Due pistole nel giallo degli uomini d'oro di Alberto Gaino

Torino, la donna dello scambista: «La notte del colpo mi chiamò per dirmi che avrebbe tardato» Torino, la donna dello scambista: «La notte del colpo mi chiamò per dirmi che avrebbe tardato» Due pistole nel giallo degli uomini d'oro E la moglie apre una crepa nell'alibi del «giustiziere» no più. E prima delle 22, né Cante, né la coppia Guerzoni-Ughini quella sera avrebbero potuto raggiungere la zona di Bussoleno. La ricostruzione su cui gli in¬ una donna di nazionalità francese, amica della convivente di Cella, abbia confermato gli spostamenti dell'uomo nella notte. Ma dalle 23.30 i riscontri alle dichiarazioni dell'uomo non ci so¬ Il sacco a pelo in cui era avvoldell'autista apparterrebbe all LA RICOSTRUZIONE DEL MASSACRO UTORINO NA massa d'acqua e di fango doveva cancellare ogni traccia del delitto. Ancora tre settimane, e il luogo dove è stata scoperta la tomba degli «uomini d'oro» delle Poste sarebbe diventato un acquitrino. Mentre l'autopsia ha chiarito che la morte di Guerzoni e Ughini è stata una vera e propria esecuzione, quel boschetto di noccioli in frazione Petronilla dove sono stati sepolti si è trasformato in un nuovo indizio contro Domenico Cante, lo «scambista», ieri sotto torchio in Procura. Il terreno dov'è stata scavata la tomba appartiene a sei proprietari diversi. «Un posto buono solo per cinghiali», dicono a Bussole- c nell'inchiesta bis sui delitt lto il cadavere Mal'uomo sotto accusa m vestigatori puntano è che tutto, colpo e regolamento di conti, sia avvenuto nell'arco di poche ore. Con la notte come tempo supplementare per compiere il duplice delitto e, soprattutto, far sparire a men i cadaveri nel sottobosco. A un chilometro dalla villetta di Domenico Cante. E a lui che ogni nuovo indizio riporta. «Anche il mio cliente si rende conto che la situazione è lui si difende: mi è stato rubato sul camper ntre ero ricoverato dopo l'interrogatorio drammatica - ha dichiarato ieri sera l'avvocato Anna Ronfani che l'ha assistito per tutto il tempo dell'interrogatorio. - Ma ha risposto senza mai perdere la calma. Respingendo le accuse Nella foto grande Domenico Cante In alto il bosco in cui sono stati trovati i cadaveri Accanto, Giuliano Guerzoni una delle due vittime Qui sopra, Enrico Ughini l'altro ucciso A fianco il medico legale Roberto Testi vittime. Un entomologo è stato incaricato di studiare i parassiti che hanno aggredito i corpi, per stabilire con maggiore certezza la data dell'omicidio. Ivano Barbiero con due argomentazioni: in parte sono spiegabili come coincidenze, in parte sono da attribuire ad una macchinazione nei suoi confronti». Cante si racconta come una vittima designata. Non accusa Ivan Cella, il birraio e socio nell'impresina di famiglia di impianti elettrici, ma su uno dei tanti indizi contestatigli - la scomparsa dal suo camper di un sacco a pelo e di un plaid - ha risposto: «Le chiavi del camper non le avevo solo io». Un mazzo è stato sequestrato anche a Cella. Eppure, a Cella, l'amico aveva dimostrato di dovere fare grosse confidenze. Una volta uscito dall'ospedale, dopo l'attaco di angina e il primo interrogatorio, lo avrebbe chiamato al telefono. E lo avrebbe rassicurato sulle sue condizioni di salute, e, vabbè, questo è ovvio, ma anche su qualcos'altro. «Ti devo parlare, ma a voce». Li unisce, nell'interesse degli investigatori per la loro amicizia, anche uno dei tanti piccoli gialli di questa storia: la comparsa in scena di due Lancia Dedra. Uguali. Cante aveva un'auto di quel modello e l'aveva consegnata a Cella con una procura per venderla. Polizia e carabinieri l'hanno cercata, e ne hanno trovate due. Non è ani cora chiaro perché vi annettano una certa importanza. La loro attenzione per questo particolare fa pensare che attorno alle auto gemelle si giochi una parte di rilievo della ricostruzione dell'accusa. Non vi sono certezze. Ma punti fermi che attendono conferme. Sulla data della morte di Guerzoni e Ughini l'autopsia ha stabilito: è compatibile con la serata del colpo. Gli investigatori ne erano già convinti: hanno ritrovato appunti di Guerzoni sulla sua fuga verso il Sudamerica. Il giorno previsto per la partenza: il 27 giugno. La mattina dopo il colpo. Tutto era stato studiato nel dettaglio: la sottrazione del denaro da parte dell'autista Guerzoni e dello scambista Cante; il primo che si piglia ogni responsabilità lasciando nei sacchi, fra la cartaccia, la sua busta paga. Una firma. E poi la spartizione del denaro. E l'addio all'Italia. Mentre Cante sarebbe tornato al lavoro. Cos'è successo di imprevisto fra di loro? O qualcuno aveva già deciso ai non dividere i 2 miliardi ir. contanti? E ancora: quand'è che sarebbe entrato in scena il quarto uomo? Giovanna Favro Alberto Gaino

Luoghi citati: Bussoleno, Italia, Sudamerica, Torino