Italia 1: la scommessa si chiama telefilm

Però Rocca non morirà Carlo Vetrugno anticipa le strategie della rete «giovane» di Mediaset per la prossima stagione Sfalla 1 s la scommessa si chiama telefilm «DaXFiles, a Beverly Hills al Tg, la nostra forza è il coraggio» MILANO. Italia 1: ovvero non solo Gialappa's, non solo il programma forse più divertente in una stagione che di divertimento ne ha riservato poco. La tv che Mediaset ha destinato ai giovani chiude con un ascolto medio nel day-time ormai consolidato intorno al 13,30-14% di share, con picchi al pomeriggio tra il 16-18%, grazie ai telefilm che appassionano i ragazzini. Il merito di questo successo? Carlo Vetrugno, uno che la carriera se l'è costruita passo dopo passo partendo da TeleTorino cavo nel '73 e passando via via alla Mondadori, a Eurotv, a Odeon, a Italia 7, per approdare cinque anni fa alla testa di Italia 1, la più «mirata» tra le reti generaliste dell'universo tv, sostiene che il successo è dovuto alla squadra, una quindicina di persone, e alle arditezze sperimentali, due o tre al massimo ma tutte capaci di far centro. Prima arditezza: «Studio aperto», telegiornale senza un traino e senza un Emilio Fede a firmarlo, ma che marcia ugualmente benissimo. «L'idea giusta è stata costruire un tg "targhettizzato" : se capi- ta, apriamo perfino con la notizia di un concerto rock e mettiamo la politica in fondo». Seconda arditezza: aver piazzato in prima serata i telefilm ricorrendo all'escamotage del raddoppio per riempire due ore, una cosa che nel mondo non fa nessuno ma che in Italia oggi s'è imposta poco alla volta. «Nessuno ci credeva ma noi abbiamo rischiato. D'altra parte, chi l'ha detto che alle 20,30 si debbano solo trasmettere film?». Comprati principalmente in Usa, ma adesso anche l'Australia è sul mercato, i telefilm sono una vera fortuna per Italia 1. Per l'autunno ne sono in arrivo una pioggia in prima serata. La più ambita, piazzata alla domenica, è la terza serie di «X files», il fanta-cult degli Anni 90 destinato agli adolescenti ma sconsigliato ai bambini. Poi ci sono «Party of five», in cui si piange molto per le disavventure di cinque orfani, il super classico «Beverly Hills» sistemato alle 21,30, «Hercules la leggenda», avventura e fantasia al sabato, e «Baywatch nights», un inedito spin-off, cioè un serial derivato da un altro ma che vive poi di vita propria. «Baywatch», «Pacific drive», «Sweet Valley high», «Bayside school, the new class», andranno invece al pomeriggio, collocazione usuale dei seriali. Terza arditezza: non arrendersi di fronte a un fiasco, se si crede a una trovata. Esempio: a novembre ricomincia «Non dimenticate lo spazzolino da denti», fiasco clamoroso di Fiorello riproposto da Gerry Scotti. Vetrugno di cosa è più fiero? «Aver fatto 7 milioni con il film di Ambra "Una favola", sebbene Ambra medesima avesse remato contro». E poi? «Aver puntato su "X files" che resta uno dei nostri prodotti migliori. E aver capito che c'è voglia di canzoni nell'aria: dopo aver rilanciato con Gerry Scotti il "Festivalbar", ci stiamo preparando a rilanciare "Azzurro" di Salvetti». Finito? «No. Sono contentissimo di aver acchiappato "Willy il principe di Bel Air" che la Rai non voleva perché a suo dire "i neri è meglio non mandarli in onda". Io l'ho messo addirittura in prima serata e gli ascolti mi hanno premiato». Qual è il suo sogno nel cassetto? «Non ne ho. A me piace dirigere Italia 1 perché è una rete a basso budget ma molto ambita dai pubblicitari. Una rete che mi permette di scoprire prodotti piccoli da comprare e imporre», [si. ro.] Un momento di «X Files»

Persone citate: Carlo Vetrugno, Emilio Fede, Gerry Scotti, Salvetti, Sweet, Vetrugno

Luoghi citati: Australia, Italia, Milano, Usa