Un esploratore all'inferno

La guerra in Vietnam, il mistero Cina: le lettere inedite del grande scrittore-giornalista morto dieci anni fa La guerra in Vietnam, il mistero Cina: le lettere inedite del grande scrittore-giornalista morto dieci anni fa PARISE Un espbratore all'inferno EARISE, grande esploratore. «La guerra si sente soltanto la notte quando i cannoni fanno tremare i vetri. Sparano a 15-20 chilometri dalla città». In questa lettera del 1967, fino a oggi inedita, Goffredo Parise, inviato speciale de L'Espresso in Vietnam, scrive da Saigon alla compagna della sua vita, la pittrice Giosetta Fioroni. La sporca guerra è giunta ormai al suo culmine e lo scrittore, in attesa di andare al fronte, sta facendo un'inchiesta sulla prostituzione. Il narratore era nato a Vicenza nel 1929 e il 31 agosto ricorre il decennale della scomparsa. A cura di Ilaria Crotti sono in uscita gli atti del convegno a lui dedicato presso la Fondazione Cini da Fernando Bandini. E la rivista Nuovi Argomenti nel numero di ottobre pubblicherà gli interventi di un altro convegno tenuto a Ponte di Piave. Su suggerimento di Gadda Parise era diventato un appassionato lettore delle opere di Darwin. E addentrandosi nei meandri di Saigon, città corrotta, capitale di un Paese Nella corrotta Saigon esplora il mondo della prostituzione: una bolgia di sesso, miseria, bambini, scoprendo «un'umanità animalesca» MIA cara, comincio a non poterne più e ho davanti a me ancora venti giorni di viaggio. Sono a Nanchino, dove resterò due giorni, poi Sou- chou, altri due giorni, poi Shanghai, cinque giorni o sei, poi Wuhan, due giorni, poi Changsha, altri due giorni, poi Canton, ancora due giorni, poi H. K. Starò a H. K. un quattro o cinque giorni, poi di nuovo in Cambogia ad Ankor-Vat, poi a Bangkok, un giorno, poi, forse, qualche giorno, tre o quattro, a Calcutta e Benares, poi ritorno. Questo, in linea di massima, il mio viaggio di ritorno. Ho tralasciato decisamente l'idea dell'America perché non avrei il tempo e, tutto sommato, nemmeno la voglia di fare quel giro. La Cina risponde in pieno all'idea di società di massa che mi ero fatta e conferma tutte le mie idee sulle società di massa: indifferenziazione dell'individuo, morte totale dell'arte, strapotere della burocrazia, ecc. A differenza dell'America la Cina è soltanto consumatrice di idee, non di beni di consumo. E nella fattispecie delle idee marxiste e delle idee personali del signor Mao. A differenza di altri europei noi italiani abbiamo due strumenti o esperienze in più per cercare di capire questa società: abbiamo la conoscenza e l'esperienza del cattolicesimo e del fascismo. Antica dittatura ideologica cioè, e recente dittatura militaresca. Per il resto abbiamo gli stessi strumenti conoscitivi di Marco Polo: gli occhi per guardare e il cervello per riflettere. E basta. Questo non servirà forse a conoscere nel profondo, come si dice, ma se è vero che l'apparenza è anche l'essenza delle cose, allora sono sufficienti per conoscere quel tanto che è dato all'uomo di conoscere. Rimane tutto il sottofondo, profondissimo a dire il vero, della cultura cinese, di cui visibilmente la traccia più misteriosa e affascinante è la scrittura. Per tutto il resto, contrariamente a quanto si è sempre creduto, non vi è arte in Cina: vi è artigianato raffinatissimo se si vuole, ma mai arte: ad eccezione forse, della scrittura, che è l'unica espressione individuale e che comporta lo stile: infatti è pittura e scrittura insieme. Lo sforzo maggiore che bisogna compiere ad ogni momento è quello di sradicarsi dal proprio concetto di conoscenza individuale e di vita individuale per calarsi nel concetto di conoscenza e vita collettiva. Il collettivo a noi sembra promiscuo, e lo è. Ogni sforzo della dittatura esercitata da questo governo è diretto appunto a questo. Alla totale imdifferenziazione dell'individuo. Infatti mai, in altri paesi o repubbliche popolari, ho visto una reale indifferenziazione, attuata come qui. Non si riconosce nessuno. Non esistono