Battaglie in casa MEDIASET

Viaggio attraverso guerre e novità del pianeta «complementare» alla Rai: Mario Brugola quasi plenipotenziario Viaggio attraverso guerre e novità del pianeta «complementare» alla Rai: Mario Brugola quasi plenipotenziario Battaglie in casa MAS Il «generale dei palinsesti» si occupa, di tutto quello che un tempo transitava al vaglio di Berlusconi Fiorello e Galliani punti interrogativi , , B MILANO, Se togliete Fedele Confalonieri, l'uomo che si porta sulle spalle (oltre all'impermeabile) anche Mediaset, troverete Mario frugola. Da un punto di vista estetico non sarà una gran scoperta (anche se lui avrebbe da dire) ma dal punto di vista commerciale, la preminenza del Brugola è qualcosa. Qualcosa che si avvicina all'intero perimetro delle tre reti berlusconiche. Ora: per sbrigare la radiografia del chi sale e chi scende nel pianeta «complementare» alla Rai (testé divanizzata dalle convocazioni di Violante-Mancino-Veltroni) volenti o nolenti bisognerà cominciare dal Brugola, il quasi numero uno. E' nato, come gli altri principi delle strategie Carlo Momigliano e Maurizio Carlotti, non solo nel 1954, ma direttamente sotto alla scrivania di Marcello Dell'Utri. Come i suoi due gemellini ha frequentato in gioventù le bandiere rosse, poi è passato ai fatturati. In Publitalia, naturalmente. Dove ha inventato le televendite. Tutto quello che un tempo transitava al vaglio (anche notturno) dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi quiz, varietà, raffaelle, investimenti, telenovelas e cravatte dei presentatori - ora è di suo dominio. E' il generale dei palinsesti, il plenipotenziario delle tre reti, l'uomo che dice «questo sì, questo no», ai tre colonnelli della cavalleria generalista: Giorgio Gori (Canale 5), Carlo Vetrugno (Italia 1), Vittorio Giovanelli (Retequattro). Sebbene ne abbia potenzialmente i numeri, Brugola non è il solo mandante di se stesso. Nel «Comitato programmi» spartisce l'ossigeno con Federico Di Chio (direttore marketing), il solito Giovanelli (che è LE donne belle di solito vivono per la loro bellezza. Quasi una regola se sono dive del cinema. Tutto allora diventa una specie di gioco dove la posta in palio è il fascino totale. Francesca Dellera potrebbe appartenere alla categoria. E' bella e sa di esserlo, però non si rassegna a vivere all'ombra della sua avvenenza. Ad esempio pretende la sensibilità negli uomini che frequenta e afferma di rincorrere l'intelligenza nelle sue scelte professionali. Presto sarà protagonista d'un nuovo film diretto dall'americano Jonathan Seagal che tratta dell'amore: una vicenda in cui il torpore d'una adolescenza troppo protetta s'infrange d'improvviso all'irrompere della bellezza femminile. Non le sembra un tema banale l'amore per una come lei? «L'amore non è mai banale. Questa è una delicata storia del rapporto fra una ragazza e un adolescente che a causa d'un trauma infantile è rimasto un po' ritardato. Si parlerà del sentimento dell'amore e della sua innafferabilità». E lei se ne intende molto? «Io recito la parte della ragazza nel film. I due protagonisti s'incontrano, lei ha un'anima bambina e lui lo è sul serio. La salvezza sta nel recupero dell'infanzia. Soltanto l'età dell'oro dell'infanzia con i suoi sogni può contrapporsi con successo alla durezza della vita». Si parla di lei come di «donna Maurilio COSTANZO SHOW Cristina PARODp'Tjr Gerry STRISCIA LA NOTIZIA Dellera (qui accanto): «L'uomo più che bello deve essere sensibile» «Sono abituata alle proposte indecenti e so come sfuggirle» misteriosa e riservata» è davvero così? «Sono sempre molto selettiva nelle mie scelte di vita e professionali. Oggi queste caratteristiche