Polo-Prodi match in aula

Urla e insulti al presidente, poi il Cavaliere «ricuce» con D'Alema Urla e insulti al presidente, poi il Cavaliere «ricuce» con D'Alema Polo-Prodi, match in aula Berlusconi: ma il dialogo non si ferma ROMA. Nell'aula di Montecitorio, alle 17 e 40 in punto, la Camera assiste al «miracolo»: l'opposizione risuscita. E' Romano Prodi a scuoterla dal sonno letargico in cui era caduta, a farla protagonista di una dura battaglia con il governo di cui nessuno si era accorto. E il Polo si cala nella parte, anche se tutti ritengono che in realtà quei toni sferzanti del presidente del Consiglio non siano rivolti alla minoranza, bensì alla stessa maggioranza, e infatti il capogruppo forzitalista Beppe Pisanu, prendendo la parola dà voce a quello che pensa l'intero centro-destra: «Prodi parla a nuora perché suocera intenda». Ma va bene così. Adesso Silvio Berlusconi può dire ridendo: «Voi. giornali scrivevate che l'opposizione non c'era, che era a pezzi, e invece noi stiamo facendo un'opposizione seria, anche rallentando i lavori parlamentari, com'è previsto dal regolamento». Il presidente dei deputati di Alleanza nazionale, Pinuccio Tatarellr iuò fare sfoggio di tutta la sua «verve» interrompendo a ritmo continuo il presidente del Consiglio: «buffone», «provocatore», gli urla contro. Gianfranco Fini può giocare il ruolo che si è da poco inventato di leader di «centro» intervenendo in aula, con misura e pacatezza, per ottenere che il Polo possa replicare alle dichiarazioni di Romano Prodi. E anche Rocco Buttigliene, segretario del edu, può dire la sua, che è piuttosto pesante: «Il presidente del Consiglio - afferma ha un atteggiamento autoritario e pieno di livore. Questo intervento mi ricorda quel discorso sull'aula sorda e grigia in cui dovevano entrare manipoli di camicie nere». Fuori e dentro l'aula, il Polo fa sentire la sua voce. Il presidente della commissione Finanze, il pidiessino Lanfranco Turci, guarda ridendo gli esponenti del centro-destra, e dice: «Abbiamo ridato loro fiato». E in effetti di fiato ne hanno da vendere, ne fa le spese il povero Prodi che viene interrotto con una frequenza assillante. Urla, improperi e un solo applauso ironico proveniente dai banchi di An quando il presidente del Consiglio esordisce soffiandosi il naso. Ma non sono le brusche interruzioni a dare la misura della resurrezione del Polo, no, è il fatto che in qualche modo, dopo questo intervento, il centro-destra torna concretamente ad essere un soggetto del dibattito politico che finora sembrava tutto chiuso nei confini dell'Ulivo. Il Polo, quindi, gongola anche perché ha l'impressione che questo discorso di Prodi abbia messo in evidenza, anzi in bella mostra, tutte le divergenze interne alla maggioranza, offrendo uno spazio al centro-destra. E infatti il segretario del ecd Pierferdinando Casini commenta così: «Con quel tipo di intervento Prodi si pone in antitesi ai vari Maccanico, Dini, e anche allo stesso D'Alema che ha capito che questa non è la strada giusta». Il Polo, quindi, tenta di giocare di rimessa, di approfittare delle divisioni dell'Ulivo, per inserirsi in qualche modo nella partita, di aprire a D'Alema e a Maccanico. Non è un caso dunque che Gianfranco Fini dica ora: «Tutto ciò non arresta il dialogo sulle riforme perché questo avverrà in Parlamento. Non capisco infatti come il presidente del Consiglio non si sia reso conto che il suo intervento rende difficile il rapporto tra Polo e governo, mentre non incide affatto sul dialogo tra maggioranza e opposizione sulle rifor¬ me, anzi, questo dialogo scavalcherà l'esecutivo». E Silvio Berlusconi alterna commenti duri ad aperture. Dice il cavaliere: «La disponibilità al dialogo di cui parla Prodi resta, al momento, sulla carta, perché finora è stata contraddetta dal comportamento della maggioranza che si è presa tutto: dalle presidenze delle Camere ai vertici della Rai». Poi, però, aggiunge subito dopo di essere «disponibile al dialogo», e spiega: «Soprattutto nelle emergenze serve una concertazione tra governo e opposizione che riesca a dare risposte ai problemi del Paese. Quindi il dialogo con la maggioranza non si è interrotto». La strategia del cavaliere la spiega Pisanu, che ha a lungo chiacchierato con lui: «Quello di Prodi - osserva il capogruppo forzitalista era un attacco a freddo, premeditato, per arrivare allo scontro durissimo con il Polo. Però noi non abbocchiamo, noi continueremo il confronto sulle riforme, con quella parte della maggioranza con cui si pos¬ sono trovare punti di contatto». E infatti, in serata, Berlusconi aggancia D'Alema, che sta parlando con Veltroni: «Mi dispiace per le intemperanze in aula», gli dice e poi si ferma a parlare con lui. E dopo quel colloquio il cavaliere ripete: «il dialogo con la maggioranza non si è interrotto». Dunque, in questa giornata Berlusconi riesce a ritagliarsi la figura del corretto oppositore. Per quanto, però, non è dato saperlo. Maria Teresa Meli Il segretario del Cdu Rocco Buttiglione

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