Nell'Ulster hanno assassinato la pace di Fabio Galvano

A Londonderry cattolico travolto da un blindato della polizia, a Belfast battaglia con molotov A Londonderry cattolico travolto da un blindato della polizia, a Belfast battaglia con molotov Nell'Ulster hanno assassinato la pace Notte di guerra con un morto, i moderati lasciano il negoziato LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La furia settaria che attanaglia l'Ulster ha fatto la sua prima vittima, dopo avere già ucciso le residue speranze di un dialogo politico e avere addirittura guastato le relazioni fra Londra e Dublino. Dermot McShane, un cattolico di 35 anni, è stato travolto da una Land Rover blindata della polizia, durante i gravi scontri avvenuti nella notte a Londonderry: «I peggiori che siano accaduti da molti anni», secondo il capo della polizia locale, Tom Craig. La vittima era fra i duemila cattolici che perla seconda notte consecutiva hanno illuminato con oltre mille bottiglie molotov la via di quella città, dove meno di otto mesi fa il presidente Clinton aveva salutato «la pace ritrovata» in una cornice di entusiasmo popolare. Ora quella pace è a pezzi, e non solo nelle parole del presidente del Sinn Féin Gerry Adams, che ha accusato ieri i leader protestanti di avere «orchestrato una campagna d'intimidazione» e di avere «costretto il governo britannico a capitolare alle loro richieste». Anche i leader moderati battono in ritirata: ieri l'Sdlp, il partito cattolico che fa capo a John Hume e che aveva avuto una parte fondamentale nel dialogo di pace, si è riunito a Dungannon e ha deciso di abbandonare per protesta i negoziati multilaterali in corso a Belfast. Nata zoppa per l'assenza del Sinn Féin, la trattativa è ora priva di qualsiasi rappresentanza cattolica ed è quindi perfettamente inutile. Hume ha chiesto un urgente incontro con John Major e con il primo ministro irlandese John Bruton, ma le bacchette magiche di Londra e Dublino non riescono neppure a sanare il disaccordo delle due capitali - sempre così compatte nel processo di pace sugli avvenimenti degli ultimi giorni. In un'intervista alla Bbc Bruton è stato tagliente, accusando il governo britannico - per il dietrofront della polizia a Portadown - di avere infranto «le principali regole della democrazia» e di avere commesso «un gravissimo errore» nel cedere agli orangisti. «Ritengo - ha detto - che il processo di pace dipenda da politici che sostengono la democrazia sempre e non come un'opzione, che sostengono il principio della non violenza sempre e non solo quando è più conveniente». Di fronte alle macerie di una pace faticosamente conquistata, Bruton ha aggiunto: «Lo Stato non può permettersi di cedere alla forza. Perché se lo fa, non può essere preso sul serio in futuro». La risposta è venuta ieri dal ministro britannico per il Nordirlanda, Sir Patrick Mayhew, che ha definito «offensivo» l'attacco di Bruton. Ma per ora Londra non ha accolto la richiesta di un ver¬ tice, giovedì, richiesto dal ministro degli Esteri irlandese Dick Spring, secondo cui «questa è stata una settimana nera per i rapporti fra Londra e Dublino». Su quello sfondo politico, nel tragico teatrino dell'Ulster, auto carbonizzate e barricate in fiamme fanno da arredo a una rappresentazione sempre più drammatica, pervasa di odio cieco. Quando Dermot McShane è stato travolto dalla Land Rover, alcuni dimostranti hanno aggredito l'agente che gli prestava i primi soccorsi e lo hanno ferito al volto (19 punti di sutura) con un collo di bottiglia. La polizia, nella notte di fuoco, ha sparato oltre mille proiettili di gomma, 22 feriti sono stati ricoverati in ospedale, decine di negozi sono stati distrutti e saccheggiati. Non meno grave la situazione in altri centri: a Downpatrick, dove due autobus sono stati dati alle fiamme, a Newry, a Strabane, nella stessa Belfast dove i dimostranti catto¬ lici hanno preso d'assalto una stazione di polizia, in uno scontro a fuoco che miracolosamente non ha fatto vittime. Nella notte tra sabato e domenica la battaglia si è riaccesa a Belfast: manifestanti hanno incendiato auto e lanciato bottiglie incendiarie contro i treni in transito. 1 cattolici del Nordirlanda non sentono più ragione. Si ritengono traditi, anzi beffati: dalla polizia, che dopo avere bloccato la marcia protestante di Portadown ha fatto dietrofront; dal governo britannico, che ha consentito agli orangisti di violare i quartieri cattolici. Gerry Adams denuncia «il colpo di Stato portato a segno dagli unionisti». L'Ira, pur predicando la calma, ammonisce: «Non permetteremo elio le zone cattoliche siano travolte». Per tutta la giornata la situazione è parsa tesa ma non disperata. Poi è venuta la notte. Fabio Galvano