Interrogato il notaio «Non sono un pentito»

Interrogato il notaio «Non sono un pentito» Interrogato il notaio «Non sono un pentito» Aveva detto: pagavo i giudici per i processi MILANO. Ore di interrogatorio, in procura, per Michele Di Ciommo il notaio romano che - in un precedente verbale - aveva dichiarato di aver pagato magistrati per «aggiustare» processi; in particolare Antonio Pelaggi, già in carcere per una tangente pagata dal costruttore ArmeUirJ. Un notaio particolare: implicato nella bancarotta della Ambra Assicurazione (crack da 130 miliardi), nonché amico di Rosario Nicoletti, il cassiere della «banda della Magliana». Con la procura Di Ciommo aveva già avuto a che fare per il crack della Ambra: un'inchiesta aperta da Greco e conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio da Carlo Nocerino. E ieri Di Ciommo è rimasto per ben sei ore nell'ufficio di quest'ultimo (con Greco che è entrato e uscito più volte). Sentito come indagato di reato connesso in un'inchiesta-stralcio sul crack: quella che dovrebbe far luce su complicità «eccellenti» che hanno permesso una simile bancarotta. ) Dopo l'incontro con Nocerino, Di Ciommo - accompagnato dal suo legale - è entrato nell'ufficio di Ilda Boccassini. Altre ore per parlare di giudici corrotti. Il notaio martedì aveva preannunciato fuoco e fiamme. Ieri ha ridimensionato le intenzioni: «Non ho inai detto che avrei fatto i nomi di qualcuno. Sono qui per raccontare solo le cose che mi constano». Si è parlato anche del caso del giudice Paolo Adinolfi, un magistrato non corrotto e «scomodo» che poco prima di scomparire, due anni fa, telefonò a Nocerino? «lo Adinolfi non l'ho mai conosciuto», taglia corto Di Ciommo. [r. m.] Di Ciommo Di Ciommo

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