Joao il misantropo e la bossa magica di Marinella Venegoni
Joao il misantropo e la bossa magica Joao il misantropo e la bossa magica trovato una funzione positiva. Il vecchio Joao. E' del 1931, ma a guardarlo uri po' incerto e delicato com'era, sul palco, avrebbe potuto avere cent'anni. Leggenda pura, come tutti quelli che rifuggono dall'apparire invano - ormai merce rarissima - ha sopportato lo stormir delle fronde impertinenti, ma s'è lamentato e s'è lamentato fra una canzone e l'altra. E gli arrivava il fumo delle sigarette, e il vento gli mandava via la voce. Però poi, quando smetteva di lamentarsi e cantava, era un rapimento totale: così solo e indifeso davanti al microfono, con la sua chitarra soave ed avara, ti portava con un fil di voce e una musica dolce, precisa, apparentemente scarna, in territori rarefatti di sogno e saudade. Avere «bossa» per la chitarra vuol dire avere talento, ispirazione, genio artistico. E «Bossa nova» fu, nei primi incantati Sessanta, un'attitudine che portò al mondo una nuova semplicità elegante, un altro modo di raccontare i sentimenti, legando i ritmi asimmetrici della musica afrobrasiliana con le armonie della canzone europea. Di quello stile, Gilberto è il più auto¬ revole interprete. Con un soffio, un sussurro umanissimo, sa far rivivere un'atmosfera irripetibile. Ha cantato per 70 minuti, naturalmente successi immacolati come «Desafinado» e una rallentata «Garota de Ipanema», «Corcovado», e «0 amor o sorriso e a fior», ma anche ha fatto respirare un brano tramandatoci dal repertorio più kitsch dei Settanta, «Ave Maria No Morrò». Il profumo di Sessanta s'è poi ammantato di un omaggio alla nostra musica, cantata in perfetto italiano: ecco «Malaga», l'hit di Bongusto, e una spossata ed elegantissima «Estate» di Bruno Martino, artista che forse sarebbe il caso di cominciare a riscoprire anche nella nobile sede perugina. Umbria Jazz intanto continua, implacabile macchina della musica, fra parate musicali per strada a mezzogiorno, concerti a pranzo e pomeridiani; e, dopo mezzanotte, jazz scatenato nei club e nella sconsacrata, incantevole chiesa di San Francesco, dove l'altra sera ha fatto faville Lester Bowie. Che rigenerazione, per le orecchie. Marinella Venegoni
Persone citate: Bongusto, Bossa, Bruno Martino, Garota, Joao, Lester Bowie, Malaga
Luoghi citati: Umbria
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