Profumo di minestrone al Beaubourg di G. B.

Mostra di Pesce Mostra di Pesce Profumo di minestrone al Beaubourg D PARIGI A qualche giorno il Beaubourg profuma inequivocabilmente di minestrone, di quello buono fatto con i fagioli e le cotiche. Non da mangiare, però. L'impressione olfattiva è un'idea di Gaetano Pesce: l'architetto di La Spezia, noto negli Anni 60 per i mobili antropomorfi e gli oggetti a doppia funzionalità. La retrospettiva che gli dedica il Beaubourg (fino al 7 ottobre) si intitola «Le temps des questions». Secondo Pesce, «la nostra epoca non è più quella dei punti esclamativi (cioè delle risposte), ma quella delle domande». Ecco perché, scenograficamente, la mostra si presenta con una grande passerella tesa sul vuoto da cui si ha una visione «aerea» di un gigantesco punto di domanda a scomparti, in ognuno dei quali Pesce ha incasellato un oggetto. Quali le domande, fronteggiate da un profilo umano (quello dell'artista)? «In un'epoca di standardizzazione e di pianificazione dell'architettura, come deve comportarsi il creatore? Quale sarà la città del futuro? Come evitare che invecchi?». Oppure: «Come può l'architetto ritrovare un ruolo sociale? E come può l'arte ridiventare utile nel quotidiano?». Gli oggetti esposti sono la formulazione di queste domande. Un esempio: il divano a due palmi aperti il cui piedistallo è incatenato, ovvero le mani di un detenuto nelle quali ci si siede - denuncia della comune indifferenza nei confronti della sua condizione. Perché l'odore di minestrone? «Perché ò il più adatto alla natura del mio lavoro e alla nostra epoca dominata dalla mescolanza, epoca di differenze da far coesistere nel rispetto della moltitudine delle identità». Alla fine della visita, un lecca lecca a forma di punto interrogativo è gentilmente offerto perché «ogni visitatore provi il piacere di leccare, succhiare, consumare la domanda». [g. b.]

Persone citate: Gaetano Pesce

Luoghi citati: La Spezia, Parigi