BENIGNI & MALIGNI
BENIGNI & MALIGNI BENIGNI & MALIGNI Incontro surreale con Vincenzo Cerami per discutere di sesso e comicità tra Grazia Deledda e Bava Beccaris In occasione dell'uscita di «E l'alluce fu», raccolta di gag, invettive, comizi e tormentoni di Roberto Benigni, pubblichiamo qui di seguito - ed in esclusiva - un dialogo tra il comico toscano di Vergaio e Vincenzo Cerami che ha scritto con lui molti monologhi teatrali e ha sceneggiato per il cinema «Il piccolo diavolo», «Johnny Stecchino» e «Il Mostro». ERAMI In E l'alluce fu (monologhi e gag), il florilegio della sua arte allestito da Marco Giusti, con una magnifica postfazione di Cesare Garboli, e appena uscito nelle edizioni tascabili «Stile libero» della Einaudi (lire 12.000), compare questa sua affermazione: «Il topo con la topa, la gallina col gallino». Non basta, a pag. 45 lei riferisce il seguente episodio, assai emblematico in verità: «E' stato il 14 luglio del '69 verso le quattro del pomeriggio. Improvvisamente mi scattò questa cosa che saranno state le quattro, le quattro e dieci. Io non avevo l'orologio, ma lì vicino c'era uno che si chiamava Mario e gli dissi "Mario, per piacere, che ore sono?", e lui mi rispose "Non so, le quattro, le quattro e dieci"». E' indubbio che lei, Benigni, sornionamente, nasconde una vocazione agnostico-umanistica dolorosa, sofferta. Condivide? BENIGNI Mi perdoni signor Cera- mi, sono appena arrivato e mi sono distratto. Ho capito solo «Lire 12.000». Mi vuole ripetere la domanda? CERAMI Gliela riassumo in una parola: l'Uomo. BENIGNI Lei ha messo il coltello nella piaga. Ha compreso il senso recondito dei miei scritti. Io ho cercato di mascherare il più possibile le vere intenzioni, ma lei mi ha messo a nudo. Il libro, infatti, a una prima, superficiale, lettura potrebbe sembrare la biografia di Grazia Deledda. Ma così non è. E non è nemmeno, come qualche critico ha scritto, la rivalutazione etico-storica del pensiero di Bava Beccaris. No, siamo fuori strada. Certo, non nego che Grazia Deledda e Bava Beccaris abbiano in¬ fluenzato le mie pagine. Ma il libro va oltre, come lei ha sagacemente fatto notare. L'Uomo. CERAMI Lei intende dire che l'Uomo va visto nella sua intierezza, dalle basette all'alluce, appunto, in tutto il suo umanesimo, come la donna, se si potesse dire, in tutto il suo donnesimo. O mi sbaglio? BENIGNI Nemmeno di un centesimo. La donna è un incantesimo nel quale mi immedesimo: è Dio in sedicesimo. Lo so, sarò l'ennesimo, ma lo dico a me medesimo, che amo il cristianesimo dai tempi del battesimo. CERAMI Dunque avevo capito bene: l'Uomo al centro e l'universo tutto intorno. BENIGNI Esatto. CERAMI Lei ha detto (pag. 59) che. Zavattini lo colpì da morire. Con che cosa? BENIGNI Con la pagina 59. Quando si arrabbiava Zavattini prendeva un libro, staccava la pagina 59 e colpiva. I Zavattini era un grande maestro. Mi ha insegnato l'uso della lettera F, che non conoscevo. Mi ha insegnato a guardare il mondo con un occhio solo. A mangiare le albicocche in piedi (difficilissimo). Soprattutto a distinguere a occhio nudo un cavallo da una lumaca. Sono ancora in grado di farlo, quando non sono troppo stanco. Così, a colpo d'occhio, senza pensarci, so subito dire qual è l'uno e qual è l'altra. Infatti nel libro Einaudi E l'alluce fu, postfazione di Cesare Garboli, appena uscito nelle edizioni tascabili «Stile libero» (lire 12.000), c'è un omaggio esplicito a Cesare Zavattini, a pag. 104, quando affermo: «Viva l'Austria!». Come potevo non farlo. CERAMI Chiesi una volta a un fa- pstosode prsce ccono Erasdissecolo»al fa Vincenzo Cerami. Sotto: Benigni moso scrittore cosa pensasse dei critici. Lui mi rispose: «E' come chiedere a un palo della luce cosa pensa dei cani». Condivide questa immagine immobile, ben piantata, dello scrittore, dell'artista? BENIGNI La frase che lei ha citato, famosissima, è di Vittorio Alfieri. E io sono d'accordo con lui, ovviamente. Anzi ne approfitto per far notare il gemo dell'Alfieri poiché si intuisce da questo gustoso aforisma che egli è un grande precursore. Infatti non si capisce come facesse, in quell'epoca, a conoscere già l'esistenza dei cani. CERAMI Adesso parliamo dell'Italia. Dossetti, credo, o forse più recentemente Antonello Venditti in una sua canzone, non ricordo bene, disse che l'Italia è più di uno stivale. BENIGNI Sì. Anche se la citazione di Antonello Dossetti, di nuovo, è rubata a Erasmo da Rotterdam, il quale disse: «L'Olanda è più di uno zoccolo», e che a sua volta si riferiva al famoso «Parigi vai bene una Benigni: «La donna è un incantesimo nel quale mi immedesimo: è Dio in sedicesimo».
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