Prost: avanti senza paura strada difficile ma giusta di Cristiano Chiavegato

Prost: avanti senza paura strada difficile ma giusta Prost: avanti senza paura strada difficile ma giusta SILVERSTONE DAL NOSTRO INVIATO Ferrari, Nightmare before Hockenheim. Parafrasando il titolò di un famoso film interpretato da pupazzi animati, un giornale inglese ha fotografato la situazione della scuderia di Maranello dopo Silverstone e prima del Gran Premio di Germania. Roba da incubi, dopo quanto si è visto domenica in pista. Una paura dannata dell'imprevisto. Eppure sembrava che le cose si fossero messe a posto. I test di Monza e di Imola, le prove di venerdì e sabato senza un problema, avevano fatto pensare che il periodo nero potesse essere chiuso con un bel risultato. Invece i ritiri fulminanti di Schumacher e Irvine hanno riaperto tutte le vecchie ferite. Ma, volendo approfondire l'analisi sul cosiddetto «male oscuro» della Ferrari, sarebbe necessario distinguere. Da una parte c'è la realtà di una squadra di FI che sta cercando di riportarsi al vertice. In uno sport dove la sfida tecnologica è all'esasperazione, non bastano i mezzi, la volontà, l'impegno. Ci sono avversari fortissimi, appoggiati da colossi dell'industria automobilistica mondiale. Tuttavia se il binomio Williams-Renault viaggia con il vento in poppa, si può constatare che, per esempio, McLaren-Mercedes non hanno ancora colto un successo (il team di Ron Dennis non vince una corsa dal novembre 1993), che Jordan-Peugeot e SauberFord sembrano ancora lontani dalla possibilità di sfondare. Sull'altro versante troviamo una Ferrari che fa tutto da sola, che esordisce con un motore completamente nuovo e con una vettura inedita in ognuna delle migliaia di parti di cui è composta. Le prestazioni cominciano ad arrivare, ma si rompe. E molte volte inspiegabilmente. Quindi bastano poche parole da interpretare per far nascere sospetti di tutti i generi, sino a parlare di boicottaggio. Si sa perfettamente che in qualsiasi azienda, anche in una squadra corse, non sempre tutti remano nella stessa direzione. Invidie, malumori, scontentezza, chi più ne ha più ne metta. Ma non è questa, a nostro avviso, l'origine del «male oscuro». Esiste invece una precisa motivazione per spiegare quanto sta succedendo. La Ferrari paga la voglia di vincere, la cultura del primo posto. E c'è un personaggio che meglio di tutti conosce questo problema. Licenziato in tronco da Maranello nell'autunno del 1991, Alain Prost, quattro volte campione del mondo, parla a ragion veduta. «E' l'effetto euforia - dice il francese -. A mio avviso la vittoria di Schumacher in Spagna ha portato più danni che benefici. La Ferrari ha pensato di essere in vista dell'obiettivo. E così ha forzato i tempi. E allora innovazioni in serie, tensioni emotive, il desiderio di strafare. Non so esattamente come siano andate le cose nelle ultime tre gare, ma posso pensare che dopo le prove e le qualificazioni, la domenica si cerchi quel qualcosa in più che serve per vincere. E allora si fanno piccoli ritocchi, si cambia. Le monoposto di FI sono vetture delicatissime. Basta alzarle o abbassarle di un millimetro per tornare indietro, per avere pro- dia m, ne. ri, sti 1 » Nella classifica costruttori c'è la Benetton dietro la Williams, ma sul piano delle prestazioni la Ferrari è seconda soltanto al team di Hill e Villeneuve. La F310, pur con molti difetti, può diventare vincente entro la fine del campionato. 2* Schumacher è una sicurezza assoluta, un leader. Lo ha sempre dimostrato. Campione ma anche uomo-squadra, capace di dare il massimo, oltre che in gara, nelle prove. Un grande professionista che trova sempre nuove motivazioni e dà ottimismo. 3» I programmi Ferrari prevedono sforzi tecnologici senza precedenti. A Maranello è in costruzione una delle più avanzate gallerie del vento del mondo. E, nel Reparto Corse, sono allo studio, in fase di realizzazione e di collaudo alcune innovazioni che potrebbero fare la differenza. .■ La Ferrari ha la squadra più giovane della F.l, l'età media de! meccanici è molto bassa. Nel totale rinnovamento del team, che presto avrà valori sicuri, forse si paga ii periodo di transizione. 2* L'antenna tecnologica in Inghilterra, voluta da Enzo Ferrari, non ha mai funzionato bene. Bernard è uno dei migliori progettisti, ma vuole lavorare a casa sua, con conseguenti ritardi e contrasti interni. Ciò ha inoltre rallentato la formazione di nuovi tecnici. 3* Il gap accumulato in passalo pesa ancora. Maranello da troppo tempo deve rincorrere avversari che possono procedere (come la Williams) per piccoli passi. Quando la Ferrari fa un progresso, gli altri top-team hanno il tempo di ideare nuove soluzioni per riportarsi avanti. blemi, per provocare involontari guasti». La domanda viene spontanea: la Ferrari è nuovamente su una brutta china? «No - risponde Prost -. Ma rischia di fare dei passi indietro. Come pilota io preferisco ritirarmi per un guasto che non perdere due secondi al giro come succedeva negli anni scorsi a Berger e Alesi. Il fatto che la F310 stia diventando competitiva è il dato più positivo, la base sulla quale lavorare con calma e serenità. Certo in Italia non è facile. Si passa dal¬ l'esaltazione esagerata al dramma con troppa rapidità. Quando la Ferrari va male escono fuori censori improvvisati. Sparano consigli, rimedi, soluzioni. E sovente è gente che non ha mai visto un'auto da corsa e a malapena riconosce una macchina da cucire da una per fare il caffè. Purtroppo l'opinione pubblica ha molto peso su Maranello. Non sono cose che mi riguardano ma direi a Montezemolo, a Todt e ai loro uomini di andare avanti per la loro strada. Non sarà agevole se ci saranno altri disastri, perché l'ambiente va in ebollizione, ma è l'unica che si può praticare con successo». Un Prost positivo, dunque, così come lo è il più diretto interessato, cioè Schumacher. Ma non manca un forte dissenso: soprattutto tanti tifosi delusi, come non lo erano mai stati, anche nei periodi peggiori. Un senso di scoramento, di impotenza. La gente (con Barnard nel mirino) si chiede se è possibile non riuscire non solo a finire una gara, ma neppure a cominciarla. Ovviamente si alzano anche voci di esperti. Come quella di Lauda che domenica, commentando la corsa in studio per una tivù tedesca, ha criticato Todt, giudicandolo il vero responsabile di ogni guaio. Ma si sa che l'ex pilota austriaco, che pure conosce bene la Ferrari in ogni risvolto, non va d'accordo con il manager francese da cui è stato accantonato. In ogni caso solo le prossime gare potranno dare una risposta valida agli interrogativi che tutti si pongono. 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