Piazza Affari tira il fiato di Ugo Bertone

Crescono gli scambi e la Borsa recupera l'I, 14 per cento Piazza Affari tira il fiato Crescono gli scambi e la Borsa recupera l'I, 14 per cento Ma la lira è ancora in difficoltà MILANO. La diga di Wall Street ha tenuto. Grandi recuperi non ci sono stati ma l'indice Dow Jones si è sempre mantenuto su valori positivi. E il mondo della finanza, Italia compresa, ha potuto tirare un sospiro di sollievo. Francoforte, la più bersagliata nel martedì nero, e Londra hanno rivisto affluire di nuovo gli acquisti anche da oltre Atlantico. A Milano, in particolare, la seduta si è chiusa con un rimbalzo dell'1,14%, con un parziale recupero delle massicce perdite, intorno al 5%, delle giornate precedenti. Conforta, comunque, il fatto che la ripresa sia coincisa con una brusca impennata degli scambi, fino al rimarchevole tetto dei 1150 miliardi, il che è un buon segno. Non recupera, almeno per il momento, la lira (1025 circa per un marco e dollaro a 1523) ma, dopo i giorni della tensione, il mercato valutario sembra aver recuperato un suo equilibrio nel rapporto tra la valuta americana e quella tedesca, il fronte più fragile della crisi di questi giorni. «La debolezza della lira negli ultimi giorni - ha commentato del resto il ministro degli Esteri Lamberto Dini - non è una conseguenza del dibattito politico italiano. La nostra moneta, che non è in difficoltà, è rimasta in una fascia di mezzo: ha perso verso i marco, ma lia guadagnato nei confronti della valuta americana». 1 mercati, insomma, non hanno preso, secondo Dini, le distanze dal governo Prodi... «Non credo - è la sua risposta da Mosca - che la luna di miele sia finita. Quelle degli ultimi giorni sono normali fluttuazioni di mercato. Aspetterei per formulare un giudizio del genere». La vera partita, quindi, si gioca Ira Wall Street, il palcoscenico finanziario più importante del mondo, e Washington, ove proprio oggi il governatore della Fed Allan Greesnpan affronterà al Congresso una delle audizioni più delicate della sua lunga gestione: un suo accenno all'aumento dei tassi potrebbe comportare una brusca caduta del listino ma i cambisti di tutto il mondo, al contrario, sono convinti che un nuovo rinvio da parte della Fed sul fronte dei tassi potrebbe rivelarsi nocivo. La scelta di non aumentare i tassi verrebbe interpretata, ammoniscono i gestori, come un cedimento nei confronti della Casa Bianca alla vigilia delle elezioni e la conferma che la Fed non ha più il controllo della situazione. La crisi dei mercati, insomma, è tutt'altro che superata anche se i buoni risultati in arrivo dall'industria e dalla finanza Usa hanno restituito un po' di buonumore ai brokers. Resta la mina dell'alta tecnologia ma ieri è giunta, a sorpresa, la notizia dell'aumento degli utili dell'Intel, colosso-chiave dell'informatica e di tutta l'industria imperniata sui microprocessori. In Italia, fatte le debite proporzioni, il mercato vive una situazione d'attesa analoga a quella americana. Sul fronte dei tassi, innanzitutto. Ben pochi, a partire dallo stesso presidente dell'Abi Tancredi Bianchi, si aspettano che i dati dell'inflazione di luglio possano convincere il governatore ad allentare la stretta. Ma i più pensano che la decisione, finalmente, verrà presa ad agosto. Anche a Milano, poi, telecomunicazioni e tecnologia sono al centro delle attenzioni del mercato. E' il caso, soprattutto, della matricola Mediaset. La pupilla di Berlusconi prima ha perso posizioni (7390 lire, -2,50%) sull'onda della proposta di ridurre l'affollamento pubblicitario del network; poi, a poco a poco, il titolo ha ripreso quota (finale a 7600 lire, +0,25%) per l'approssimarsi della gara per il terzo gestore del telefonino. Anche Telecom (+3,21) e Stet (+2,03%) hanno agitato le acque del listino, dopo le brusche vendite dall'estero dei giorni passati. Sotto tiro, ancora una volta, l'Olivetti (2,99%). Tra pochi giorni, il 24, la società affronterà a viso aperto gli analisti finanziari stranieri, specializzati nel ramo computer. E sarà la prima, vera prova del fuoco del dopo Passera. Ugo Bertone Per Dini «normali» le fluttuazioni della moneta: «La luna di miele non è finita» Il ministro degli Esteri Lamberto Dini

Persone citate: Berlusconi, Dini, Lamberto Dini, Passera, Tancredi Bianchi

Luoghi citati: Francoforte, Italia, Londra, Milano, Mosca, Washington