Prostituzione, schiavitù per le donne; quanti dèi nati da una vergine

Prostituzione, schiavitù per le donne; quanti dèi nati da una vergine Prostituzione, schiavitù per le donne; quanti dèi nati da una vergine Gesù Cristo non è il solo Sulla vexata quaestio riguardante la «vergmità della Madonna», va detto che il «Dio che nasce da una Vergine» è, senza dubbio, uno dei mitologhemi più ricorrenti. Infatti, non solo Gesù nasce dalla vergine Maria; ma anche Bacco-Dionisio, dalla vergine Semele; Horus; dalla vergine Iside; Buddha, dalla vergine Maya. E, sempre secondo la tradizione misteriosofica, anche Krisha, Agni, il Dio finnico Ukko, Pitagora, Apollonio da Tiana e molti altri Aristoi finirono di un «divin verginal parto». Ed a questo punto, ritengo che non possiamo non chiederci quale possa essere il significato esoterico e la valenza anagogica di detto insistente mitologhemia. E se la risposta degli «specialiasti» furono molte, quella che preferisco è senz'altro la seguente: «E' necessario diventare vergini, cioè puri, cioè semplici, cioè unitari, cioè Uno affinché il Dio, cioè il tutto possa nascere in noi!». Dott. Mario Gugliebninetti Torino Debito pubblico la mafia non basta Non è possibile, dovendo senza scampo sanare l'ormai ineffabile debito pubblico, puntare anzitutto sulla confisca delle enormi ricchezze dei boss mafiosi, dei grossi furfanti, dei grandi evasori ed elusoli fiscali; e poi, una tantum, attingere dai grandi patrimoni, dalle casselorti dei grandi ricchi? Ci va una legge? Ebbene io sogno, sogno che venga subito approvata, accettata dai proprietari delle ricchezze in questione: grazie a una vittoria della loro umanità, del loro senso di giustizia, di responsabilità. (Inviterei tutti a leggere di Zaccheo, la gioia che entrò nel suo cuore dopo la grande decisione. Meglio una volta tanto essere pazzi, liberi dal dominio del denaro. Zaccheo non diventò un poveraccio, solo meno ricco, e gli altri meno poveri. In più felice, e felicemente ricorda- Egr. Sig. Oreste, dove stiamo andando? Forse al mercato a ingaggiare una colf? Mah. Probabilmente sì, perché dai partiti un po' robusti ogni tanto qualcuno allunga una zampina per dare un colpetto alla castagna che scotta, ma senza tirarla fuori dalla brace per poi vedere se qualcun altro che tenterà di imitarlo si scotterà le dita. La colf che farebbe comodo ai chiacchieroni che abbiamo a Montecitorio ed anche ai partiti che vi scodinzolano attorno è la Rai. Da molti anni si parla di privatizzarla, ma... Michele Margaria, Piasco GENTILE Signor Margaria, l'argomento è di perenne attualità e ogni opinione risulta gradita. Soprattutto un'opinione come la sua che cerca di mettere in chiaro la situazione anche per chi (è il mio caso) non sente il problema come fondamentale. «Da molti anni si parla di privatizzarla, ma», scrive lei gentile Signor Margaria, «tutti hanno paura che, mascherata da qualche paravento ambiguo qualche cordata di industriali-politici vi si allunghi sopra, clonandola, istupidendola e mettendole un bel paio di briglie così da voltare a piacimento e dire quello che si vuole. E' risaputo da sempre che tutte le imprese statali sono imprese cancerogene controproducenti, perché male impostate e male gestite. Io avevo detto ai miei figli di sperare che questa fosse la volta buona per una par- to) (Luca, 19). Tornando al principio, avremmo così l'esempio di una politica distributiva nuova, non oscena come quella normalmente praticata, riferita dai professori di scienze politiche nelle loro lezioni. Faccio ridere qualcuno, non importa. Vorrei che uno solo si fermasse un momento e prendesse in LA LETTERA DI O.d.B. lattia mica a Rai tenza verso il risanamento integrale perché ribaltando la padella con il rancido che c'era dentro forse si riusciva a partire da una base sana e pulita. Ora, a capo di qualche Ministero c'è della gente che vorrebbe lavorare bene, ma si fanno troppe prove prima di salire sul palcoscenico e troppe sono le critiche e le discussioni da parte degli incompetenti. Per far ripartire il motore dell'economia bisogna spingerlo al punto morto superiore e poi tararne bene la combustione di modo che non abbia più da fermarsi per, appunto, cattiva combustione. Però credo che non si possa indugiare oltre perché il treno