L'Europa a Clinton: pronta la rappresaglia

Oggi il Presidente decide se bloccare le più dure tra le sanzioni per chi commercia con Cuba Oggi il Presidente decide se bloccare le più dure tra le sanzioni per chi commercia con Cuba L'Europa a Clinton: pronta la rappresaglia La replica: gettiamo Castro nella pattumiera della storia c BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE All'attacco americano contro le compagnie europee che investono nell'economia cubana, i ministri degli Esteri dei Quindici hanno risposto ieri con determinazione, approvando una serie di possibili misure di rappresaglia e dando istruzioni al comitato degli ambasciatori (Coreper) di «fare i preparativi necessari per un'azione urgente e coordinata a livello comunitario e nazionale». Il presidente americano Bill Clinton ha tempo fino a stanotte per decidere se sospendere o no per sei mesi l'articolo più pericoloso (il terzo) del «Libertad Act», la legge che intende colpire qualsiasi impresa del mondo abbia investito a Cuba. Il Consiglio dei ministri dell'Unione europea non poteva dunque decidere sull'intero ventaglio delle contromisure proposte dalla Commissione di Bruxelles. Ma altre disposizioni della legge Usa, come ad esempio quella che vieta l'ingresso negli Stati Uniti ai dirigenti delle aziende prese di mira, sono già in vigore, ed è dunque assai difficile che l'Europa lasci cadere ogni minaccia. In ogni caso, la prima replica che viene da Washington non è incoraggiante. «Agli alleati chiediamo di unirsi a noi nello sforzo di confinare il comunismo cubano nella pattumiera della storia, dove merita di finire», ha dichiarato il portavoce del dipartimento di Stato McCurry. I Quindici hanno ancora una volta invitato Clinton a sospendere gli effetti dell'articolo 3 della legge, che consentirebbe alle imprese americane a suo tempo espropriate dal regime di Fidel Castro di rivalersi in tribunale contro le società straniere che ne hanno preso il posto. «Ma non ci si può basare sui propri desideri - ha detto Lamberto Dini - e quindi si parte dall'idea che Clinton non lo farà». Anche il ministro spagnolo Abel Matutes ha mostrato pessimismo, aggiungendo che se l'Europa non darà «una risposta molto forte» alle minacce americane, «la Spagna'adotterà misure unilaterali» di rappresaglia. Le misure di ritorsione previste sono quattro, di crescente severità: 1 ) il ricorso alla procedura sulle dispute presso l'Organizzazione mondiale del commercio (ne è direttore l'italiano Renato Ruggiero); 2) il rifiuto dei visti di ingresso in tutta l'Unione europea ai rappresentanti di imprese statunitensi; 3) l'adozione di una legislazione che vieti alle imprese europee di sottomettersi al Libertad Act, neutralizzandone così gli effetti extraterritoriali; 4) la creazione di una «lista nera» delle compagnie americane che si dovessero rivolgere ai tribunali Usa per ottenere risarcimenti dalle aziende europee che le hanno sostituite nelle relazioni economiche con Cuba. «Noi speriamo che gli Usa rinuncino a questi atteggiamenti - ha detto il francese Hervé de Charette - altrimenti saremo costretti a prendere disposizioni su scala europea. Nessuno negli Usa si illuda: sarebbe un errore pesante, carico di conseguenze. L'uniiateralisnio praticato da Washington è inaccettabile, ed è contrario alle regole dell'Organizzazione mondiale del commercio». Anche il britanni- Lgf BRUXELLES ".UOMO,forte dell'Euri pa nella lotta contro gli Stati Uniti è sir Leon Brittan, Commissario responsabile del commercio internazionale dell'Unione. E' lui che ha messo a punto le misure di ritorsione che il Consiglio dei ministri degli Esteri dei Quindici ha approvato ieri in linea di principio. E sarà lui che, nel malaugurato caso in cui la guerra commerciale tra le due sponde dell'Atlantico dovesse davvero scoppiare, parlerà con la Casa Bianca, a nome di tutta l'Unione europea. Ieri, parlando con i giornalisti al termine del Consiglio dei ministri delJ'Ue, ha