classi. Tutti dove esistono «400.000 puttane» dove tra postriboli e orfanotrofi era possibile avere a disposizione adulti e bambini a volontà («sembravano cani, nonostante fosse un orfanotrofio tenuto da suore»), scopre che «l'umanità è animalesca e ancora una volta Darwin ha ragione». Allo scrittore-giornalista con il notes in mano, le donne di Saigon mentono spudoratamente, negando l'evidenza e il fenomeno della prostituzione. L'autore dei Sillabarii aveva cominciato a viaggiare fin dall'inizio degli Anni Sessanta. Dapprima era stato in America, ma sono vestiti poverissimamente e in modo uguale, a eccezione forse dei funzionari che sono vestiti di scuro ma anche loro allo stesso modo. Il tenore di vita, rispetto all'Europa, è molto basso: rispetto alla Cina, buono. Tutti lavorano, le donne tirano carretti carichi di sacchi di grano. L'indifferenziazione, con grande gioia di Dacia [Dacia Marami, ndr], raggiunge naturalmente i sessi, ed ha come base il lavoro. Quanto al sesso non esiste, o meglio, esiste una morale puritana quasi furiosa. Prima di sposarsi non ci si bacia neppure. Tutto sommato sono pretini e monachine fasciste, per dirla in breve fanatici militaristi. Vedi un po' tu che allegria! Ora ho a mia disposizione un interprete-cappellano, offertomi da una associazione di cultura; che mi segue, ahimè, per tutto il viaggio. Pingue e dentone, goloso, mangione, fanatico e puritano arrabbiato. Un simpatico, una specie di grosso castoro seminarista, che non mi lascerà un secondo fino al confine. Da un lato è bene perché mi organizza tutto, dall'altro è come avere alle costole un precettore bigotto. Ti ho comperato un magnifico vestito antico di seta ricamata. Ho molta voglia di vedere la mia cocca, anche di uscire da questo seminario minaccioso. Ora sai tutto, spero di avere posta a H. K. Baci. Goffredo il Nuovo Continente aveva rappresentato per lui una delusione, con la selvaggia «lotta per l'esistenza» che vi aveva trovato. Successivamente inizieranno le sue peregrinazioni nel mondo comunista, dal¬ la Russia alla Cina (a cui dedicherà il libro Cara Cina), per scoprire un'organizzazione sociale più equa e più adeguata alle sue attese. Durante la visita nel Paese di Mao, però, come testimonia in un'altra lettera fino a oggi mai pubblicata (come tutte le altre irta di errori di battitura, con la data priva dell'anno) scritta da Nanchino il 31 maggio (presumibilmente del '65), il mito della giustizia e del- ta. decnevgiavicgarlunal dBoreple mameThaiPenvorguiimbdelza sei bluamstrtu. Abiadi Pertrocedsiaridste Bocca lo accusò di cinismo maledetto ma lui replicava «Fin da ragazzo ho una sola convinzione: le ideologie passano, i sentimenti restano» l'uguaglianza s'infrange di fronte alla visione della concreta realtà. I cinesi gli appaiono «pretini e monachine fasciste», in altre parole «fanatici e militaristi». Per Parise, assieme con i viaggi matura lentamente il rifiuto delle idee preconcette, di ogni ideologia precostituita. Al ritorno dai suoi lunghi tour, deciderà di rifugiarsi tra picchi innevati, cacce nella Laguna, passeggiate tra i prati ricoperti di brina vicino al Piave. «Nella casa di Salgareda passava periodi sempre più lunghi, da ottobre-novembre fino al disgelo», ricorda Giosetta Fioro¬ mare i vetri. Sparano a 15-20 chilometri di distanza dalla città. Ti prego di darmi conferma se hai spedito quelle cose a Phnom Penh e ti prego anche di un altro favore. Il letterato locale che mi fa da guida paga tutto lui e mi mette in imbarazzo. Gli piacerebbe avere delle cravatte. Vai dunque in piazza di Spagna o dove vuoi e compera sei cravatte, a pallini o a disegni, blu o nere, ma di quelle sottili tipo americano e di foulard di seta. Più strette possibile, comunque scegli tu. A lui piacerebbero nere a pallini bianchi, in ogni caso fai una scelta di sei e le spedisci, via aerea, qui. Per sdebitarmi non posso fare altro. Il lavoro di informazione procede abbastanza bene, salvo che siamo nella condizione assurda e ridicola che il governo nega l'esistenza