Calleri: ho costruito un Toro vincente

Il presidente, nonostante voglia passare la mano, ha lavorato molto per puntare alla promozione Il presidente, nonostante voglia passare la mano, ha lavorato molto per puntare alla promozione Calieri: ho costruito un Toro vincente «Tanti dovranno rimangiarsi le critiche» Gian Marco Calieri, il suo è stato un mercato da direttore sportivo, in conto terzi, o ancora da presidente? «Mi sono comportato esattamente come tutti i 37 colleghi di A e B - risponde al telefono da Montecarlo -. Cercando cioè di formare la squadra più competitiva possibile. Tenendo conto delle possibilità economiche del Toro. Sono convinto di esserci riuscito. Nei giorni di mercato non ho pensato all'eventuale cessione della società, che da mesi è in vendita. Ho scordato questa vicenda badando alla formazione, puntando al pronto ritorno nella massima divisione. Se la trattativa andrà in porto, vorrà dire che è stato trovato un accordo onesto e chiaro. Se non andrà in porto, va bene lo stesso, andremo avanti. Ma attenzione, il Toro resterà in vendita. Non rimango a vita a Torino e in questa società a dispetto dei santi. Presto o tardi toglierò il disturbo. Con la convinzione che quanto ho fatto per il Toro, tenendo a mente il rischio di fallimento e l'impegno di recuperare società e bilancio, non lo ha fatto nessuno. Chi vuol venire al mio posto, adesso, si accolli tutte le responsabilità che io ho assunto». La vicenda Cristallini ha creato polemiche, reazioni rabbiose, incertezze... «Cristallini a oggi rimane al Torino. Ma perché rimane lo voglio precisare: perché ora sono io il responsabile del Toro, al 100 per cento. Per Cristallini c'è stata la trattativa che sapete, ma non mi hanno dato la contropartita che ritenevo adeguata. Se l'avessi avuta, il giocatore sarebbe andato ad altra società e il Toro avrebbe fatto un grosso affare». Giorgio Vitali è osteggiato, non viene più a Torino. «Di cose sgradevoli ne ho lette tante, ma una in particolare. Che con Vitali il Toro non è il Toro, ma un bue. Allora dico che io ho comprato non un Toro, ma una mucca senza latte e in debito d'ossigeno. Che stava per fallire, ovvero morire. Semmai, che il Toro adesso sia un bue è già un miracolo. E' perverso accanirsi contro un professionista che fa bene il suo mestiere. Che si guadagna onestamente la pagnotta. Che non ha colpa se siamo finiti in B Aggiungo che nel Torino passa to c'è stata gente che ha la colpa precisa di averlo spinto sull'or lo del fallimento». Rizzitela ceduto. Lei è sta to condizionato da chi lo chiamava traditore? «La vendita di un campione, richiesto dal Bayern, dimostra che il Toro non era e non è una scatola vuota. E tanto per esse re chiari, il denaro delle cessioni è nelle casse sociali. Comunque, ammetto di aver dato via giocatori non più graditi alla piazza. Temevo fossero invisi al punto che la loro permanenza avrebbe creato problemi. Io continuo a ritenere Milanese e Falcone ottimi giocatori. Lo stesso pensano molti degli addetti ai lavori. Tanto che i due restano in A, Napoli e Fiorentina, attraverso prestiti pagati bene. Nella prossima estate il Toro potrà riprenderli. Oppure avere, stando ai contratti stipulati, una barca di soldi». Si pensava restasse Abedì Pelé, invece... «Nell'ultima telefonata, l'altra settimana, mi ha detto di non voler più stare al Torino, in serie B. Ho provato ad insistere, però mi sono accorto che era tempo sprecato. Così è scattata la ricerca di Pizzi o Scarchilli. Mentre Pizzi alzava il tiro delle pretese, il procuratore di Pelé mi avvertiva: oltre che al Veracruz, Abedì piace al calcio giapponese e a quello statunitense. Conto, avendo Pelè un anno di contratto, che al Toro arrivino soldi. Intanto ho puntato su Scarchilli. Comprato. Perché sia chiaro che abbiamo solo due prestiti e con pieno diritto di riscatto: Cinetti e Ipoua. Tutti gli altri sono proprietà e capitali del Toro». Ha fallito qualche colpo importante sul mercato? «Uno, la caccia a un giocatore giovane che avrà un grande futuro. Il nome? Non lo dico, perché conto ancora di far diventare granata il ragazzo». Inizio del ritiro a Gubbio, il 20 luglio. Presentazione? «Non si fa. Qualcuno ha detto che avrei potuto organizzarla solo se tenevo Cristallini. Ma il capitano resta e la presentazione salta egualmente. Sono già stati bollati alcuni acquisti, e da gente che non li conosce neppure. Sarà il campo, quindi, a fare da presentazione. Il ritiro a Gubbio? Perché ci andai con la Lazio e ci portò fortuna. Il prossimo campionato il Toro avrà bisogno di tutta la buona sorte che non ha avuto lo scorsa stagione». Gli abbonamenti, quando partirà la campagna? «Un'altra settimana. Prima voglio chiudere i conti del mercato. Proponendo la rosa definitiva dei titolari, il tifoso saprà cosa compra abbonandosi. E c'è la trattativa per la società in ballo, non abbiamo fretta per gli abbonamenti. Ora lo scoglio sono i miliardi dei debiti col fisco. Ma se si eccepisce, se non si accetta il rischio come ho fatto io, la trattativa si blocca». Bruno Perucca «Se la trattativa con Preziosi avrà un epilogo positivo, vorrà dire che avremo trovato un accordo onesto; altrimenti avanti un altro» IL NUOVO TORO CASAZZA CEVOLI MALTAGLIATI MEZZANO NUNZIATA CINETTI SCHARCHILU FLORUANCIC Calieri (a fianco) «Durante il mercato non ho pensato a cedere la società ma soltanto a costruire una squadra competitiva in grado di tornare subito in A»; Cristallini (foto piccola) nel Toro sarà un punto fermo

Luoghi citati: Casazza, Gubbio, Lazio, Montecarlo, Napoli, Torino