Processo Moro ergastolo a Maccari

Il pm aveva chiesto 30 anni per il «quarto uomo» delle Br che uccisero lo statista de Il pm aveva chiesto 30 anni per il «quarto uomo» delle Br che uccisero lo statista de Processo Moro, ergastolo a Moccoli Era l'«ingegner Altobelli» ROMA. Aveva confessato tutto: di essere lui il «quarto uomo» del sequestro Moro, di essere stato brigatista per meno di un anno, di avere addirittura prestato la sua pistola a Mario Moretti nel momento dell'esecuzione dello statista de, per poi rientrare nei ranghi della vita civile. Ma la sua decisione di collaborare in extremis con la giustizia non gli è valsa particolari benefici. Germano Maccari, ex militante di Potere operaio, scovato nella sua bottega di artigiano al quartiere Casilino dalla Digos e dai pm Franco Ionta e Antonio Marini, ieri è stato condannato all'ergastolo. E' tornato a casa a testa bassa. Un attimo prima della sentenza aveva detto: «Mi sono preso le mie responsabilità, ma non ho mai mentito. Ho taciuto per diciotto anni, è vero, ina perché la giustizia non mi ha mai chiesto conto». «Non ce l'aspettavamo proprio», dice il suo avvocato, Tommaso Mancini, che l'aveva convinto a raccontare tutto. I legali puntavano molto su questa confessione. E anche i due pubblici ministeri Ionta e Marini, che si erano limitati a chiedere una condanna a trent'anni, sono sorpresi. Ma la corte d'assise presieduta da Salvatore Giangreco è stata inflessibile. Andando molto al di là delle richieste dell'accusa, ha decretato l'ergastolo. E ora parte la trafila dell'appello: intanto Maccari resta libero in attesa di eventuali provvedimenti restrittivi o della sentenza definitiva. «Ma nel suo caso non c'è alcun pericolo di fuga. Non è scappato in diciotto anni, non scappa adesso», sostiene l'avvocato Mancini. Lui, Maccari, visibilmente scosso, ha lasciato l'aula bunker a piedi. «Non me l'aspettavo proprio», ha sibilato a un vicino. Non ha voluto parlare con i giornalisti, ha scansato le telecamere e i fotografi. Accanto aveva l'altro imputato, Raimondo Etro, condannato a 24 anni per concorso nel sequestro e omicidio di Moro, l'eccidio della scorta e concorso nell'omicidio del giudice Riccardo Palma. Le attenuanti tanto attese, insomma, non sono arrivate. Evidentemente - ha spiegato Marini - perché la corte ha ritenuto che «la confessione è arrivata quando il peso della prova era schiacciante». Ma questo processo resterà nella storia. Perla prima volta in un'aula di giustizia s'è sentita la ricostruzione particolareggiata della prigionia di Aldo Moro dalla viva voce di uno dei carcerieri. Germano Maccari, alias ingegner Altobelli, faceva infatti parte del gruppo ristrettissimo che le Br delegarono a custodire l'ostaggio. Lo avevano scelto - spiegò Adriana Faranda, che è stata una delle prime a dire tutto - proprio perché era un irregolare, un «compagno fidato» che però nessuno aveva mai collegato con le Br. E poi lo scelsero per una caratteristica che era piaciuta molto: i nervi saldi. Aveva così l'incarico di dare una copertura rispettabile a un covo brigatista. Se mai la polizia avesse bussato alla porta, sarebbe toccato a lui andare ad aprire la porta. Finito il processo Moro-quinquies, già si pensa al prossimo. Dice Antonio Marini: «Le indagini della procura vanno avanti. Altri personaggi che hanno partecipato a quell'operazione politica sono ancora impuniti». Il pm Marini si riferisce a quei due brigatisti - quelli che erano in via Fani a bordo di una moto Honda - che sono rimasti nell'ombra. In verità, con la richiesta «soft» di una condanna a trent'anni, la procura aveva inviato un messaggio all'esterno: chi viene e parla, anche se non diventa un pentito, può sperare nella nostra mano lieve. Ora questa sentenza. Può forse in¬ terrompere la strategia della «mano tesa»? Risponde ancora Ionta: «La procura aveva ritenuto di dare un segnale positivo chiedendo le attenuanti per Maccari. La corte ha ritenuto diversamente. Ma ciò rientra nella fisiologia». E rientra anche un'altra polemica che era divampata nei giorni scorsi. Nel corso della requisitoria, il pm aveva polemizzato con quei deputati che nel 1994 avevano firmato un appello prò Maccari. Risposta dell'interessato: «Non volevano entrare nel merito della mia innocenza o colpevolezza. Volevano un processo rapido. Io poi sono uscito dal carcere per scadenza dei termini. E quel processo giusto e rapido si è avuto». Francesco Grìgnetti A 24 anni è stato invece condannato l'altro imputato Raimondo Etro Qui sopra Germano Maccari condannato all'ergastolo A destra Raimondo Etro condannato a 24 anni di carcere

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