Iri parte l'allarme Stet

Tedeschi: difficile risanare se non si vende la holding Tic Tedeschi: difficile risanare se non si vende la holding Tic Iri, parie l'allarme Stet Slitta la privatizzazione ROMA. Si allungano i tempi per la privatizzazione della Stet. La vendita della finanziaria del settore delle telecomunicazioni dell'Iri non si farebbe più in autunno, ma slitterebbe al'97, probabilmente ai primi mesi dell'anno. E questo per evitare sovrapposizioni tra l'operazione Stet e quelle di altri colossi europei delle telecomunicazioni. Resta, comunque, confermata la necessità e l'urgenza di effettuare l'operazione come ha ribadito ieri il presidente dell'Iri Michele Tedeschi, ricordando come da questo dipenda «il risanamento economico e finanziario» dell'istituto. E come ha riaffermato il governo in un incontro tenutosi ieri a Palazzo Chigi all'indomani del varo del disegno di legge che istituisce l'authority, passo fondamentale per la vendita della Stet. All'incontro hanno partecipato il presidente del consiglio Romano Prodi, il ministro del Tesoro e del Bilancio Carlo Aze glio Ciampi accompagnato dal sottosegretario Filippo Cavazzuti ed i vertici di Iri e Stet. Ed è servito a fare il punto della situazione conteniperando, seni brerebbe, le due esigenze degli azionisti: accelerare i tempi ot tenendo i migliori risultati in termini di cassa, senza comunque incidere nel core business della finanziaria di telecomunicazioni dell'Iri. Si è trattato dunque di un incontro dedicato all'impostazione dei principi, senza entrare nei dettagli come dimostra il fatto che sia durato solo un'ora. Ed è stata l'occasione per affrontare il problema dei tempi di realizzazione della vendita e per confermare che va fatta «il più rapidamente possibile, compatibilmente con il mercato e con la definizione del quadro normativo», come precisa un comunicato di Palazzo Chigi. Il disegno di legge sulle authority dovrà essere convertito dalla Camera prima che ci sia il via libera alla vendita. A meno che non si ricorra al decreto legge, possibilità ventilata dallo stesso ministro delle Poste e Telecomunicazioni Antonio Maccanico Occorre inoltre evitare che la vendita della Stel coincida ^oii la già annunciata pnvatifc£a£ioiie di Deutsche ieieltoili elle do vrebbè avvenire in novembre La cessione della Stet agli inizi del '97, inoltre, non dovrebbe influenzare gli accordi raggiunti a suo tempo dal ministro degli Esteri Beniamino Andreatta con l'Unione Europea per ridurre l'indebitamento dell'Iri a livelli fisiologici nel '97. A livello europeo si potrebbe infatti considerare sufficiente la tendenza alla riduzione dell'indebitamento dell'istituto, anche se l'obiettivo non dovesse essere pienamente raggiunto. Ma se la privatizzazione della Stet slitterà alla primavera del '97 il governo dovrà rinegoziare il debito dell'Iri, ha avvertito ieri il presidente dell'istituto Michele Tedeschi, ribadendo poi come per Tiri sia «necessaria la rapida prosecuzione del programma di privatizzazioni già impostato, il cui fulcro è costituito dallo sino bilico della partecipazione St6t» Pei proseguire neiu pi u^iu^iuuj c tjei o mcuspensabiif rimuovere numerosi vtucoAi >ii Ui mercato sia uj jiaìuia norma uva «ivi) riiensco ha spiegato Tedeschi in paruculai e all'istituzione delle autorità di regola • zione dei pubblici sei-vizi e in particolare del settore delle telecomunicazioni, alla definizione delle modalità di dismissione anche in relazione all'articolazione dei futuri assetti societari (criteri per la formazione del nocciolo duro, limite di possesso azionario e voto di lista), alla individuazione dei "poteri specia li" da riservare al ministero del Tesoro (golden share). nonché infine al completamento dei provvedimenti nonnativi e regolamentari relativi ad alcuni settori interessati quali ad esempio il completamento dell'iter di approvazione del piano di riordino della Finmare e la proroga del periodo di concessione per la Società Autostrade». L'operazione Stet resta co munque ha ribadite ancore ma volta Tedeschi; td'eleir ^{iiiiiuicfuTts dell nt6 grainma di privatizzaz: definitivo risa . imenti UH..I.. . uni-.;...... •: d>.ir • u pn prò stono-i», Una L. i/Olt3 i iberna vultcl latto C[U6StO CÌOè .i Cuinplelalu 11 jjjupnu mento «Tiri sarà nella condizione di proseguire il programma di dismissioni in accordo con gli indirizzi del governo e del Parlamento, destinando gli importanti flussi finanziari derivanti da tale processo al sostegno dei residui settoi'i di presenza nonché delle nuove iniziative che l'aziu insta Tesoro riterrà di affidai gli pei il perseguimento di obiouivi di sviluppo economico e Sociale del l'aese>/ [l e s J Il presidente dell'Iri, Michele 1 edeschi

Persone citate: Antonio Maccanico, Beniamino Andreatta, Carlo Aze, Ciampi, Filippo Cavazzuti, Michele Tedeschi, Romano Prodi

Luoghi citati: Roma