«Ha ucciso gli uomini d'oro»

Sequestrato ai due un piccolo arsenale. La svolta all'inchiesta è arrivata dalle coperte in cui erano stati avvolti i cadaveri Torino: denunciato anche un amico. Nessuna traccia dei miliardi rubati alle Poste «Ha ucciso gli uomini d'oro» In cella il collega dei due ladri TORINO. L'indiziato numero uno, adesso, è lui: Domenico Cante, 39 anni, scambista delle Poste. I cadaveri dei due autori del colpo miliardario all'agenzia centrale di Porta Nuova a Torino sono stati trovati sotto un metro di terra in un bosco dietro casa sua, a Bussoleno, in Valle Susa. E da sabato notte quest'uomo piccolo e massiccio, il cuore malato, si trova rinchiuso un una cella nel carcere delle Vallette. «Duplice omicidio», sta scritto sull'ordinanza di custodia cautelare che polizia e carabinieri gli hanno notificata al termine di un interrogatorio durato ore. Lui si difende e nega tutto, disperatamente. Piagnucola: «Non c'entro niente». Ma gli inquirenti non gli credono. Come non credono al quarto uomo entrato in questo giallo italiano: Ivan Piero Cella, 42 anni, gestore di una birreria a Susa (la «Nuova Frontiera») e amico d'infanzia di Cante, è sospettato di essere suo complice nel diabolico piano. Accusato di concorso in duplice omicidio, è stato denunciato a piede libero. Nel corso delle perquisizioni, durate tutta la notte, gli uomini della quadra mobile di Torino e i carabinieri di Susa hanno sequestrato a entrambi un piccolo arsenale: sette fucili, tre pistole, munizioni. Le stesse armi che hanno ucciso Giuliano Guerzoni e Enrico Ughini? La scientifica lo dirà nei prossimi giorni. Intanto, gli investigatori hanno già raccolto indizi molto pesanti nei confronti dei due uomini. Scoperti i due cadaveri, Cante è stato immediatamente prelevato da casa e portato in caserma dal capitano della compagnia di Susa Enrico Sulpizio. In meno di un'ora, da Torino, si sono precipitati in quella palazzina anche il capitano Aldo Iacobelli, responsabile del nucleo operativo carabinieri, il capo della mobile Salvatore Mulas e il commissario Sergio Molino dell'antirapine. Quindi è arrivato il magistrato di turno, Antonio Malagnino. Intorno alle 23,30, anche Ivan Cella è stato prelevato dalla sua birreria e portato in stazione. Inizialmente lo hanno sentito come «persona informata sui fatti». Una raffica di domande. Perché usava spesso l'auto e il camper di Cante? Perché il giorno del furto miliardario aveva la Lancia Dedra dello scambista dove sono state trovate tracce dello stesso terriccio del bosco dell'esecuzione? E soprattutto: perché il suo numero di telefono era segnato in rosso sull'agenda di una delle due vittime? Mentre Cella balbettava risposte confuse, cadendo spesso in contraddizione, altri interrogatori e perquisizioni in zona hanno cominciato a dare risultati. Spiegano gli inquirenti che il corpo di Guerzoni era avvolto in un sacco a pelo verde scuro, e quello di Ughini era ricoperto con un plaid. E un sacco e pelo scuro e un plaid sono proprio le due coperte misteriosamente sparite nei giorni scorsi dal camper di Cante. «Li ho cercati dappertutto, inutilmente» ha detto la moglie dello scambista, Gabriella, in una deposizione che potrebbe rivelarsi decisiva. E c'è un altro elemento. Rilevato nel precedente interrogatorio di Cante, è diventato determinante solo con la scoperta dei cadaveri di Guerzoni e Ughini. Il 27 giugno, giorno seguente il furto, lo scambista era stato sentito dai poliziotti della Polfer e della Mobile. Gli agenti avevano notato che aveva dei graffi sulle braccia. «Me li sono fatti portando a spasso il cane» si era giustificato lui. Ma la presenza nel boschetto di Bussoleno di grossi cespugli di rovi nei pressi della buca attribuirebbe un diverso significato alle ferite. Le indagini continuano. Che fine ha fatto il bottino? Mistero. Dopo l'arresto di Cante e la denuncia di Cella, un elicottero dell'Arma ha volteggiato a lungo sopra l'abitazione di quest'ultimo, in via Gravere 2. Nemmeno le «gazzelle» hanno conosciuto un attimo di tregua, e dal primo pomeriggio fino a tarda sera hanno percorso su e giù i tornanti che uniscono Susa a Gravere e Chiomonte. E intanto in Val di Susa questo ennesimo giallo ha nuovamente alimentato le paure nella gente. Ivano Barbiero Fulvio Morello Sequestrato ai due un piccolo arsenale. La svolta all'inchiesta è arrivata dalle coperte in cui erano stati avvolti i cadaveri iti LA COPERTA II corpo di Ughini era avvolto in un plaid. E dall'inventario del camper di Cante manca, appunto, un plaid uguale a quello. Lo ha confermato la moglie dell'uomo arrestalo LE ARMI Che Cante e Cella fossero abituati alle armi è confermato dal mini-arsenale trovato nelle loro case: sette fucili e tre pistole. Ora la parola passa ai periti balistici. li LA TUTA II cadavere di Guerzoni : I vestiva ancora la tuta delle poste. Sa rebbe quindi stato ucciso la sera stesss del furto miliardario. Circostanza che annulla un possibile alibi dello scambista: Cante fu ricoverato in ospedale, / GRAFFI Furono notati sulle i braccia dello scambista quando m fu interrogato per la prima volta. f| A produrli, secondo gli inquirenti, avrebbero potuto essere i rovi di un bosco. E in un bosco sono stati sepolti Guerzoni e Ugheni. :<.wJÉlff|p ^ sii 1 L I M » ' 13 li Sopra, da sinistra le due vittime: Giuliano Guerzoni ed Enrico Ughini. A fianco, Domenico Cante con la moglie Gabriella Regis. In basso, un'altra immagine della donna