Le «blue chips» italiane? Sono chiuse in bottiglia
Le «blue chips» italiane? Sono chiuse in bottiglia Prezzi record per i vini tricolori all'asta di Christie's Le «blue chips» italiane? Sono chiuse in bottiglia LONDRA. Investire sull'Italia? Se gli operatori finanziari sembrano ancora esitanti, i grandi intenditori di vini scelgono con decisione di puntare sulle nostre bottiglie che si confermano vere e proprie «blue chips» sui mercati internazionali. Lo stock di vini tricolori battuto a Londra da Christie's, nella prima asta dedicata interamente a prodotti italiani ai primi di luglio, ha spuntato infatti valutazioni da capogiro. Le 12 bottiglie de I Sodi di Niccolò di Castellare di Castellina annata '85 sono state contese fra tre compratori e alla fine aggiudicate per 1050 sterline, oltre 2 milioni e mezzo di lire, mentre le dodici bottiglie dell'86 e quelle dell'88 sono state battute rispettivamente a 950 e a 800 sterline. Aggiudicate per oltre 1000 sterline a un collezionista di Manila 24 bottiglie delle annate '62 e '67 del Resciotto della Valpolicella Amarone delle cantine Bertani, mentre l'annata '64 è stata battuta a 720 sterline per dodici bottiglie. Nella stessa asta sono stati anche aggiudicati, a prezzi oscillanti tra le 300 e le 500 sterline, anche quasi tutti i lotti di dodici bottiglie, di una collezione di vini piemontesi: dal Barbaresco di Gaja del '64 al Barolo di Enrico Serafino del '49. Tra i compratori collezionisti e intenditori, Oltre che della Gran Bretagna, anche di Singapore, Filippine, Macao, Hong Kong, Giappone, Svizzera, Germania e Belgio per un ammontare complessivo vicino ai 650 milioni di lire. «Siamo estremamente soddisfatti di questa vendita - ha detto David Elswood, responsabile del Wine Department della Christie's - la prima asta mai concepita su una scala così larga e ambiziosa. I vini hanno avuto una risposta favorevolissima da parte dei nostri clienti di tutto il mondo. Siamo convinti che i produttori italiani siano in grado di competere ai più alti livelli mondiali».
Persone citate: Bertani, David Elswood, Enrico Serafino, Gaja
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