«Padania indipendente il 15 settembre»

Il Senatur al «parlamento» leghista: a Roma per controllare che non scappino con la cassa Il Senatur al «parlamento» leghista: a Roma per controllare che non scappino con la cassa «Padania indipendente il 15 settembre» Il proclama di Bossi: faremo la marcia del sale, come Gandhi mantova DAL NOSTRO INVIATO «Il comitato di liberazione della Padania ha autorizzato me, segretario della Lega, a dirvi che il 15 settembre non sarà solo la festa della nazione padana che nasce, ma molto di più...». Piccola pausa, poi Umberto Bossi davanti al suo Parlamento di Mantova continua cosi: «Quel giorno attiveremo anche la dichiarazione di indipendenza della Padania. Faremo la marcia del sale, come Gandhi. Andremo al mare, prenderemo l'acqua con le mani e tratterremo il sale. Poi sarà tutta una festa, da Venezia in su, verso il Po. Lì comincerà la nostra liberazione e, tempo un anno, tutto dovrà essere finito». Umberto Bossi, insomma, almeno a prima vista, sembra deciso a cavalcare la tigre della protesta e a caricare a testa bassa. Ma è lui stesso a modificare l'impressione: il Cip è una cosa, spiega, la Lega un'altra. Il partito del Carroccio sta nelle istituzioni, nell'odiato Parlamenti romano, e vigila in attesa di una trattativa. «La settimana prossima - annuncia - vado a veder che aria tira... No, il governo non casca mica, altrimenti si "gibollano" tutti. Il polo di centro? Mail, per ora vedo solo un pollo di destra e un pollo di sinistra... Il guaio è che stanno sbagliando tutto: c'è troppo Stato in Italia e loro rispondono con più interventi pubblici, dal Banco di Napoli all'Alitalia». E allora, tuona Bossi dal palco, il compito della Lega «è di andare a Roma e di far attenzione alle casse, prima che si mangino tutto. E deve far sì che venga mantenuto aperto lo spazio per l'informazione. Vogliono la stampa sotto controllo, noi ci batteremo per la libertà». E lo stesso leader annuncia che presto «la Lega avrà una sua voce». Un quotidiano, senz'altro, ma resta l'obiettivo di una tv padana. E' un Bossi a due facce, quello che detta le sue direttive a governo e Parlamento del Nord, in vista della spallata d'autunno. Da una parte prevale l'anima della secessione, che parla della «Padania come una bambina, anzi ancora un feto nel gran pancione della storia» e che denuncia il «genocidio padano»: «I lavoratori del Nord - dice mal pagati per anni solo per trasferire risorse a Sud. E così nessuno ha fatto più figli...». Dall'altra un Bossi pragmatico, convinto che la navigazione di Prodi continuerà ma che, prima o mento o, il leader mberto Bossi poi, le forze di governo verranno a chiedere il suo appoggio anche perché la Lega non vuol favorire in nessun modo, dice lui, lo sfascio economico. «La Lega - spiega ai suoi - cercherà di trattare, e di far sedere qui a Mantova il presidente del Consiglio, magari facendolo passare per Canossa». Trattare su cosa? L'indipendenza, certo, perché al piìi presto ci vogliono due monete diverse per due sistemi economici che viaggiano a velocità diverse. «La nostra moneta - aggiunge rassicurando il Nord-Est già spaventato dagli effetti della rivalutazione della lira - non sarà forte perché dovremo farci carico per anni del debito accumulato. Ed è colpa nostra, del Nord. Mica lo dareste mezzo milione al giorno ad un bambino, no? Eppure al Sud li abbiamo dati questi soldi, badando solo a lavorare e senza attrezzarci con una classe politica di livello. II Nord è stato un pessimo genitore...». E adesso basta soldi: no al Banco di Napoli, al Banco di Sicilia, al Banco di Roma. «Perché non privatizzano - ruggisce - invece di chieder soldi alle nostre tasche?». Parlamentari del Carroccio e truppa in camicia verde lo ascoltano in religioso silenzio. A loro Bossi rivolge la sua rampogna. «Ci vuole più fantasia, bisogna coinvolgere la gente» spiega severo a Giancarlo Pagliarini, leader del «governo del Sole», e a Enrico Speroni, presidente del Parlamento. «Qui c'è poca gente, voglio quel popolo a cui è stato sempre detto di no» aggiunge severo e i due annuiscono imbarazzati: le guardie verdi, per la verità, hanno esagerato allontanando anche qualche ministro dal Parlamento e gli inviti sono stati distribuiti con il contagocce. Ma il leader non è soddisfatto: la Lega si gioca tutto di qui a settembre: o la nascita della «nazione padana» il 15 settembre si rivela un successo, con la mobilitazione di decine (o centinaia) di migliaia di sostenitori, oppure le richieste leghiste finiranno nel dimenticatoio. Per questo la propaganda, e il controllo dell'informazione, sono vitali. E se le cose andranno per il verso sperato, sogna Bossi, forse Prodi a Canossa ci verrà davvero. Ugo Bertone libertà». E lo stesso leader annuncia che presto «la Lega avrà una sua voce». Un quotidiano, senz'altro, ma resta l'obiettivo di una tv padana. r' La sede del Parlamento di Mantova e, sotto, il leader del Carroccio, Umberto Bossi La sede del Parlamento di Mantova e, sotto, il leader del Carroccio, Umberto Bossi