Un acquitrino doveva cancellare il delitto

Un acquitrino doveva cancellar® il delitto Un acquitrino doveva cancellar® il delitto no. Ma su due lati opposti quell'appezzamento confina con le terre del suocero di Domenico Cante. Un posto, quindi, che lo scambista conosceva bene. E forse sapeva anche che cosa sarebbe accaduto tra pochi giorni. In frazione Petronilla spiegano che il boschetto stava per diventare un pantano: «Più su c'è una "bealera". Le chiuse vengono aperte tutti gli anni, verso fine luglio e l'acqua invade il terreno. Ben presto marcisce tutto. In breve diventa il luogo preferito dei cinghiali, che arrivano a smuovere la terra scavando dappertutto». Le tracce sarebbero state cancellate per sempre. Ma il piano non ha funzionato. i del mostro di Firenze Un esperto di scavi, un ex dipendente della Sirti, passando nel sentiero tra i noccioli, si-è accorto dello scavo recente. Gli assassini avevano cercato di coprire la tomba con rovi e fascine, ma non è bastato. I due corpi sono stati scoperti troppo presto, possono così fornire ancora molti elementi per ricostruire l'omicidio. E' il compito al quale si è dedicato ieri il medico legale Roberto Testi, che ieri dalle 14,30 alle 16,30, nella camera autoptica dell'ospedale di Susa, ha eseguito l'autopsia su incarico della procura di Torino. Giuliano Guerzoni ed Enrico Ughini sono stati probabilmente giustiziati la sera stessa del colpo Pietro Pacciani dottor Canessa ha fatto una dichiarazione, tutta da studiare: «E' stato molto interessante». Quanto interessante, è difficile stabilirlo. Certo, un aiuto all'accusa sembra essere arrivato dal fatto che Vanni ha ammesso che, si, fra il '90 e il '91 un pensiero ce l'aveva fatto all'acquisto di una rivoltella perché non si sentiva tranquillo. Fatto confermato da un armatolo di San Cariano. Aveva rinunciato soltanto di fronte alla montagna di documenti da riempire. [v. tess.] Intanto, fuori dalla sala delle autopsie di Susa, nel caldo afoso, sono rimasti por tutto il tempo i familiari di Ughini che si sono precipitati da Felizzano, in provincia di Alessandria, avvisati dai carabinieri: il padre, i fratelli e Denise, moglie della vittima. Hanno aspettato tanto per avere un'unica consolazione: il loro Enrico è morto subito. Le indagini in Val di Susa non sono finite. Oltre al nascondiglio dei soldi, si cerca anche l'auto di Ughini. E' una Opel Corsa, di colore marroncino, targata «AL 500465». E' la vettura con la quale i due amici si sono recati all'appuntamento con la morte. miliardario, il 26 giugno. Gli assassini hanno sparato a sangue freddo. Dapprima un colpo sotto lo zigomo destro di Guerzoni, fulminandolo all'istante. Poi contro l'amico Ughini, che cercava scampo con la fuga. Un primo proiettile, da una pistola calibro 7,65, ha raggiunto l'ex dipendente delle Poste alla schiena. Quindi è arrivato il colpo di grazia, alla tempia. Spari esplosi da vicino, con armi di piccolo calibro. Nuli'altro, né botte, né ferite di altro genere. Al perito sono bastate quattro ore per avere le prime certezze. Le informazioni sono state subito telefonate ai magistrati, che interrogavano Cante. E presto ci saranno nuovi accertamenti sulle A Milano Bergamo, in un istituto per periti elettronici

Luoghi citati: Alessandria, Bergamo, Felizzano, Firenze, Milano, Susa, Torino