Compromesso Maccanico, bene ma...

Polo e Ulivo incassano la legge e pensano già a commissione di controllo e tg Compromesso Maccanico, bene ma. Polo e Ulivo incassano la legge e pensano già a commissione di controllo e tg Lo scontro si sposta sulle nomine ROMA. Sivio Berlusconi attravnrsa veloce il Transatlantico. Poco prima ha pur trovato il modo di infilare nel suo intervento sulle riforme un passaggio sulle «minacce del governo» all'impresa creata da lui. Ma un parere esplicito sullo «stralcio Maccanico» non lo vuol dare. «Ho deciso di astenermi da dichiarazioni in proposito», glissa. Eppure, il commento di Fedele Confalonieri, che parla di «bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto» non è negativo. E, pur criticando la «dispar condicio» usata con la Rai, incassa lo slittamento all'agosto '97 della rete che dovrà trasferire sul satellite, e quello della vituperata riduzione dell'affollamento pubblicitario, dal gennaio dell'anno prossimo. Per non parlare del via libera a entrare nel business della telefonia mobile: la vera, grande contropartita. Altrettanto tranquilizzato il neopresidente della Rai Enzo Siciliano. Che prende atto «del senso di responsabilità degli indirizzi annunciati dal governo». La Rai dovrà si riconvertirsi, trasformando entro un anno Raitre in rete federale, senza pubblicità, ma non sarà costretta a farne una società a parte, restando minoritaria rispetto a eventuali soci regionali. E la tv pubblica tira il fiato. «La Rai si dispone a vivere la nuova situazione come un'opportunità positiva, e a interpretare al meglio una sfida importante». Insom- I ma, il «compromesso Maccanico» | alla fine non scontenta nessuno I «Non ha vinto né il partito ili Mediaset, né quello della Rai. Una volta tanto ha vinto il partito dell'interesse generale», commenta soddisfatto il pidiessino Giuseppe Giulietti. Per cui «ò ora che comincia il bello, l'occasione storica di andare oltre la guerra dei Trent'anni» e «costruire uno sce- ? nario nuovo». Un parere '■' "> non diverso da jf quello di Furio; Colombo. Che giudica lo stralcio «realistico e di buon senso», perché «innova, senza pre¬ tendere che tutto possa avvenire in una volta». E apprezza «la grande novità dell'Authority». Non si lamenta neppure Rosy Bindi, che coi suoi colleghi popolari avrebbe fatto fuoco e fiamme chiedendo una legge più dura verso Mediaset: «L'abbiamo votato, no? Vince il pluralismo». Sornione è Bertinotti. «Una legge? Non mi pare che sia stata varata una legge. Quando ci sarà un vero articolato, valuteremo», sogghigna, alludendo alle riserve di Rifondazione, subordinate anche alla nuova, immediata, occasione di confronto fra maggioranza e opposizione: la presidenza della commissione di Vigilanza. In programma stasera. Sembrava che l'Ulivo l'avesse promessa al Polo, insieme all'Antimafia. Ma Bertinotti casca dalle nuvole: «La Vigi- lanza? Non mi pare che sia una commissione di controllo ma di garanzia». Mentre le agenzie battono «l'assoluta contarietà» dei rifondatori a Ombretta Fumagalli Carulli, ecd candidata del Polo per quel posto. «Sarebbe un chiaro segnale di rinnovamento di cui andrei orgoglioso», ironizza Francesco Storace. Che è sì del Polo, ma quel posto vorrebbe per se stesso. La Vigilanza, e le nomine Rai prossime venture, sono il nuovo, e forse il vero nodo dei rapporti fra i due schieramenti. Coi Verdi che, insieme a Rifondazione, non vo- rebbero cedere un bel niente. E persino Giulietti che insiste. «Prima di tutto va salvaguardata l'unità della maggioranza». Così il Polo è in subbuglio. E spara di traverso su Maccanico per centrare il bersaglio della commissione. «E' assurdo che dopo pomposi annunci di privatizzazione il governo scelga di colpire l'unica azienda privata capace di attirare 300 miliardi di capitali esteri», tuona il capogruppo azzurro Beppe Pisanu. «Stavolta hanno vinto i Bertinotti dell'etere», gli fa eco il edu Marco Follini. Alla fine, a tarda sera, Berlusconi diventa esplicito. «Sarebbe scandaloso se la mag¬ gioranzaa, dopo aver occupato la Rai, si appropriasse anche del controllo». Marco Taradash guarda anche più in là: «Corre voce che il eda si accingerebbe a fare epurazione di direttori di rete e testata nel week-end», avvisa. Ma le cose stanno diversamente. Cgil-Cils-Uil e Snater hanno chiesto esplicitamente al eda Rai di soprassedere alla scelta dei vicedirettori generali, prevista per sabato. Escludendo fra l'altro, nomi esterni Rai (vale a dire Balassone o Guido Vannucchi, i cui nomi circolavano con quelli di Luigi Mattucci e Aldo Materia). Maria Grazia Bruzzone li segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti

Luoghi citati: Ombretta, Roma