro in Guttuso fra l'immediatezza del «furor» espressivo, equilibrata da un'alta volontà compositiva secondo la grande tradizione dal Rinascimento fino al David rivoluzionario e a Courbet, che si materializza drammaticamente in forme disegnate e colori, e un'intelligenza critica e culturale che gli è valsa un paritetico scambio con più generazioni di letterati, da Vittorini fino a Siciliano, con al centro Moravia. Ed ecco allora che Fucilazio- Miniature fiamminghe al Bardini di Firenze
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