Bomba su un bus: 12 morti

Bomba su un bus: 12 morti Bomba su un bus: 12 morti ALGERI. Ancora sangue in Algeria. Un attentato dinamitardo, il quarto nel giro di cinque giorni, ha provocato dodici morti fra gli occupanti di un autobus a Bouira, a un centinaio di chilometri da Algeri. La responsabilità dell'atto terroristico, che non è stato rivendicato, è stata attribuita dalla polizia ai militanti islamici. Gli altri tre attentati sono avvenuti a Algeri, Kolea e Blida. E sempre ieri due addetti a un distributore di benzina della località algerina di Jemis El Jechna sono stati sgozzati sul posto di lavoro. La notizia del barbaro duplice omicidio, opera probabilmente dei fondamentalisti islamici, è stata data dal quotidiano «Le Matin», che non ha fornito altri particolari. [Agi-Efe] lani, il turismo non avrebbe risentito delle bombe. Tuttavia, la paura rimane. Le bombe, infatti, secondo gli inquirenti, sono sempre collegate ad un timer e quindi possono essere piazzate anche molti giorni prima dell'esplosione. Le forze dell'ordine sono in allarme rosso, ma vigilare sututte le località di villeggiatura del Paese è impossibile. Ed Età pare che ANTIDOPING CHE FATICA vicina al Villaggio degli atleti, Di Donna aveva proseguito in questo suo ultimo sforzo: non era bloccato come succede spesso ai calciatori, tanto che un prestigioso personaggio del pallone aveva studiato un sistema per sviare l'attenzione del medico e rabboccare la provetta, di solito con acqua. «Non si può mica restare qui fino a mezzanotte», diceva per giustificarsi. Il problema dell'azzurro era diverso. Come ha spiegato quando gli è passata la paura, Di Donna è abituato a bere moltissimo durante la gara e la grande quantità d'acqua ha contribuito evidentemente a diluire la sua urina. Può succedere. Ma quando si è vinta una gara alle Olimpiadi il sospetto è sempre dietro l'angolo, il fantasma del doping insegue chiunque e in qualsiasi sport. In realtà la medaglia si conquista in due fasi: la prima quest'anno faccia sul serio e cerchi il morto. I terroristi bascospagnoli, che già hanno insanguinato la Catalogna sono soliti fare «campagne estive» dal '68. Ma, finora, eccezion fatta per gli anni '78-'79 (5 morti, 100 feriti in attentati alle stazioni ferroviarie e all'aeroporto di Madrid) era una specie di «terrorismo a bassa intensità». Quasi mai feriti, solo bevi danni materiali. quando si riesce ad essere più bravi degli avversari, la seconda quando si dimostra che per farlo non si è chiesto aiuto alla chimica. La storia del pistolero dalla pipì sbagliata ha cominciato a circolare ad Atlanta con i toni di un thrilling. Perchè non ce la fa? Il suo è un impedimento reale o una finzione? Cosa nasconde? Anche un tiratore infatti può doparsi. Non ha bisogno di prodotti che gli gonfino i muscoli o gli permettano di reggere carichi di allenamento sempre più intensi, ma ci sono dopaggi di altro tipo: le sostanze metabloccanti, ad esempio, che rallentano il battito cardiaco e aiutano a mantenere una maggiore stabilità nel momento di grande tensione in cui si mira al bersaglio. Dicono che qualcuno ne abbia fatto uso in passato. Di Donna naturalmente si sentiva pulito ma doveva dimostrarlo ai medici. Sono state ore d'inferno. Il responsabile dell'antidoping non l'ha mollato un attimo. Ne immaginiamo il ghigno, l'insisten¬

Persone citate: Di Donna

Luoghi citati: Algeri, Algeria, Atlanta, Blida, Catalogna, Jemis El Jechna, Kolea, Madrid