«Ma così ci salveremo» «Acquaviva: dobbiamo evolverci e imparare da altre scienze» di Marco NeirottiSabino Acquaviva
Ma così ci salveremo» Ma così ci salveremo» Acquaviva: dobbiamo evolverci e imparare da altre scienze ETANCA e inutile sociologia? Forse no. Però frantumata, spesso rapinata più o meno con diritto, più o meno con garbo, da filosofi, economisti, psicologi, scrittori, giornalisti. L'opinionismo esasperato, la vocazione del «tuttologo» offrono supermarket di spiegazioni. Ma la colpa è anche della sociologia stessa, dice Sabino Acquaviva: «Così come si è sviluppata negli ultimi cento anni, oggi si scopre non adeguata a capire i fenomeni. Se si riconverte va bene, altrimenti addio». Come può riconvertirsi? «Abbandonando l'ipse dixit: l'ha Sabino Acquavi detto Marx. Affidandosi ad altre scienze, non soltanto statistico-numeriche ma anche psicologiche, entrando nei comportamenti. Oggi la psicologia dell'età evolutiva spiega molti fenomeni sociali. Per la sociologia il rischio è di non evolversi: come per la psicoanalisi». La quale, invece, si è evoluta e anche molto, e proprio per questo è viva, vegeta e in buona salute, ribatte la psicoanalista Laura Piperno, l'erede della ricerca di Cesa- re Musatti: «Da Freud a oggi c'è stato un mutamento totale: da scienza degli istinti, delle pulsioni, a scienza della formazione dell'esperienza, di come questa si interiorizza e di come entra nella formazione nuova, dunque scienza del percorso conoscitivo. Evoluzione non ancora finita: la psicoanalisi deve entrare in contatto con la neurofisiologia, non per usarne gli strumenti a livello clinico, bensì per tenere conto delle conoscenze che offre». Evolversi anche per la sociologia significa aprirsi ad altre discipline: non è l'etichetta che fa il sociologo. Indispensabile è osservare la società con sguardo aperto e «lungo», dice Laura Balbo (autrice, tra l'altro, di studi sul razzismo): «L'etichetta non importa, non importa sotto quale cappello si lavora. Quello che conta è un'osservazione intelligente, che offra letture, conoscenze e strumenti». Allora il problema non è se c'è ancora bisogno di sociologi, ma «se sono mai stati utilizzati prima. Chi li ha utilizzati a parte Giuseppe De Rita?». Allora, Dahrendorf e colleghi sono troppo pessimisti? «Mi pare più che altro una provocazione di un intellettuale. Avremo sempre bisogno di chi osserva i processi sociali con prospettiva ampia, comunque vogliamo etichettarlo». Marco Neirotti Sabino Acquaviva
Persone citate: Acquaviva, Dahrendorf, Freud, Giuseppe De Rita, Laura Balbo, Laura Piperno, Marx, Musatti, Sabino Acquavi, Sabino Acquaviva
Luoghi citati: Cesa
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