«La tv intelligente? Fa diventare scemi» di Paolo Martini

polemica. Pamphlet di Paolo Martini: ci vuole una Norimberga polemica. Pamphlet di Paolo Martini: ci vuole una Norimberga «La tv intelligente? Fa diventare scemi» "Y] NONDAZIONE di falsità, I manipolazione politica, I I istigazione alla violenza e I al suicidio, massacro di ..*J ospiti, illusione di un servizio pubblico contro quello privato, talk show arroganti che si sostituiscono al dibattito sociale vero. Dunque, una Norimberga per i crimini della tv? E' una provocazione, certo. Ma, almeno, valga una espiazione simbolica, un oscuramento temporaneo che sia riflessione per tutti e per i telespettatori terapia disintossicante. AI grido di Maledetta tv (làmina Edizioni), setaccia le nefandezze del piccolo schermo un pamphlet di Paolo Martini, già autore di TV sonisi e milioni e di No, non è lo Ebe. Un libro in cui studi e osservazioni personali viaggiano a braccetto con le ricerche e le analisi di McLuhan, Meyorowitz, Popper, De Kerckhove. Autore impietoso, Martini. Fin dall'inizio avverte che «ognuno è libero di farsi irretire come meglio preferisce, qualcuno sceglie le sette dal sapore medioevale, altri trovano più moderni certi sciamani ad alta tecnologia». E cita Karl Popper: «La tv e divenuta un potere troppo grande per la democrazia». Quindi, via alle accuse. Se certi esperimenti parlano di danno fisico, altri confermano intoqridimento del cervello, incapacità di fronteggiare l'immissione di messaggi. E poi c'è il falso venduto per vero, il cinismo al di qua e al di là della telecamera. Sfilano falsi tanto clamorosi quanto abietti. La troupe (è un racconto di Goffredo Parise) che nel Biafra del '68 incita i mercenari a compiere un agguato. Quella che paga ragazzine minorenni per darsi ad alcol, droga e orge cosi da testimoniare il degrado dell'adolescenza. Quella che assolda teppisti per girare in diretta il pestaggio di un malcapitato qualunque. Gli operatori della Bbc che, in Calabria, prima di un'intervista, disseminano l'asfalto di siringhe e preservativi, lattine vuote e giornali pomo. E c'è lo scoop con le prime immagini della tragedia di Cernobil, trasmesso dalle tv di mezzo mondo, Italia compresa, girato in realtà nel golfo di Muggia. C'è l'imbonimento politico e c'è bimba-Angiolini che ripete dallo schermo: ((Ambra è pazzesca», fino a costruire la diva. C'è il suicidio in diretta del ministro americano Budd Dwyer che si caccia la canna della pistola in bocca e spara mentre i giornalisti, anziché bloccarlo (tranne uno che ci prova), continuano a riprendere. C'è il rapporto tra spettacolo e violenza reale, con cifre che lasciano stupefatti: negli Stati Uniti, secondo l'Fbi, per ogni omicidio vero ne appaiono mille in tv. Una fiera internazionale eli vergogne. Quanto all'Italia, Martini avverte: è proprio la «buona tv», quella che si picca di essere onesta e intelligente, realista alla Pasolini, quella dei Guglielmi, Santoro, Ancora sulla scuola Eterno argomento: la scuola. La scuola, in pratica, potrebbe essere l'unico argomento di questa rubrica. Perché, per quanto siano variati i temi di discussione, prima o poi, irreparabilmente, si torna a confrontarsi con quel primo atto della nostra vita sociale che consiste nella mobilitazione scolastica, vecchi e giovani, prò e contro, allievi e insegnanti. Cominciamo proprio con la lettera di un'insegnante in replica a un'allieva. Anzi a un'ex allieva, [o.d.b.] Mi sembra un po' troppo Gent. o.d.b., ho appena terminato di leggere la lettera di Cristina relativa al problema scolastico. Sono un'insegnante con ventennale esperienza e sempre mi sono occupata dei miei alunni, seguendoli con affetto e cer¬ «Falsi venduti per veri, scoop abietti, cinismo, imbonimento politico: ecco i crimini del piccolo schermo» Guglielmi e Costanzo, sopra Ambra, in alto la Carrà Curzi, Costanzo a provocare devastazioni, a stravolgere la realtà, a farsi cannibale. Con Fede e Liguori, Baudo e Carrà, c'è Minoli con l'autopsia a un extraterrestre, c'è il signor Costanzo Show che accusa Baudo di presenzialismo ed è piti presente di lui, «demiurgo dei nuovi mostri» o, come dice Giuliano Ferrara, colui che «sublima la stupidità, come un alchimista». Apocalittico giustiziere, Martini chiude con ima rassegna di film e libri che mostrano, tra profezia che viene dal passato, inquietudine del presente, e proiezione nel futuro, il volto nero dello schermo. Con una breve guida alla salvaguardia. E un unico messaggio di speranza: imparate a usare la televisione, a non farvi usare. Allora, Maxtini, lei odia la tv? «No. Accuso i pericoli, l'uso che se ne fa». Lei cita spesso McLuhan. E' pericoloso il mezzo o chi lo usa? «E' come per i fucili. C'è chi va a caccia e chi spara all'impazzata in città. 11 mezzo offre tentazioni e la scorciatoia è la degenerazione dell'uso, con responsabilità individuali più spiccate». Lei attacca finte notizie, inchieste costruite cinicamente, manipolazione. Accusa la tv «intelligente» e difende quella «scema». I contenuti non contano? «I contenuti sono una scusa. Quello che conta è l'uso. La tv "scema" Enzo Biagi: «Ormai, se una cosa non l'hai vista in televisione, è come se non ci fosse stata»

Luoghi citati: Calabria, Italia, Norimberga, Stati Uniti