Patti Smith fa rima con Ghezzi di Luca Dondoni

Musica, tv, poesia Musica, tv, poesia Patti Smith fa rima con Ghezzi MILANO. Ieri sera Patti Smith, la poetessa, la sacerdotessa, la musa ispiratrice di tutta una nuova corrente rock americana (Michael Stype dei R.E.M. era in platea), si è esibita al festival di Villa Arconati alle porte di Milano. Il nuovo disco «Gone again» è stato molto osannato: ma anche criticato, da pochi, in quanto leggermente soporifero. La sua tournée che la riportava doo 17 anni in Italia, poi, è stata tanto attesa quanto tutto sommato poco seguita dai fan di adesso. Ieri pomeriggio la moglie dello scomparso Fred «Sonic» Smith degli MC5 ha presentato ufficialmente il suolibro "Mar dei coralli», dove dedica una serie di scritti all'amico fotografo Robert Mapplethorpe ucciso dall'Aids qualche tempo fa. L'amicizia che ha legato la scrittrice-cantautrice al fotografo ha permesso alcune istantanee che la ritraggono, olire che sulla copertina dell'album «Horse» del 1975, anche in primissimi piani, giovane e nuda accanto a un muro con io sguardo t'isso in camera o appoggiata ad una finestra mentre contempla il vuoto. Sono fotografie esposte alla galleria Photology di Via della Moscova a Milano e guardandole si può tentare di capire quale percorso sia stato intrapreso da E'atti per quest'ultima opera. La prefazione del libro è di Enrico Ghezzi, che era presente all'incontro: ha raccontato l'amicizia che lo lega alla Smith e anche il suo percorso artistico. «Molti di voi - ha detto - si saranno forse stufati di ascoltare "Because the night" di Patti come sigla del mio "Fuori orario", ma quella canzone ha una valenza storica che va al di là di molte cose. Quel testo è insieme poesia e dichiarazione d'amore; è una poesia che racconta come il buio sia il miglior alleato dell'amore». Lei, cinquantanni quest'anno, i capelli ormai grigi, si è presentata con addosso una maglietta bianca e delle treccine alla Pippi calzelunghe. Dopo essersi messa gli occhialini sul naso, ha detto di amare molto l'Italia e di essere contenta di suonare da noi. Ha sputato varie volte per terra, si è tolta le scarpe, ha letto qualcosa, è stata applaudita. Qualche giorno fa era stata intervistata da un giornalista di una rete tv americana. Alla domanda su quale fosse il bilancio della sua vita a cinquant'anni, l'artista non si era scomposta: «Vede, quando è morto il mio compagno pensavo di finirla, ma poi ho capito che dalla morte di una persona cara si può imparare molto. Addirittura sono certa che una parte del karma di Fred si sia instillata in nostro figlio che oggi ha deciso di prendere in mano la chitarra e di seguire le orme di suo padre. C'è molto di Fred in mio figlio e sopra tutti noi c'è l'ombra amica di Robert Mapplethorpe che andandosene così presto ci ha fatto capire quanto effimera è l'esistenza». Esistenza effimera che sembra essersi risvegliata dal torpore che ci aveva fatto perdere di vista una delle cantautrici più ispirate del nostro secolo. E una donna che, al di là delle sue esagerazioni e delle istrionesche boutades che la fanno assomigliare ad una volubile diva, è pronta a rivendere la sua arte scritta e cantata, ad un pubblico nuovo che non può fare a meno di conoscerla. Luca Dondoni Patti Smith Patti Smith

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