Muti ripulisce la «Cavalleria»

Via il folclore, regista la Cavani Via il folclore, regista la Cavani Mirti ripulisce la «Cavallerìa» STASERA Graham Dance Company con una serie di coreografie e due novità per l'Italia, «Satyric Festival Song» e «Chronicle». Sempre per il Festival RomaEuropa a Villa Massimo, 21,30, prima nazionale di «Id» e «Initiales», produzioni della Compagnia Le Marietta Secret, ballerini Catherine Legrand e Hervé Robbe. Teatro di Verzura di Villa Celimontana, apertura di «Invito alla danza» con «Noche flamenca», coreografia di Marc Aurelio e Lucia Costa. Perugia, Teatro Morlacchi, ore 21, The Parsons Dance Company e The Turtle Island String Quartet per ima performance inserita nel cartellone di «Umbria Jazz». TEATRO - A Massa Lubrense (Napoli), piazzetta Annunziata, ore 21, al via la XII Rassegna del Teatro Italiano «Torre Turbolo» con «Il gabbiano e Pulcinella» di Marco Renzi, regia di Antonio Guida. Borgio Vereni (Savona), piazzetta S. Agostino, 21,30, «I due gemelli veneziani» di Goldoni, con Sandra Pranzo, Nicola Pannelli, Vittorio Pregel, regia di Giuseppe Emiliani. Urbino, piazza Duca Federico, ore 21, ultimo titolo della rassegna «Urbino Rinascimenti» con «Leonardo: il volo, le conte e gli amori» di e con Dario Fo e Franca Rame. CertoMo (Firenze), al via «Marcantia», LX Festival Internazionale di «Teatro da quattro soldi». Fino al 20 spettacoli nel borgo medievale. JAZZ & POP - Pat Metheny e Kenny Garrett Quartet a Sanremo. Tra i concerti di Umbria Jazz a Perugia si segnalano David & Rosalyn, Jimmy McGriff-Hank Crawford Quartet, Oscar D'Leon & Orchestra. Yellowjackets a Belluno Elio e le Storie Tese e Toto a Pistoia. Prato, Anfiteatro Museo Pecci, 21,30, conclusione del Festival delle Colline con i Jazz Passenger e Deborah Harry. Stadio a Morano Calabro. Mau Mau e Gianni Morandi a Napoli. Umberto Tozzi a Trasse Telesino (Benevento). Spagna a Campione d'Italia Ben Harper e Me'Shell Ndegeocello a Milano. Beck a Carpi (Modena). Ron a Forlì. MUSKA - Concerto del Trio di Parma nel cortile interno della Rocca di Riva del Garda (ore 21,30). Sana» (La Spezia), Fossato Cittadella Firmafede, 21,30 il Trio Esperanca. Roma, Villa Giulia, ore 21, l'ensemble Concerto Italianoi. Spazio Massenzio, ore 22, la Banda Musicale Aeronautica Militare. Governo Vescovado in Scamorosdate (Bergamo), Castello, ore 21, l'Orchestra da Camera Barocca di Bergamo diretta da Antonio Brena. Soprano Tunde Franko, mezzosoprano Caterina Calvi. Bordighera (Imperia), piazza Padre Giacomo Viale, 21,30, canti e musiche partenopee cor. La Moresca. Saluno (Cuneo), Chiesa S. Bernardo, 21,15, il Quartetto Ayre in brani di Glass e Dvorak. Cesenatico, Conserve, ore 22, l'Orchestra dell'Accademia di Szeged diretta di Laszlò Meszenyi in opere di Vivaldi, Bach, Mozart. OPERA & OPERETTA - Nuovo allestimento all'Arena di Verona, 21,15 dell'opera verdiana «Nabucco». Con Renato Bruson, Paata Burciuladze, Maria Guleghina. Orchestra diretta da Maurizio Arena, regia di Gianfranco De Bosio realizzata da Susy Attendoli. Ravenna, Teatro Alighieri, 20,30, Riccardo Muti dirige «Cavalleria Rusticana» di Pietro Mascagni. Orchestra e Coro del Comunale di Bologna, sul podio Riccardo Muti, con Paolo Gavanelli, Tiziana Tramonti, Waltraud Meier. Regia di Liliana Cavani. Milano, Teatro alla Scala, ore 20, «Porgy and Bess» di Gershwin. Regia di Hope Clarice, direttore John De Main. DANZA - A Torino, cortile Palazzo Reale, 21,30, si chiude il X Festival Internazionale con la prima rappresentazione in Italia di alcune coreografie firmate da Doug Elkins. Ballerini della Doug Elkins Dance Company of New York. Marina di Picrtrasanta (Lucca), La Versiliana, 21,30, prima italiana di «I viaggi di Ulisse» con il Balletto