della prostituzione e il Viet- le persche no Goffredo Parise in un disegno di Riccardo Mannelli nam risulta un Paese proibizionista!!!! Quando esistono 400.000 puttane in tutto il Paese, ufficialmente riconosciute, più di 12.000 casini, su una città di due milioni di abitanti!!! Stamattina ho visitato un orfanotrofio. Prendere una bambina è abbastanza facile. Ne ho vista stamattina una bellissima e dolcissima, ma era idiota. I bambini sembravano cani, nonostante fosse un orfanotrofio tenuto da suore. Sporchissimi, molti pieni di merda e di sangue che usciva dal sesso, non so perché. Bisogna stare molto attenti dal punto di vista della salute perché molti di questi sono sifilitici ecc. L'umanità è animalesca e ancora una volta Darwin ha ragione. Lavoro molto, anche per forzare la lentezza degli indigeni miei informatori, e spendo anche per forzarli. Non ne vogliono sapere di parlare di prostituzione, sono fieri, orgogliosi e bugiardi da non dire. Le donne sono come tu sai, molto Vado molto a caccia, in valle e altrove, sempre solo. Ho nostalgia di quelle persone col cuore soprattutto di Giosetta. Vado anche a sciare (stupenda neve vergine a Cortina, solo, solissimo a 3200 metri e giù nella neve vergine fino a 2000 metri) vedo scoiattoli già bianchi, anche lepri bianche, sono felice come dovessi morire tra poco. Lavoro pochissimo e intensamente, facilissimamente come dovessi suonare il pianoforte, so quello che scrivo ma la tua lettera mi ha fatto piangere perché ho visto il cuore che palpitava e avrei voluto, vorrei ora portarti con me in botte (parto ora, sette di sera, vado in laguna, domani sarà bel tempo ma freddo, forse ghiacciato) dove mi accadono con le anitre cose che mi accadono con gli uomini che amo (non con quelle che uccido, le belle, le bellissime, le provocatrici - germani reali, alzavole, fischioni - ma con quelle che non uccido, i semplici e cari e comici e simpaticissimi mestoloni, detti foffani - che nome stupido e stupendo -, le povere folaghe, i buonissimi splendidi aironi). Sono incatenato a questo posto, amo tutto, la legna che butto sul fuoco, la brina nella boscaglia del Piave, e quel mistero, quella magia di cui mi sento così investito, onorato e riconosciuto (da te) non è mia ma mi viene trapassata da tutto questo. (...) ni. Nella bellissima descrizione dei suoi solitari soggiorni - nell'epistola di recente emersa tra le carte dello scrittore Raffaele La Capria, chiamato affettuosamente Duddù finalmente Parise si dichiara felice: «Ora voglio bene e ricordo solo quelle persone che hanno il cuore». In campagna aveva scritto i racconti del Sillabario n. 1 in cui - come annotava Calvino in una affettuosa missiva ritrovata da poco «sei riuscito a fare qualcosa di diverso da come si faceva ieri e da come si fa oggi». Calvino applaude alla capacità di Parise d'aver saputo scrollarsi di dosso «l'intellettualismo» da cui sono affetti molti narratori. Però, proprio in quegli anni, si scatenava una violenta polemica contro lo scrittore accusato per il suo disimpegno di essere un ('reazionario». Giorgio Bocca gli imputava di essere salito sull'arca del «cinismo maledetto». E lui replicava: «Fin da ragazzo mi sono convinto di una cosa: le ideologie passano, i sentimenti restano». Mirella Serri belle, ma con occhi durissimi e sono le padrone del Paese. Non vedono che denaro e gioielli. Sono tremende e comandano dappertutto. Sono il padrone dell'albergo e il vero padrone, un ragazzo meticcio che ha sempre vissuto in Francia e ha la mania del cinema è a mia disposizione. Purtroppo non sa fotografare. Gli americani vivono per conto loro e la cosa che più colpisce e da cui la prostituzione fiorisce è la corruzione governativo. Il denaro ha qui il suo massimo e religioso valore ecc. ecc., come volevasi dimostrare. Ciao cocca mia, aspetto allora conferma delle due spedizioni. E' uscito il libretto? Osserva anche la pubblicità se ne faranno, speriamo non approfittino della mia assenza per fare gli avari. Tanti baci e carezze notturni Goffredo