Fece filmare il delitto scarcerato il fratricida di F. A.

Fece filmare il delitto scarcerato il fratricida L'uomo può tornare a Bronte: «Non sono un mafioso» Fece filmare il delitto scarcerato il fratricida CATANIA. Il tribunale del riesame di Catania ha disposto ieri la scarcerazione di Marcello Incognito, il fratricida di Bronte, il cui omicidio fece scalpore perché fu filmato con una telecamera. Per impedirne la remissione in libertà per scadenza dei termini di carcerazione, il 28 giugno scorso la procura della Repubblica di Catania aveva emesso nei suoi confronti un fermo per associazione mafiosa, poi convalidato dal giudice per le indagini preliminari Nunzio Sarpietro. Ora, Marcello Incognito è ritornato a Bronte, dove ha obbligo di dimora e di firma, compatibilmente con il proprio lavoro. L'uomo è imputato davanti la terza corte d'Assise di Catania per avere assassinato, il 24 marzo del 1992, il fratello Enrico su pressioni del potente clan dei «brontesi», perché più volte aveva manifestato l'intenzio¬ ne di collaborare con la giustizia. Il fratricidio fu registrato con una telecamera, la stessa usata dalla vittima per accusare alcuni esponenti della locale cosca mafiosa di cui era stato il capo. Marcello Incognito era stato già arrestato per associazione mafiosa nel 1988, dopo le dichiarazioni del pentito Giuseppe Pellegriti, ma fu assolto dopo essere stato processato. Nuove accuse nei suoi confronti erano state mosse da due collaboratori di giustizia, Filippo Malvagna e Andrea Sapienza della cosca Pulvirenti. Il tribunale del riesame ha stabilito che la stessa accusa non poteva essere reiterata. Marcello Incognito ha confessato l'omicidio, affermando di avere ucciso il fratello per motivi personali, mentre ha recisamente negato di essere un mafioso. [f. a.]

Persone citate: Andrea Sapienza, Filippo Malvagna, Giuseppe Pellegriti, Marcello Incognito, Pulvirenti

Luoghi citati: Catania