di Spoleto, regia di Fiorenza D'Alessandro. Roma, giardino Museo Strumenti Musicali, 21,30, Martha RAVENNA. Riccardo Muti non è solo un grandissimo direttore, ma una presenza che incide profondamente sulla cultura musicale di oggi per due motivi. Il primo è la vastità del suo repertorio, la curiosità che lo porta a studiare partiture diversissime, sovente poco frequentate dai divi della bacchetta, col risultato di metterle in nuova luce. Inaugurare la prossima stagione della Scala con 1'«Armida» di Gluck significa lavorare veramente per la cultura musicale, in sprezzo ad ogni tentazione narcisistica. In secondo luogo, Muti non si limita a dirigere orchestre di livello stratosferico: ogni tanto non teme di lavorare anche con complessi normali, distribuendo la sua bravura in' settori più periferici rispetto alle grandi istituzioni internazionali. Del perfezionismo, insomma, non fa una mania, consapevole che sotto la sua bacchetta qualunque orchestra di buoni professionisti può arrivare all'incandescenza. Così è avvenuto l'altra sera al Teatro Alighieri dove l'Orchestra del Comunale di Bologna era impegnata nella «Cavalleria rusticana», eseguita da sola, in barba ad ogni consuetudine che vuole questo atto unico accoppiato con qualcos'altro. Evidente quindi la volontà di isolarlo per guardarlo da nuovi punti di vista. Così ha fatto Muti con una compagnia di canto che non poteva essere più indovinata: Waltraud Meier è scesa dal piedistallo delle eroine wagneriane per dar vita ad una Santuzza capace di intendere il grido mascagniano come segno della passione elementare. José Cura è elegante e spavaldo nella parte di Turiddu cantata con una voce fresca, dal timbro puro. Tiziana Tramonti, Paolo Gavanelli e Anna Maria Di Micco hanno caratterizzato ottimamente i loro ruoli. Muti ha percorso la partitura con la tensione di un fulmine, dapprima indugiando nelle parti ini¬ ziali, poi accelerando sempre più, sino all'omicidio che conclude l'opera con una mazzata. «Cavalleria rusticana» è spaccata tra il dramma e l'esibizione di episodi insopportabilmente decorativi: la canzone di Alfio, la preghiera, il brindisi. La bravura di Muti sta nell'averli trascinati entro il flusso del ritmo, gettando ponti tra l'uno e l'altro in modo che la partitura sembrava pulsare in un movimento di sistole e diastole, contrazione e rilassamento. Anche le cadute inventive nella facilità della stornellata, che spezzano la tensione qua e là, erano fagocitate nel respiro drammatico: inoltre, mai sentiti così nitidamente certi particolari orchestrali, come il tragico annaspare di bassi, le sortite dei legni, la varietà dinamica. Si capisce, ora, perché Mahler abbia diretto quest'opera tante volte. Dietro l'esecuzione dominava un'idea: quella di ripulire la «Cavalleria» dalla truculenza a buon mercato e dall'amenità del folclore, senza raffreddarla né toglierla dall'ambiente siciliano. Il bellissimo spettacolo di Liliana Cavani con le scene di Dante Ferretti, i costumi di Gabriella Pescucci e le luci di Gianni Mantovanini sposava in pieno questa tesi: una piazza dominata da una chiesa tardorinascimentale e chiusa da un edificio, il tutto in pietra grigia; figure vestite di grigio, nero e beige; un'esplosione gialla dei mazzi di mimose, una siepe di candele accese che contornano di un brillio favoloso la processione della Madonna e, sullo sfondo, la luce del cielo meridionale, azzurra e trasparente. Attori e comparse si muovono benissimo. Il dialogo dei singoli è di una verità tagliente, basti ricordare la scena mimata tra Santuzza e Turiddu: tagliente come le grida di approvazione e gli applausi che hanno accolto, alla fine, tutti gli interpreti venuti a ringraziare al proscenio. Paolo Gallatati ... Di)