mostrato come sempre calma e fermezza, dicendosi solo «molto sorpreso della forza, della determinazione mostrata dai ministri. E' molto importante che l'Unione abbia trovato unanimità di posizioni». La crisi potrà danneggiare le relazioni fra Usa ed Europa? «Non si tratta ancora di una crisi. Noi condividiamo l'obiettivo degli americani di far avanzare la democrazia a Cuba, e le relazioni inter-atlantiche sono trop- co Malcolm Rifkind, sempre morbido con gli americani, ha detto che «bisogna rispondere in maniera molto chiara», e Dini ha aggiunto che l'atteggiamento Usa «è un grave intralcio al dialogo inter-atlantico, è un fatto grave che complica notevolmente le relazioni tra Stati Uniti ed Europa». Il problema - ha ricordato Dini - è che Clinton si trova ormai in campagna elettorale, e dunque è schiacciato tra l'imbarazzo per una legge che non condivide e la necessità di corteggiare l'elettorato di origine cubana, fortissimo in Florida e presente in altri Stati. «E' un anno difficih - ha detto il ministro : le elezioni si avvicinano, e questa è una materia su cui i due partiti americani sono molto sensibili». Certo è che l'Europa, pur condividendo l'obiettivo di far avanzare Cuba verso la democrazia, «non può non lamentare che si faccia ricorso ad m ìa legislazione che ha effetti extra-territoriali». Il problema è serio, tanto più che il Congresso statunitense sta esaminando una legge simile al Libertad Act, che colpirebbe le imprese che fanno affari con l'Iran e la Libia. Il comunicato dei Quindici parla di «profonda preoccupazione», e si capisce perché: il petrolio ed il gas naturale libici ed iraniani sono fondamentali per le economie europee. La loro mancanza precipiterebbe l'Unione dritta dritta in recessione. Fabio Squillante g g g Sotto, il presidente Usa Bill Clinton che oggi decide se bloccare le norme più aspre della legge Helms-Burton sulle sanzioni per chi commercia con Cuba LA LEGGE USA Gli americani espropriati da Castro possono rivalersi sui beni in Usa delle imprese straniere che fanno affari con Cuba E' vietato l'ingresso negli Stati Uniti ai dirigenti e agli azionisti di quelle imprese, e ai loro figli minorenni LE CONTROMOSSE UE Imposizione di visti di ingresso ai businessmen americani Richiesta di arbitrato all'Organizzazione mondiale per il commercio [Wtc] Assistenza legale alle aziende europee che dovranno affrontare processi presso tribunali Usa L'Ue: «Potremmo arrivare a chiudere le frontiere ai manager americani» «Obbligati a reagire Washington colpisce i nostri interessi» Il ministro degli Esteri italiano Lamberto Dini ha espresso fin dal G7 di Lione critiche molto dure nei confronti della politica americana «lesiva dei nostri na G L'Avana La presenza italiana nell'isola caraibica è di tutto rispetto: siamo al terzo posto nella classifica degli investitori internazionali dopo Spagna e Canada; Messico e Francia ci seguono a pari merito. G1AMAICA H TELEFONI: H Apre l'elenco la Stet International, che ha m acquisito dal gruppo messicano Domosn una m partecipazione ael 22% nella Citel, che deIj tiene il 49% della cubana Etecsa, gestore delle telecomunicazioni dell'isola. *M ENERGIA: Jf *MJ M ENERGIA: usmaro in ottobre Jf L'Ansaldo Indus1 maro in ottobre 1 miliardi di lire clÌllÌ^ls£ per forniture allf^t iv ■ 1 , I ~ 'lt [192 llÌ^ls£ f^t iv 1 , I ~ un'altra [19,2 portadora di ni TURISMO: Il settore turistico fa la parte del leone con la Silares, joint venture tra il governo cubano e la Costa Crociere. Poi ci sono la Beneffon, che gestisce una catena di negozi a L'Avana, la Air Europe guidata da Lupo Rattazzi (la prima compagnia di voli charter con Cuba) e alcuni tour operator (Ventano, i A.'pitour, etc) che ogni anno portano migliaia di turisti^ italiani. GLI ^ ITALIANI A CUBA . GLI SCAMBI: usi e due commesse: una di 5, 4 ustria di Genova ha invece fir- con la cubana Energoimporf, all'ente elettrico nazionale, e .1. I-, I r- I miliardi) con la Empresa Imkel. nt