Invalidi, vittime dei furbi

Invalidi, vittime dei furbi Invalidi, vittime dei furbi Non tutti i controlli puniscono i disonesti paraparesi agli arti inferiori con ipotonotrofia muscolare agli stessi e disturbi sfinterici, si è vista ridurre l'invalidità all'80%. E le conseguenze sono pesanti: «Mi hanno tolto l'assegno di accompagnamento di 700 mila». «Ora come faccio a vivere prosegue - con appena 350 mila di pensione d'invalidità? Tutti i miei risparmi li ho spesi per curarmi: ho fatto tutti i tentativi possibili nei centri specializzati, ma inutilmente. E non posso arrotondare svolgendo il lavoro di battitura tesi, come facevo prima; non mi è più possibile perché impongono termini molto ristretti e io faccio fatica nità di accompagnamento - denunciano i vari patronati sindacali - può richiedere dai due ai tre anni. Spiega Raffaele De Leo, direttore provinciale Acli: «Per l'iter delle domande, l'unica parte che funziona a Torino e provincia, secondo i tempi previsti dalle norme e dai regolamenti (un mese-un mese e mezzo), è la convocazione della prima visita medica da parte delle Ussl. Tutti gli altri tempi sono invece disattesi: dal ministero del Tesoro che solo in pochissimi casi dà riscontro seppur negativo ai ricorsi, fino alla prefettura che deve provvedere al decreto di concessione della pensione e ai- a stare seduta, ho dolori fortissimi. Non posso nemmeno essere a carico dei miei familiari, mia madre e mia sorella, perché i loro mezzi non lo consentono». Un caso assurdo, ma non isolato. I giusti e, giustificati, controlli per snidare le truffe e le furberie dei molti falsi invalidi, rischiano - forse per eccessivo zelo o superficialità - di fare anche vittime incolpevoli. Si tratta di decisioni tanto pili pesanti, se si considera che per la revisione di un giudizio si finisce in una micidiale trafila burocratica. Anche l'iter delle stesse domande di pensiono d'invalidità civile o per l'inden¬ La «strozzatura» maggiore si verifica in prefettura, dicono i patronati sindacali che più volte hanno sollecitato - «invano» un incontro con i responsabili dell'Ufficio invalidi civili per cercare di superare gli ostacoli. Stanchi di aspettare, in questi giorni hanno deciso di scrivere direttamente al prefetto. «Non facciamo altro che applicare le procedure e i tempi delle leggi e delle circolari dei ministeri competenti, Tesoro e Interni - replica il capo gabinetto Giuseppe Forlani -. E da parte nostra facciamo tutto il possibile per migliorare il servizio, ad esempio con l'autocertificazione». Eppure, lamentano i sindacati, «sfbramenti» dei tempi sono all'ordine del giorno. Una pratica lunga, provocata dal conflitto dei vari soggetti che entrano in campo. Ma anche dell'aumento «vertiginoso» - dicono in Prefettura - delle pratiche, e del «raddoppio» degli accertamenti e controlli. Già, ma chi, come Pasquina Patacca - e come lei tanti altri - chiede di poter continuare una vita dignitosa, per quanto limitata e dolorosa, non può attendere anni. In soccorso, per fortuna, scatta il diritto al minimo vitale. Spiega Francesco Dante, dirigente all'assessorato all'Assistenza sociale del Comune: «Con il 74% d'invalidità - e sempre che non si abbiano altri redditi o non si conviva con parenti con reddito - è previsto un minimo vitale di 620 mila lire, o la differenza se si percepisce la pensione d'invalidità, più il pagamento dell'affitto (il massimale è di 250 mila lire). Un aiuto per il quale il Comune ha speso l'anno scorso oltre 3 miliardi». Attualmente l'assessorato sta vagliando 2200 domande, tra handicappati e ultrasessantacinquenni. «Questi aiuti sono preziosi dice Pasquina Patacca - ma io non sono un'indigente, sono una handicappata che non può più essere autosufficiente. La mia purtroppo è una realtà, non una furberia». la sua liquidazione». COME DIRE LA VOSTRA • SEGRETERIA TELEFONICA 6568-531,6568-205,6568-252. Orari: ogni giorno (domenica esclusa), ore 10-12 e 18-20. Messaggi brevi non anonimi t FAX: 655.306 Sempre in funzione Testi non oltre le 10 righe Indirizzo: «La Stampa - Cronaca LA MIA CITTA' - via Marenco 32. 10126 Torino». Testi non oltre le 20 righe come richiesto. Però, a pochi metri di distanza sono disponibii altri contenitori: più precisamente in corso Cadore 7 e 20. Stessa denuncia, ma allargata a tutta la raccolta differenziata, per via Madama Cristina. E analoga risposta da parte dell'azienda per la raccota dei rifiuti che aggiunge anche in questo caso gli indirizzi dei contenitori più vicini: corso Massimo d'Azeglio 10 e 16, e via Madama Cristina 86 e 90. Stefanclla Campana • LETTERE

Persone citate: Francesco Dante, Giuseppe Forlani, Pasquina Patacca, Raffaele De Leo

Luoghi citati: Torino