Colpo alle Poste c'è un quarto uomo

Indagato il gestore della birreria «Nuova frontiera» di Susa, socio dello scambista Indagato il gestore della birreria «Nuova frontiera» di Susa, socio dello scambista Colpo alle Poste, c'è un quarto uomo E nelle due case trovato un arsenale E il giallo s'infittisce. C'è un quarto uomo noi mistero di Bussoleno, il duplice omicidio dei «Mister miliardi» delle Poste, Giuliano Guerzoni ed Enrico Ughini, uccisi e seppelliti nei boschi della Valsusa. Ivan Piero Cella, 42 anni, gestore della birreria «Nuova Frontiera» di coreo Stati Uniti a Susa è indagato da ieri per «concorso in omicidio»: amico d'infanzia dello scambista Domenico Gante, era anche suo socio nella seconda attivila di elettricista. Nel corso delle perquisizioni nelle loro case - durate tutta la notte - i carabinieri hanno sequestrato un arsenale: sette fucili, tre pistole, decine di munizioni. Armi regolarmente denunciate, ma che saranno sottoposte a controlli della Scientifica, per appurare se i proiettili che hanno ammazzato Guerzoni e Ughini provengano proprio di li. Domenico Gante e Ivan Cella abitano a pochi chilometri di distanza, i! primo a Bussoleno, il secondo a Susa. C'è di più: nella stessa casa dove il «quarto uomo» vive con la fidanzata, in via Gravere 4, abitano pure la mamma e il fratello di Cante. E nello stesso condominio ha sede la piccola impresa che avevano fondato insieme. In questo pezzo di centro storico ieri non si parlava d'altro. Dopo aver visto 1 tg chi conosceva il nuovo protagonista del giallo (ed erano in tanti! si domandava come poteva, dietro quella faccia simpatica nascondersi una mente diabolica. «Un tipo eccentrico» il commento più frequente, Conosciutissimo soltanto di vista però, niente di più. Un uomo misterioso. «Cambiava mestiere come le automobili, una dopo l'altra. Tutte vetture di glossa cilindrata, di quelle costose, che lui acquistava di secodna o terza mano, quando valevano pochi milioni». «Ultimamente racconta il benzinaio di fronte al pub "Nuova Erontiera" - l'ho visio su un furgone bianco. Quello invece era nuovo e mi sono stupito. Tant'è che ho pensalo che si fosse messo ùi proprio a fare l'elettricista». Abiti casual con il vezzo delle bretelle, il presunto complice di Cante gestiva non soltanto la birreria di corso Stat i Uniti a Susa, ma anche altri due locali, «Lo scoiattolo» iil Pian del Frais e il «Balla coi lupi» di Ulzio. «Colpo miliardario? Potrebbe essere pi ciprio il lipo», dice Lorenzo Russerò, 34 anni, musicista: «Ha l'aria di uno intrallazzato in mille cose» Uno. insomma, che sa fiutare l'occasione per l'art: il colpaccio. Mentre il titolare dell'hotel della Stazione, Marco Peirolo, 30 anni, storce il naso e racconta che «Ivan e un abitudinario, uno tranquillo, che tutti i giorni raggiunge a piedi il suo pub e viene a fare colazione qui da me». «Eccentrico sì - dice Peirolo -. Ma non me lo vedo proprio a fare un colpo simile e a uccidere due persone per il malloppo. Arrivava qui, ordinava il suo cappuccino, faceva due battute e poi via, non lo vedevi più per tutto il giorno. 1 suoi affari? E mica li veniva a raccontare a noi...». Da ieri il suo pub «Nuova Frontiera» è chiuso. Per una settimana. L'hanno sigillato i suoi dipendenti, due albanesi: «No per favore nien¬ te nome e niente cose da dire» si raccomanda il primo, cameriere tuttofare: «Lei capisce la nostra situazione, comunque lui ci pareva un uomo onesto, tanto onesto». E di Domenico Cante che si dice a Bussoleno? In paese sono in pochi a conoscerlo. E quei pochi sono increduli. «Una brava persona, un tipo simpatico, che scherzava sempre - dice Caterina Vigorito via Mattie 26 - E' il mio elettricista, è venuto spesso a casa mia. Un ladro? Sul lavoro, almeno, era davvero onesto, di più non posso dire sul serio». E nel centro del paese, al caffè Portici non sono per nulla contenti di essere piombati sulle prime pagine dei giornali: «E' una pubblicità di cui faremmo volentieri a meno - spiega il titolare Franco Leschiero - di lui so dirvi poco, l'avrò visto due volte in tutto». Più dura la reazione del sindaco di Bussoleno, Alida Benetto: «E' la terza brutta storia che capita qui in Val Susa. E' naturale che si finisca per gettare fango sui nostri cittadini. Ma io ci tengo a sottolineare che nessuno dei protagonisti di questi gialli è nato e cresciuto qui. E poi c'è un altro particolare che non mi toma: un assassino seppellirebbe i cadaveri vicino a casa sua?». E don Guido Cordola, della parrocchia Santa Maria Assunta: «Non stigmatizziamo Bussoleno. E' capitato qui, poteva succedere altrove. Il discorso è più generale: in nome della libertà si è riso, deriso e si sono distrutti i valori. Ecco le conseguenze». Marco Accossato Emanuela Minucci Bussoleno e tutta la valle sono al centro del giallo «Quei due sono tipi svegli avevano affari insieme» Bussoleno e tutta la valle sono al centro del giallo Da sinistra don Guido Cordola, il sindaco di Bussoleno Alida Benetto, il pub a Susa di Ivan Piero Cella (foto sopra)