appaiono come un difetto ma spesso si dimentica che il cinema ha tempi completamente diversi da quelli della televisione». L'abbiamo vista sui rotocalchi e manifesti nelle immagini per una campagna pubblicitaria: forse s'intuisce la sua anima bambina ma è il suo corpo in evidenza. «E allora? Guardi che l'anima esiste perché esiste il corpo». E' stato scritto testualmente: «La Dellera fa girare la testa, Il suo biancore soffice e carnale è di quelli che non si vedono più essendo oggi la femminilità anche vistosa completamente asessuata come vuole la tv, come vuole la moda». Un giudizio che la grati¬ F] Alessandro CECCHI RAONER S GIORNO X GIORNO simo direttore del Tg4». Mah. Scivola pure Fatma Ruffini, che di fede (come Fede) è forzista, e di attitudine zarista. Sulla carta resta il capo degli studi di produzione di Cologno Monzese. Ma Pasquinelli, Osvaldo Dal Monte e Gigi Reggi (tutti produttori) l'hanno assai smagrita. Si tiene Castagna, e non è un bel tenere. L'ha rifiutata Paolo Bonolis, l'ha lasciata persino il grande Mike Bongiorno. Il quale Mike, nonostante le sue qualità bioniche, ha finito per inchinarsi ai suoi 72 anni. Si è lasciato traslocare dalla grande rete e dalla prossima stagione presidierà Retequattro. Ma naturalmente è allegro: «Torno in trincea». L'identico viaggio tocca a Iva Zanicchi, che nell'indistinto paesaggio dei nasini rifatti (di gabrielle, patrizie e susanne) resta pur sempre di ottimo umore e di sanissimo appetito. INFINE. Restano (almeno) due punti interrogativi: Fiorello e Galliani. Il primo è di pertinenza delle ragazzine che misureranno gli effetti del suo scalparsi nelle vibrazioni dei propri cuoricini. Con il secondo (invece) si torna in cima alle fronde di Mediaset. Adriano Galliani era la roccia su cui s'era ancorata la rete delle reti (ripetitori, cavi, antenne) e a parte la passionacela per il Milan ha sempre considerato dover suo sovrintendere tutte quante le tv. Con il benestare dell'amicone Silvio. Oggi Galliani sembra infilato dentro a un cono d'ombra, non tanto per le inchieste giudiziarie (chi non ce l'ha, in Fininvest, scagli la prima pietra) quanto per la sintonia con il nuovo pontiere. E siamo daccapo col Brugola. STAZIONARI 1 j Fatma RUFFINI Y^^^^^p^J^j'-^ Emilio FEDE "~\~ ^f~\ Paolo UGÙORl"~f "^J" jRiioDALLA CHIESÀf {) T Vii^o SGARBl'Tj D^^Q □^Q ~" Gori e Costanzo dividono le terre con le rispettive consorti. Bene anche Gregorio Paolini Scivoloni di Ruffini e Cecchi Paone Pino Corrias «In tutti e due i casi hanno usato la mia immagine come sponsor. Hanno tratto profitto nel primo caso e nel secondo mi hanno accostato in modo inopportuno ad una vicenda che non mi riguarda e sulla quale non ho mai rilasciato alcuna dichiarazione». Eppure la sua relazione con Lambert era nota. «Christopher lo conosco ma è stato soltanto un amico. Le mie relazioni più importanti le ho avute con uomini che come me detestano la vita privata sotto i riflettori». Lei ha avuto per corteggiatori star internazionali e rampolli della nobiltà come Emanuele Filiberto di Savoia, che poi avrebbe però lasciato proprio per Lambert. «Non certo per Lambert. Emanuele è un bravo ragazzo e anche molto dolce ma abbiamo mentalità completamente diverse». Insomma signorina Dellera, ha fama di «bella e impossibile» ma è davvero impossibile avere una relazione con lei? «Spesso chi è molto sensibile tende a fuggire l'impegno d'una relazione; chi è come me ha sempre paura dell'amore». Si faccia coraggio. Il fortunato se lo sceglie in base allo stato sociale, all'età, alla bellezza o alla sensibilità? «Alla sensibilità, in assoluto». I giochi sono aperti. Nevio Boni

Luoghi citati: Cologno Monzese, Italia, Milano