La villeggiatura ritrovata

i La villeggiatura i La villeggiatura ntrovata i un presente di stanchi scricchiolii. In rada, un vaporetto da crociera tiene sempre i motori accesi perché il padrone, Eughenidis, ha paura che i comunisti arrivino al potere. E' la stessa paura che attanaglia Giulio Brusadelli, self made man del cotone, il 14 luglio del 1948, mentre si pappa un «paciugo», un misto di gelati e panna, ai tavoli dell'«Excelsior» nella piazzetta di Portofino. Sulla quiete delle vacanze frana la notizia dell'attentato al «migliore», a Palmiro Togliatti. Ribassista in Borsa, portato conseguentemente al pessùnismo, Brusadelli chiama l'autista, si precipita a Milano e, sicuro della rivoluzione, svende il Cotonificio Valle Susa. Bartali vince il Tour. Togliatti, prima di essere operato, sussurra consigli di prudenza. L'insurrezione proletaria si placa e Brusadelli si pente, maledice quella paura, tenta di farsi interdire e, non riuscendoci, dice al procuratore della Repubblica che quel contratto va annullato perché la giovane moglie lo ha rinscemito di sesso. Scoppia il più grosso ed esi- mo, dà sulla piazza, non è una piaga segreta. Sono decenni che decade, dopo i bombardamenti dell'ultima guerra. Il nuovo ministro Walter Veltroni lo sa, e lo sanno l'ex ministro Antonio Paolucci, l'editore Rosellina Archinto, l'assessore Ruta, il "Covo di Nord Est", il "Barracuda" di Santa Margherita che risuonava delle strascicate vocali di Bruno Martino, mattatore della "E la chiamano estate...". La mamma si era sbagliata: anche in quella geografia che avrebbe dovuto essere dannata, si peccava poco e normalmente. Erano tempi di testardissime, rocciose verginità». Forse, in quella Portofino ancora elitaria, ancora da aristocrazia del reddito (ma sono ormai all'imbocco del porto i nuovi ricchi di Torino e di Milano con gli «stenditoi»: così i vecchi vacanzieri, della piazzetta battezzano sprezzantemente quelle barche sempre fitte di bucati stesi) si pecca un po' di più di quel che l'erede Falck sappia o intuisca. Se no perché mai gli esclusi farebbero di tutto per imbucarsi alle feste di Klaus Pudel, un giovanotto tedesco: non è snobismo, è il tam-tam che parla di balli non catechistici. Ma la costa ligure è, in quegli anni, più sotto le righe, più «mens sana in corpore sano», più regatante e marinara della Versilia e ha un gusto anche un po' goliardi¬ Salvator Gotta; accanto, Giorgio Bocca che, nel '47, partì per un avventuroso viaggio in Topolino in cerca di spiagge e ragazze po peccaminosa. La mia adolescenza aveva diritto soltanto alla spiaggetta di Niasca, fra Portofino e Paraggi, e, il pomeriggio, a noiosissime passeggiate verso San Fruttuoso. Unica concessione, la piazzetta, lo "struscio", un saluto a Salvator Gotta, "best seller" degli Almi Venti e Trenta con II piccolo alpino, un gelato e, al passaggio di Olii Riva, di Laura Camerana, di Vivien Leigh, la sconfortante certezza che mai sarei stata bella come loro. Erano gli inizi del decennio Cinquanta. Qualche anno e mi sarei rifatta di quelle proibizioni: Paraggi e il notturno "Carillon" cullante per la voce di Toto larante scandalo di quel dopoguerra, con seguito di macroscopiche multe della Fmanza. Non hanno yacht a motori accesi, né nevrosi da angosce dei «rossi», i Falck che dal 1942 stanno in una villa a metà del monte e ci hanno passato gran parte della guerra. «Per me non era vacanza, ricorda Gioia Marchi Falck, a Portofino avevo fatto le elementari. Era un enorme privilegio, ma mi sarebbe piaciuto cambiare. Almeno mi avessero permesso di andare a Paraggi, al Bagno Fiore dove al banco di Anita c'erano delle pizze favolose. Ma la mamma considerava quella terrazza trop¬ Milano, ieri sera Veltroni, Archinto, Daverio e Paolucci hanno discusso i

Luoghi citati: Milano, Nord Est, Portofino, Torino