Insegnanti e tagliatori di teste di Oreste Del Buono

Insegnanti e tagliatori di teste LA LETTERA DI O.d.B. Insegnanti e tagliatori di teste Caro Signor Del Buono, vorrei rispondere a Cristina, quella ragazza di 18 anni il cui amaro sfogo ha trovato spazio sulla Stampo del 4 luglio. Mi ha suscitato numerose perplessità. Ne intuisco il senso di insoddisfazione, ma non credo di capirne e soprattutto condividerne le motivazioni. Mi sembra che traspaia dalle sue parole un limitato senso di responsabilità e una tendenza, forse abbastanza comune tra i giovani, ad addossare agli altri il senso delle proprie azioni (o non azioni). Chi dice che la storia non serva a una segretaria?... Alessandra Colonna Vignale Monferrato GENTILE corrispondente, la ringrazio per il suo intervento. Lei dichiara di aver 28 anni e di parlare ai 18 di Cristina, bocciata per la terza volta in storia, matematica e geografia in un istituto professionale, e che si era così vista precludere la possibilità di una qualifica: «Dopo 4 anni di scuola superiore, ho la 3a media, so battere a macchina, usare il computer, conosco le fatture ecc. ma non posso neanche partecipare ai lavori a tempo determinato presso gli istituti pubblici perché non ho un attestato...» sostiene Cristina. Lei ribatte: «Non è la storia o qualsivoglia altra materia, ma il loro significato a dovere essere vissuto in quanto tale. Una materia scolastica, che può sembrare ostica, altro non è che un piccolo ostacolo da superare: la vita ne presenta di ben più grandi, e Insege tagldi t nanti atori este inoltre non distingue tra giovani e adulti. Perché, piuttosto, non cercare di sfruttare il superamento di un ostacolo come occasione di esperienza di cui avvalersi un giorno? Crescere significa accettare sempre di più le nostre responsabilità, non sempre commisurate alle stagioni della vita. La scuola per un adolescente può anche rappresentare questo. Senz'altro, nella vicenda scolastica di Cristina fattori esterni, come professori forse poco disponibili, avranno influito, ma credo che abbia perso un'occasione per crescere. Non chieda ai suoi genitori di capirla troppo: chieda loro di aiutarla ad affrontare i problemi e a non fornirle alibi...». Gentile corrispondente, tutto quello che lei dice è giusto, lei parla davvero come un libro stampato. Ma proprio come un libro stampato, mi pare che esiga un senso di responsabilità troppo precoce e nello stesso tempo assolva troppo rapidamente gli insegnanti che dovrebbero avere almeno immaginato le conseguenze delle loro decisioni. Ogni bocciatura si ritorce un poco contro chi boccia. Il precipuo compito di un insegnante non è quello di tagliar teste, ma appunto, lo dice la parola stessa, quello di insegnare. Oreste del Buono

Persone citate: Alessandra Colonna, Del Buono

Luoghi citati: Vignale Monferrato