Guerra delle sanzioni secondo round
IL DUELLO TRA ALLEATI Guerra delle sanzioni, secondo round Nel mirino Italia, Francia e Germania per le importazioni di petrolio Gli Usa: puniremo chi commercia con Libia e Iran IL DUELLO TRA ALLEATI NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Dalla Stet all'Eni e dal confronto con Canada e Messico a quello con Francia e Germania: le «guerre» commerciali degli Stati Uniti con quelli che teoricamente sono i loro migliori amici sembrano non conoscere tregua. Appena risolto (provvisoriamente e in un modo che ha scontentato tutti) il problema delle «punizioni» contro chi fa affari con Cuba, ecco spuntare il problema Iran e Libia. Martedì sera, proprio mentre i portavoce di Bill Clinton si affannavano a spiegare che il «sì, ma» del Presidente alla legge Helms-Burton era una buona cosa, al Senato si stava consumando un altro pesante tentativo di «prevaricare» le scelte di politica estera della Casa Bianca. Senza opposizione, cioè in un'insolita grande alleanza che ha visto fianco a fianco i più incaniti conservatori e i più vituperati «liberal», i senatori (uno dei promotori è Ted Kennedy) hanno approvato un disegno di legge che prevede anch'esso la «punizione» di aziende non americane, questa volta per gli affari che fanno con l'Iran e la Libia, considerati sostenitori del terrorismo internazionale. I bersagli indicati in quel disegno di legge sono le aziende che investono in coiei due Paesi più di 40 milioni di dollari in un anno; che forniscono loro tecnologia che può essere usata per sviluppare le armi nucleari, chimiche o biologiche; e che violano - nel caso della Libia le sanzioni stabilite dall'Onu quando il colonnello Gheddafi si rifiutò di «consegnare» i due uomini che tutto a un tratto (dopo anni di accuse alla Siria) gli Stati Uniti individuarono come responsabili dell'attentato contro l'aereo Pan Am esploso nel cielo della Scozia nel 1989. Un «identikit» molto ampio, quello disegnato dai senatori americani, cui non è difficile dare alcuni volti. L'Italia, attraverso l'Eni, importa dalla Libia la maggior parte del petrolio che le serve; la Francia, attraverso la Total, ha recentemente investito 600 milioni di dollari in Iran e la Germania ha fornito crediti per circa 10 miliardi di dollari alle proprie aziende per investimenti sempre in Iran. Contro quelle aziende, dicono i senatori, il Presidente dovrà applicare delle sanzioni, e indicano anche quali. Divieto di fare affari con il governo americano. Blocco della vendita dei loro prodotti negli Stati Uniti. Divieto di comprare prodotti americani per i quali è prescritta la licenza di esportazione. Limite di 10 milioni di dollari ai prestiti che possono ottenere dalle banche americane. Divieto di acquistare le obbligazioni federali. E' la copia di un disegno di legge passato circa un mese fa alla Camera, ma con un'aggiunta: i deputati distinguevano fra Iran e Libia, limitandosi a indicare quest'ultima solo nel caso delle violazioni dell'embargo dell'Onu, i senatori hanno deciso di «equipararle». Ora, il disegno del Senato e quello della Camera devono essere «armonizzati», affinché i due rami del Congresso votino poi due testi identici. E quando lo faranno - fra una quindicina di giorni, si dice Clinton si troverà di nuovo a decidere se firmare una legge di «guerra» contro gli europei. I quali europei, non precisamente euforici di come sono andate le cose con Cuba («Continueremo a organizzarci per difenderci al momento opportuno», ha detto Leon Brittan, commissario per il commercio dell'Unione Europea), vedono questa legge ancora peggiore della HelmsBurton. Franco Pantarelli 1 NEMICI DELL'AMERICA LIBIA - Bombardata da Reagan, è accusata di essere la centrale del terrorismo internazionale e responsabile della strage di Lockerbie RAFSANJANI IRAN - il governo integralista degli ayatollah è indicato come il mandante degli attentati dei guerric ' nel Sue ben sciiti del Libano CASTRO SADDAM Al TOURABI CUBA - Clinton l'ha detto con chiarezza: «Gettiamo Castro e gli ultimi resti del comunismo nella spazzatura della storia» IRAQ - Nonostante la revoca parziale dell'embargo Washington continua a considerare Saddam Hussein un dittatore sotto stretta sorveglianza da rovesciare appena possibile SUDAN - Il regime fondamentalista islamico di al Tourabi è considerato il crocevia dell'«lnlernazionale islamica» I NARCOS ■ Gli Slati Uniti vogliono avere mano libera dai governi sudamericani nella caccia ai trafficanti di droqa e accusa il pesiaente colombiano di essere il braccio politico dei narcos KARADZIC I SERBI DI PALE - Dopo aver imposto agli alleati europei a linea dura in Bosnia, Clinton vuole a testa di Mladic e Karadzic Sopra, il presidente Usa Bill Clinton Sotto, il ministro degli Esteri tedesco Klaus Kinkel
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