Padovano io sto zitto ma segno

Padovano: io sto zitto, ma segno Uno dei rincalzi di lusso di Lippi è pronto a competere con Boksic, Vieri e Amoruso Padovano: io sto zitto, ma segno «Conquisterò laJuve con igol e l'obbedienza» TORINO. Alla fine, nell'attacco della Juve è rimasto l'uomo che doveva essere di passaggio: Padovano. In vacanza in Calabria, la punta ha seguito il mercato senza lasciarsi coinvolgere: in ogni caso lui ci sarà e con prospettive migliori della scorsa estate quando appariva come la ruota di scorta sistemata nel baule, da tirar fuori in caso di emergenza. Padovano ha invece segnato 7 gol (importanti, come a Dortmund nell'esordio in Champions League), pochi hanno la sua velocità nell'adattarsi alla partita entrando a freddo. Un ottimo cambio. 0 qualcosa di più, ora che Vialli e Ravanelli non gli faranno ombra. «Quando arrivai alla Juve - racconta - sapevo che Vialli, Ravanelli e Del Piero sarebbero stati inamovibili: avevano vinto lo scudetto, non si potevano discutere. Ora due se ne sono andati e io ho dimostrato qualcosa. Potrò giocarmi il posto in una situazione diversa». Anche con Boksic? «Lui è qualcosa di speciale, uno dei più forti. Se la buttasse dentro con la frequenza con cui gli riusciva in Francia sarebbe il primo attaccante del mondo. Nella Lazio ha segnato poco, ma ha fatto la fortuna di Signori: per chi gli sta vicino è una grazia di Dio». Dunque Boksic diventa utile se ha vicino un goleador? «Per quello che si è visto in Italia dico di sì». Sembra un'autocandidatura. «Io starò nella cesta, come sempre. In passato dicevano che ero un piantagrane e mi è costato un po'. A Torino ho provato che farsi trovare sempre pronto rende più che attizzare polemiche». Fuori Vialli e pure Ravanelli, se l'aspettava? «Per Vialli sì, anche se fino al suo annuncio ho sperato che rimanesse. Dico che ho sperato perché si è dimostrato un amico e mi sarebbe piaciuto giocare con lui ancora un anno. La cessione di Ravanelli è stata una sorpresa. E un affare». Per la Juve o per Ravanelli? «La Juve ha incassato moltissimo, lui andrà a guadagnare quanto non gli avrebbero dato in Italia. Hanno vinto tutti». Ravanelli sostiene che l'hanno fatto fuori... «Non so se è contento. Io lo sarei se guadagnassi 5 volte di più, perché i soldi non sono fondamentali; ma chi dice che non ci bada è un gran bugiardo». Lei avrebbe accettato un'avventura all'estero? «Mi piacerebbe, ma le condizioni sarebbero molto diverse da quelle di Ravanelli. Va bene quando il contratto passa da 100 a 500, ma se arriva a 120 è meglio restare dove si è». La Juve europea si è smembrata. Va via anche Sousa. Non le sembra un rischio? «La penso come Moggi: le bandiere nel calcio non hanno più ragione di esistere. Le squadre si possono cambiare da un anno all'altro e l'esperienza delle ultime due stagioni dimostra che è una filosofia vincente». Ma il Milan, ad esempio, non la segue: vende poco, compra il giusto. «E' una scelta. Tutte le altre, però, si sono trasformate. Saremo veramente in cinque o sei a lottare per lo scudetto. Penso all'Inter: se i nuovi si integrano in fretta sono la squadra più forte. Djorkaeff è l'uomo che può permettere il salto di qualità». E le altre? «Mi piace il Parma per due ragioni: primo, Ancelotti che ho seguito nel suo lavoro a Reggio Emilia ed è bravissimo; secondo, Chiesa e Zola saranno la migliore coppia d'attacco del campionato. Zola è il più forte calciatore italiano. Lo so io che gli ho giocato insieme. Chiesa è formidabile, come gli arriva la palla tira senza pensarci su. E spesso ci indovina. Deve sfruttare il momento, anche se è un momento lunghissimo: dura da tre anni». Come coppia, anche Oliveira e Batistuta nella Fiorentina mettono paura. «Giusto, ma la Fiorentina continua a non convmcermi in difesa. Non ci credo molto. Poi ci sono le romane. Signori è l'unico attaccante che non ha mai avuto un cedimento, ogni anno va sopra i 20 gol. Ma voglio vedere cosa gli accadrà senza Boksic». E a lei, Padovano, cosa accadrà? «L'ho detto, mi tengo pronto. La concorrenza è forte: mentre guardavo le partite dell'Europeo mi dicevo che ad eccezione dell'Italia, della Croazia e un po' della Germania, in tutte le altre Nazionali io e almeno una quindicma di attaccanti italiani saremmo stati titolari fissi. La Juve adesso ha Vieri e Amoruso. Sono giovani, molto bravi: uno sarà utile quando serve la spada, l'altro quando ci vuole il fioretto. Quale armi avrò io? La stesse dell'anno scorso: il silenzio e i gol. Sfruttando anche i ritagli di partita». [m. a.] «Djorkaeff il gioiello Inter da battere se i nuovi s'inseriranno E attenti al Parma» CON IL TRIDENTE A DUE PUNTE DIUVIO CONTE 7JDANE DESCHAMPS BOKSIC VIERI CON IL CUNEO CONTE DESCHAMPS m JUGOV1C ZIDANE DEL PIERO IL TRIDENTE con Boksic, Vieri e Del Piero, è la formula delle ultime stagioni, corretta nel finale del '95-96. Senza la forza e i sacrifici di Vialli e Ravanelli, sembra un modulo più difficile da proporre anche per i problemi che creerebbe a centrocampo che ha già Zidane. E' comunque formula spettacolare: già Trapattoni la proponeva negli Anni 80 con Rossi-Boniek-Briaschi e Platini. Altri tempi. LE DUE PUNTE Boksic e Vieri (o Amoruso o Padovano) comportano il sacrificio di Del Piero a centrocampo (ma il Pinturicchio si spegne in quel settore). Una soluzione possibile è invece con due punte vere (Boksic più Vieri quando serve potenza, Amoruso se occurrono più tecnica e manovra), con l'esclusione di Del Piero e l'innesto di Di Livio (o di Lombardo) all'ala destra, nel ruolo di tornante. Padovano l'anno scorso ha segnato otto gol: per questa ragione non vuole essere considerato soltanto una semplice ruota di scorta Il CUNEO, che comporta l'utilizzazione di Boksic più Zidane e Del Piero, è una soluzione interessante. Lippi inserirebbe un centrocampista in più (Jugovic?) al fianco di Conte e Deschamps. Boksic sarebbe la 1a punta come nel Marsiglia, Del Piero giocherebbe in una posizione più avanzata e Zidane farebbe il rifinitore come nel Bordeaux. Squadra potente, con qualche possibile dubbio in zona gol.