dell'E.TJ. continua sferragliando ad allontanarsi. Darebbe molta soddisfazione a chi è sempre stato un cittadino operoso e ligio vedere che anche le alte sfere hanno recepito il messaggio e non sono disposte a usare i sacrificati soldi dei contribuenti andando in giro a scavare buchi...». Gentile Signor Margaria, secondo il mio modesto parere, con la Rai si esagera. Sono restato allibito all'insurrezione per le recenti nomine e mi sono reso conto che nessun nome vecchio o nuovo riscuoterà mai l'unanimità dei consensi e, quindi, è inutile preoccuparsi. La malattia è endemica. adeguamento agli stipendi dei colleghi d'oltre confine, dichiarando scandaloso che, mentre si chiedevano sacrifici ad altri lavoratori, venisse invece aumentato il loro già lauto stipendio. L. A., Cuneo Quando venne il tempo di Mahler A nome della Associazione Italiana Gustav Mahler, di cui sono il segretario, dei numerosi soci e specialmente da parte mia, desidero esprimere i più vivi ringraziamenti per l'attenzione che il vostro giornale ha dedicato, il 5 luglio, all'opera del grande musicista ed al ruolo svolto da Léonard Bernstein nella conoscenza e nella diffusione della creatività mahleriana attraverso interpretazioni indimenticabili. Nel contempo mi permetto di segnalare che l'articolo di Léonard Bernstein «Mahler: his Time has come» non è inedito. Fu pubblicato dalla rivista High Fidelity nel settembre 1967, che l'aveva commissionato a Bernstein in occasione dell'avvio a conclusione dell'incisione integrale delle Sinfonie di Mahler per l'editore Cbs Masterworks. Allorché, nella estate del 1968, fu fondata la Associazione Italiana Gustav Mahler, di cui il popolare Lennie era presidente onorario (Luigi Rognoni il presidente e il sottoscritto segretario) Léonard Bernstein fece dono alla Aigm, aderente alla Internationale Gustav Mahler Gesellschaft di Vienna, dell'autografo della stesura originaria di «Mahler: his Time has come», pregandomi di dar ad essa la massima diffusione possibile. La versione italiana del testo di Bernstein, da me effettuata, fu pubblicata, con la gentile concessione della rivista High Fidelity, ad introduzione del box della Cbs Gm 15, comprensivo di tutte le interpretazioni mahleriane di Bernstein nell'ambito sinfonico. Con il titolo Mahler: il suo tempo è venuto tale pubblicazione porta la data della primavera 1976, venendo poi ripresa nelle successive ristampe dell'editore discografico, la cui produzione (Cbs Italiana Spa) era distribuita nel nostro Paese dalle Messaggerie Musicali. Già l'anno prima, in coincidenza con l'esecuzione il 30 agosto 1975 al Festival di Salisburgo dell'Ottava Sinfonia «dei Mille» di Mahler sotto la guida di Bernstein, il testo dell'articolo «Mahler: his Time has come», nelle varie versioni sin allora realizzate, venne edito dalla Internationale Gustav Mahler Gesellschaft di Vienna e diffuso in tutto il mondo. L'importante è dar il giusto risalto alla musica di Mahler e alle interpretazioni ormai storiche di Bernstein. Di conseguenza, un grazie ancora per il rilievo conferito su La Stampa all'argomento. Luigi Bellingardi, Roma La Mussolini e Gasparrì Sono rimasta sorpresa nel leggere, questa mattina, l'intervista da me concessa a Maria Teresa Meli. Infatti, se nella sostanza quanto riportato corrisponde al mio pensiero, non posso però sottoscrivere i giudizi attribuitimi nei confronti del collega Gasparri. Ho inteso ribadire dalle pagine del suo quotidiano - al quale, peraltro, ho spesso pubblicamente riconosciuto doti di trasparenza e correttezza - il mio intervento all'Assemblea Nazionale di AN. di sabato scorso, ove ho voluto manifestare che a mio modo di vedere vi è la necessità di ridisegnare le responsabilità al nostro interno. Non ho mai indicato nome né mai ho sottolineato l'esigenza di tagliare teste, così come la Meli ha inteso interpretare. Proprio per la stima che ho della sua testata, ho voluto precisare i termini del mio intervento al fine di evitare dannose polemiche in un dibattito che all'interno di A.N. è sano, prolifico e rispettoso delle posizioni di tutti. On. Alessandra Mussolini, Roma L'onorevole Mussolini non può sorprendersi di niente visto che ho riportato fedelmente quello che lei mi ha detto. [m.t.m.]

Luoghi citati: Roma, Salisburgo, Tiana, Torino, Vienna