«Ma come sono delicate queste vetture»

Anche Todt non si arrende: un'altra severa lezione per noi, ma ora speriamo di aver toccato il fondo Anche Todt non si arrende: un'altra severa lezione per noi, ma ora speriamo di aver toccato il fondo «Ma come sono delicate queste vetture» Ascanelli, il tecnico: ogni novità per crescere diventa un rischio I RITIRI FULMINEI SILVERSTONE DAL NOSTRO INVIATO Serrande abbassate alla Ferrari, dicci minuti dopo l'inizio del Gran Premio d'Inghilterra. Addio sogni di gloria, di rivincita, di risalita. Addio ai punti, al podio, ai piazzamenti. Si ricomincia ancóra una volta da zero. Zero in profitto per Maranello: le due vetture si sono fermate subito. Schumacher si è ritirato mentre gli altri concoiTenti iniziavano il quarto giro ed era in quarta posizione. Irvine è andato poco più lontano, è stato bloccato dopo il sesto passaggio. Il primo a parlare è stato proprio il pilota irlandese, visibilmente alterato dall'ennesima delusione. «E' un peccato - ha dichiarato a denti stretti -. E per la Ferrari è un disastro. Qui a Silverstone non me ne è andata mai bene una, dal 1989. Mi era successa una cosa simile anche in Formula 3000». Ma anche il bravo Eddie poi ha trovato la forza di reagire. E ha aggiunto, lasciando tutti di stucco: «Ci torneremo il prossimo anno. Con una grande vettura. E li spazzeremo via tutti». Tutti chi? Chissà. Per avere, successivamente, una spiegazione esatta sui motivi dei ritiri si è dovuto attendere l'arrivo di Jean Todt, dopo l'esame dei tecnici sulle vetture. Scuro in volto, ma anche lui almeno apparentemente calmo, il responsabile della Gestione Sportiva, accompagnato dall'ing. Giorgio Ascanelli, direttore tecnico, ha cercato di trovare le parole per commentare un'altra giornata pessima: «Sono superstizioso, ma non credo nel malocchio. Eppure dopo due trasferte così mi viene solo da pensare a corse stregate. E' proprio in questi momenti, tuttavia, che bisogna usare la testa. Sarebbe inutile e ingiusto spazzare via tutto e tutti. Da un mese e mezzo lasciamo i circuiti con tanta amarezza. Quello che espri- miamo non è il vero valore della squadra. Schumacher ha un carattere eccezionale, resta sereno, anche se ovviamente è abbastanza deluso. E' vero che le corse sono fatte così, ma succedono cose incredibili. Non ci resta che guardare avanti, imparando un'altra severa lezione. E sperando di avere toccato veramente il fondo». E' stato Ascanelli, pragmatico e sicuro, a fornire di seguito i risultati delle analisi effettuate sulle vetture: «Su quella di Schumacher si è verificata una perdita del fluido contenuto dal circuito idraulico. Si tratta di un liquido particolare che viene caricato in officina in una stanza asettica perché deve essere purissimo. Lavora alla pressione di 200 bar e fa funzionare il cambio. Si è allentato il raccordo di immissione. Può essere un difetto di fabbricazione oppure un errore nelle geometrie [in parole povere: si è allentato il tappo, ndr]. Per quanto riguarda Irvine ha ceduto il cuscinetto di un semiasse, è uscito l'olio che ha preso fuoco sugb scarichi». Ma il responsabile tecnico ha continuato: «Tornando al sistema idrauhco, non viene mai smontato in pista. Quello che avevamo sulla vettura del pilota tedesco era in funzione da circa 300 chilometri. Solitamente li sostituiamo per prudenza dopo 2000». Qualcuno ha chiesto: allora si tratta di sabotaggio? «Mi fate ridere anche se non ne ho nessuna voglia - è stata la risposta -. La verità è un'altra: la nostra vettura è fragile di base. Dopo un inizio di stagione da non disprezzare e avendo effettuato 27 sessioni di test, le prestazioni sono state migliorate ogni volta. Ma è proprio per questo motivo che ogni cosa nuova diventa automaticamente a rischio. Quando si volta pagina in maniera globale si riparte da zero. E la F310 con il motore 10 cilindri è la vettura più nuova che la Ferrari abbia mai fatto negli ultimi anni. Questo significa che, migliorando le performances, ogni singolo elemento viene portato al Umite della resistenza e si può rompere». Ecco una motivazione precisa e dettagliata. Ma, anche se Ascanelli si guarda bene dal dirlo, l'accusa a questo punto riguarda il progettista inglese John Barnard che con la sua struttura ha disegnato la vettura. Completamente nuova e in ritardo. Il cerchio si chiude: gira e rigira, la Ferrari sarebbe competitiva (Schumacher in tre giri pieni compiuti ha segnato l'ottavo tempo assoluto della gara e avrebbe effettuato un solo pit-stop, quindi era anche pesante per la benzina nel serbatoio) ma non arriva in fondo. I pezzi sono tanti, si dovrà attendere quando saranno tutti affidabili, [c. ch.J Nessuno lo dice in modo esplicito ma è sotto accusa il lavoro di Barnard GRAN PREMI ORDINE D'ARRIVO 1° AUSTRALIA BRASILE ARGENTINA EUROPA S. MARINO MONACO SPAGNA CANADA FRANCIA INGHILTERRA Cause ritiro SCHUMACHER IRVINE Alettone 47° giro Impianta elettrico 6° giro Fuori pista l°g.ro Semiasse Motore nel Cambio 42 giro giro di allin. 4 giro Collisione Fuori pista Sospensione 71° giro 2° giro 2° giro Cambio 6° gira Differenzia 6° giro Jean Todt è amareggiato ■«Non credo nel malocchio, però dopo due gare così...»

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